Turismo: destagionalizzare? Un sogno

ALGHERO – Da anni, molti anni, si parla di destagionalizzare il turismo ad Alghero. Almeno da quando, nel 2000, si avviarono i primi collegamenti Ryanair. Ma per raggiungere questo obiettivo non si è fatto proprio niente. Anzi, è sempre peggio. Tralasciando la mancanza (oramai certificata) di volontà di realizzare, promuovere e soprattutto sostenere appuntamenti culturali e artistici di qualità fuori dai “mesi caldi”, appena arrivano le prime piogge la Riviera del Corallo pare, ad un tratto, rimpiombare del grigio, nero e triste inverno.

Questo anche se il calendario segna ancora, ad esempio, settembre ed una località come Alghero, visto anche il clima, potrebbe vivere tranquillamente di turismo 10 mesi all’anno. Ma quello estivo oramai dura 40 giorni, se va bene, l’altro dei mesi spalla e’ lasciato al caso e all’improvvisazioni di appuntamenti che possono più o meno attirare pubblico. Del resto, come viene sottolineato da anni, non c’è uno spazio pubblico al chiuso dove poter ospitare appuntamenti, spettacoli, conferenze e altro. Alla faccia della volontà di creare un “distretto della creatività”. Se si fosse pensato, almeno, a dare alla città un luogo nuovo e moderno dove ripararsi da vento e pioggia tutti ne avrebbero giovato, dagli indigeni ai visitatori, dagli artisti ai professori. Ma tant’è, queste cose, ancora, nel 2015, paiono utopie. E il risultato si vede con orde, oppure semplici coppiette, di turisti che, una volta terminato l’assalto agli arenili, girano spauriti per la città senza sapere cosa fare a parte bere e mangiare. Per questo ristoranti e bar restano l’unica degna alternativa.

E allora pensare di allungare la stagione turistica è quasi sognare. Ma sognare è gratis e dunque, finchè ci sarà possibilità e non sarà vietato anche questo lo faremo. Poi, certo, fotografie come quella dell’articolo, che rappresenta appieno la maggior parte delle porzioni del litorale nel Comune di Alghero, fanno venir meno anche la voglia di volare con la mente. Pineta Mugoni, cosi come altre zone, piena di sporicizia con cestini lanciati in aria e in acqua dal maestrale. Ma nessun intervento in tempo reale per restituire un immediato decoro utile a rendere frequentabili luoghi pubblici e privati. Senza considerare concessionari pubblici di chioschi e altro pronti, con le prime gocce dall’alto, ad abbassare la serranda e riaprire ai primi caldi. Tutto questo ci ributta giù nella triste realtà: prime piogge, turismo addio. Ma forse anche senza le prime piogge.

Nella foto un cestino dell’immondizia con a fianco cumuli di rifiuti sulla spiaggia di Mugoni

S.I.