Attività sul lastrico, lettera alla Vaccaro

ALGHERO – Dopo oltre un anno di pandemia la crisi economica e sociale inizia a far sentire pesantemente i suoi effetti. I settori più colpiti sono quelli che rappresentano il “core business” di una regione come la Sardegna e dunque commercio, turismo, artigianato e nello specifico, dunque, botteghe, ristoranti, bar e pure altri servizi primari come palestre, parrucchieri e poi tutto l’indotto che si collega a tali comparti, non ultimo quello dell’informazione. Insomma un quadro a tinte fosche che vede sempre più rappresentanti prendere coraggio e palesare la gravissima condizione che si attraversa. Come la lettera ricevuta dalla nostra redazione e pubblicata integralmente.

“Carissima assessora, cara Giorgia sappiamo benissimo che amministrare in questo periodo grigio e difficile per tutti. Sappiamo che prendendo qualsiasi decisione si accontenta gli uni a discapito di altri. Siamo delusi dall’intera politica italiana e troviamo profondo distacco (confermatoci da tantissimi altri amici) anche da te che rappresenti l’assessorato delle partite Iva e dell’intero commercio cittadino. Dopo un anno di promesse disattese (un be’) non riusciamo a capire alcune restrizioni e alcune chiusure. Vista la percentuale di guariti, di vaccinati e di tamponi crediamo fortemente in queste possibilità di rilancio : apertura al pubblico di locali come bar, ristoranti, parrucchieri, negozi di abbigliamento ecc, ospitando la gente in base ai mq a disposizione rispettando il distanziamento. Ci spiegano meglio: un bar o ristorante al chiuso si calcolano 20 persone alla volta bene. In un salone di parrucchieri si possono ospitare 4/5 persone alla volta bene. Un negozio di abbigliamento possono entrare 6 persone alla volta, benissimo. Una piccola percentuale aumenta per le attività all’aperto. Controlli giornalieri. Però bisogna ritornare a vivere. Perché altrimenti ci si sente presi in giro quando si vedono assembramenti nei supermercati, sugli autobus, nelle metropolitane, nei negozi di cinesi, nelle scuole, negli stadi o nei pranzi clandestini. Dalla politica ci saremo aspettati scambi di idee e collaborazione. Cosa che non vediamo. Ci saremo aspettati dai rappresentanti locali le giuste dimostranze nelle aule regionali e di riflesso nei piani alti a Roma. Invece tutto tace, i negozianti arrancano con i debiti, cresce il malcontento e il buio per quanto riguarda l’immediato futuro. Se come detto da più parti la zona rossa continua per scelte sbagliate, ritardo nella trasmissione dati e mantenimento delle poltrone a tutti i costi, allora non c’è da aggiungere altro. PrendeteVi le vostre responsabilità. Ricordate bene, lo stiamo dicendo da diversi mesi: riaprire per pagare i debiti non per diventare ricchi”

Senza rancore un abbraccio da Gianni Mariani e Antonio Baldino innamorati della propria città.

V. P.