CAGLIARI – ”La sanità sarda opera oggi in una condizione di vuoto istituzionale estremamente pericolosa, senza direttori generali pienamente legittimati e con una catena decisionale affidata a soluzioni provvisorie. In questo contesto, il rischio che gli atti adottati vengano annullati o dichiarati nulli non è un’ipotesi teorica, ma uno scenario concreto e altamente realistico. Se oggi qualcuno firmasse una delibera di spesa, una nomina o un atto di riorganizzazione, la possibilità che domani quell’atto venga travolto da ricorsi o pronunce giudiziarie appare tutt’altro che remota, anzi prevedibile. Chi risponderebbe delle conseguenze amministrative, contabili e operative?
Chi si assumerebbe la responsabilità di aver esposto il sistema sanitario a una paralisi annunciata? La sanità non può essere governata nell’incertezza giuridica. Agire senza una guida pienamente legittimata significa mettere a rischio la validità stessa delle decisioni assunte e scaricare il prezzo sui cittadini e sui professionisti. Questo è un allarme istituzionale che chiama direttamente in causa la responsabilità politica della presidente Alessandra Todde. La Sardegna non può permettersi una sanità sospesa, con atti destinati a essere contestati. Il tempo dell’ambiguità è finito”, lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, deputato e presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera.