ALGHERO – Non c’è pace per lo stabilimento, non solo balneare, “A-Mare”. Iniziativa imprenditoriale di estremo pregio, che ha visto anche gli interventi artistici dello stilista Antonio Marras, facente capo alla società “Bagni di Corallo” che è connessa anche alle costruzioni nate a pochi metri e anche alla riqualificazione dell’ex-struttura che ospitava un hotel e poi lo Ial e che si trovava in totale degrado. Insomma un’area che, grazie all’intervento dei privati, ha ripreso valore.
Certo, come ogni iniziativa imprenditoriale, le carte devono essere tutte in regola. Se da parte degli imprenditori e di chi li rappresenta è così, pare il contrario per la Magistratura e in particolare per il Giudice Sergio De Luca che ha disposto, nuovamente, il sequestro della struttura. Intervento realizzato ieri dai Carabinieri.
Questione che ha scatenato i social con la maggior parte dei cittadini che paiono sostenere l’impresa e criticano l’ennesimo blocco ad un iniziativa imprenditoriale, dall’altra chi ritiene che non si possa operare senza strumenti pianificatori, nel caso particolare, il “Piano di Utilizzo dei Litorali”. Al netto che Alghero ha bisogno come il pane di realtà che possano produrre economie e dunque servizi e lavoro stabile, resta il fatto, piuttosto assurdo, che, ad oggi, 2025, la Riviera del Corallo non ha in dote nessuno strumento pianificatorio approvato, almeno niente che non risalga a circa mezzo secolo addietro.
Nella foto i carabinieri ieri in azione a Calabona