Parco ancora “campo di battaglia” politico, ribaltone in Assemblea: rinvio Bilancio, passano i pescatori

ALGHERO – Ribaltone politico ad Alghero. Oggi, durante lo svolgimento dell’assemblea del Parco di Porto Conte, è stato stravolto l’ordine del giorno dei lavori. Sebbene, come detto più volte in questi anni, l’organismo assembleare dell’Ente con sede a Casa Gioiosa dovrebbe spogliarsi delle appartenenze politiche, nonostante rispecchi il Consiglio Comunale, ciò non accade quasi mai. Difficile, del resto, che le questioni politiche non si riflettano, anche, sul Parco, e così è. D’altra parte mai si era visto, almeno dalla fondazione delle aree protette, che tali effetti fossero cosi deflagranti da ripercuotersi su ogni atto, decisione, scelta in capo all’Azienda speciale di Porto Conte.

Ed è cosi che, trascorse le regionali, la prima seduta ha visto l’assenza di alcuni esponenti di Centrodestra con il rinvio dell’approvazione del Bilancio di Previsione. Atto fondamentale per poter far andare avanti l’Ente. Oggi stesso film o quasi. Infatti, oltre a non esserci, ancora i 9 necessari per procedere con la discussione e approvazione del documento contabile, c’à stato una sorta di “ribaltone politico” ovvero il Centrosinistra insieme all’Udc hanno dettato la linea dell’assemblea facendo si che si discutesse dell’annosa questione dei pescatori che operano nell’Area Marina Protetta.

La loro attività, a seguito dell’atteso via libera del disciplinare dell’Amp da parte del Ministero competente, è bloccata e questo sta causando, a dir poco malumori, che stanno sfociando in diverse prese di posizioni e proteste. “Strappando” rispetto a quanto previsto dell’ordine del giorno, Christian Mulas, Mimmo Pirisi, Raimondo Cacciotto, Valdo Di Nolfo, Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio hanno chiesto, e ottenuto dal presidente facenti funzioni Adriano Grossi che, in tale occasione, altro non avrebbe potuto fare, di discutere e approvare una “risoluzione” volta a permettere la riapertura della pesca in area protetta in attesa delle decisioni ministeriali.

Ciò che ha lasciato un po’ perplessi, segno che denota delle evidenti sfilacciature nella maggioranza, che anche gli esponenti di Centrodestra hanno votato a favore della risoluzione. Forse, altro non si poteva fare, ma la scelta certo non era attesa. Il Direttore Mariani e Presidente facente funzioni Grossi non hanno fatto altro che prendere atto di tale indirizzo che dovrà essere esaminata dal direttivo del Parco stesso e da cui ne deriveranno delle decisioni e atti che, a quanto emerso, anche oggi “di fatto non autorizzano la pesca che può essere solo riammessa da proroghe decise dal Ministero”.

Non è da adesso che il Parco è “terreno fertile” per i conflitti politici, ma, forse, oggi, si è giunti all’apice. Tutto questo in attesa del Bilancio che, se non approvato, potrebbe portare a Casa Gioiosa un commissariamento con buona pace di tutti. Condizione che, se si alzasse lo sguardo oltre gli steccati, non converrebbe a nessuno. Ma tant’è, la politica decide.