Verso il voto, il tempo stringe: trattative febbrili. Attesa per le chiusura delle alleanze

ALGHERO – Più che un laboratorio, parola forse abusata a fronte dei mancati risultati, Alghero potrebbe rappresentare in maniera lampante il significato di “Campo largo”. A livello nazionale, andando a confondere l’elettorato è quell’area che unisce Partito Democratico, Sinistra e 5 Stelle, mentre, restando alla sua aggettivazione (largo), sta nelle cose che possa andare oltre un alleanza Conte-Schlein che, tra l’altro, pare su diverse aspetti scricchiolare.

Mentre, nel Comune catalano d’Italia, almeno in apparenza, è il contrario. Sarà la voglia di ritornare a governare, sarà per il lavoro certosino delle guide di maggiori partiti, con in testa Enrico Daga del Partito Democratico, ma di fatto, come anticipato, anche questa volta da Algheronews, il Centrosinistra potrebbe allargarsi veramente al Centro con un alleanza che potrebbe definirsi tra oggi e domani con, anche, Riformatori Sardi, Noi con Alghero e Sardegna Al Centro, con al regia anche di Orizzonte Comune di Franco Cuccureddu. Forze che insistevano nel campo avverso.

Il candidato a sindaco, in questo caso, dovrebbe essere sempre Raimondo Cacciotto anche se quest’area ha come suo maggiore rappresentante Francesco Marinaro, avvocato, secondo dei più votati alle regionali coi Riformatori Sardi. Ad essi parrebbe si possa aggiungere anche il Psd’Az che, però, come già detto, vuole avere maggiore autonomia e “mani libere” sulle varie scelte, trattative e indicazioni programmatiche.

Tutto questo, ovviamente, in attesa delle “contro mosse” di Marco Tedde che, come abbondantemente emerso, è stato “battezzato” candidato sindaco durante la presentazione a Sassari con anche il rettore Mariotti, per il capoluogo turritano. E’ palese che il Centrodestra, almeno da questo punto di vista, che non è poco, è in una condizione ingarbugliata. A prescindere dalla cronaca politica riportata, che a taluni può anche non piacere, tutto può ancora succedere e mancano poco più di due settimane alla presentazione delle liste. E questo con buona pace del fatto oggettivo che è indispensabile costruire dei percorsi, se possibile virtuosi (incontri, riunioni, comunicazione, etc), per avvicinare maggiormente la gente alla politica, altrimenti ci si trova come oggi nella evidente difficoltà nel costruire le liste dei candidati dei rispettivi partiti in campo che, tra l’altro devono contenere almeno 1/3 di quota femminile (dunque in totale almeno 8 donne).