“Senza università il sud muore”

CAGLIARI – “Per valutare un Ateneo occorre guardare non la bontà assoluta dei dati bensì la loro variazione virtuosa, cioè la capacità di migliorare la situazione esistente. Ciò a maggior ragione quando si fa riferimento a una regione come la nostra, con un tasso di dispersione scolastica altissimo e che si spinge sino all’Università. Si aggiunga il fattore geografico: le università insulari fanno maggior fatica ad attrarre studenti da altre regioni, rischiando per questo penalizzazioni.” Lo ha detto Francesco Pigliaru intervenendo questa sera a Cagliari nell’Aula magna della Facoltà di Ingegneria nel corso della seduta congiunta pubblica del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo.

“Si cresce tutti insieme e si garantisce parità di diritti solo se si investe dove ci sono più problemi. Così invece rischiamo che tutto venga concentrato sulle Università del nord Italia”, ha proseguito il Presidente. “Dobbiamo essere messi nelle condizioni di aggredire lo svantaggio e superarlo. L’impressione è che, da un punto di vista politico, ci troviamo davanti a una non-scelta e che la macchina stia andando avanti senza un vero controllo. Questi parametri, per noi del tutto svantaggiosi, vanno infatti nella direzione contraria rispetto al lavoro che stiamo portando avanti con il governo e che riguarda il grande investimento sul Mezzogiorno. Questa è una zona d’ombra che dobbiamo dissipare facendoci sentire e portando ipotesi alternative. Il Sud senza Università non va da nessuna parte”, ha concluso il presidente Pigliaru.”Ma l’Italia non va da nessuna parte senza il Sud.”

Nella foto Pigliaru