Pesca illegale nel Sinis, due denunce

ALGHERO – Grazie all’azione coordinata dei mezzi navali e aerei della Guardia di Finanza, nelle ultime settimane i finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari hanno bloccato la pesca illegale nelle acque dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, compiuta indiscriminatamente da un gruppo di pescatori professionali residenti nella provincia di Oristano.
Il fenomeno della pesca illegale nell’area protetta era ben organizzato: si basava su un articolato sistema composto da sentinelle e piccole unità da pesca. Quest’ultime lasciavano i pescatori subacquei nella zona di mare interdetta e, in brevissimo tempo, si allontanavano stazionando fuori dalla stessa in attesa del segnale di recupero degli uomini e di tutto il pescato, ovvero il frutto della razzia notturna.

Trattandosi di pescatori professionali, il bottino, una volta sbarcato a terra, veniva spacciato come prodotto regolare pescato nel mare libero. Il modus operandi criminale è stato però interrotto dall’intervento delle motovedette delle fiamme gialle sarde che hanno dovuto mettere in atto un vero e proprio agguato per sorprendere sul fatto i pescatori e i loro fiancheggiatori, proprio mentre operavano all’interno dell’Area Marina protetta. L’impiego di mezzi navali della Guardia di Finanza, oggi altamente preformanti e muniti di equipaggi specializzati per la navigazione ad altissime velocità, ha permesso di agire sfruttando l’effetto sorpresa anche per la contestazione sul posto dell’attività illegale messa in atto, tra l’altro, da soggetti economici muniti di autorizzazione per la pesca, esclusivamente nelle cosiddette acque libere, rilasciata dalla Regione Autonoma della Sardegna.
L’azione di prevenzione e repressione condotta dai finanzieri è mirata all’individuazione di soggetti che, in barba ai regolamenti e alle disposizioni di legge vigenti, continuano indifferenti a sfregiare le pregiate specie ittiche che dovrebbero ripopolarsi indisturbate nelle acque integralmente tutelate.
I militari hanno denunciato i responsabili all’Autorità Giudiziaria (per l’attività di pesca subacquea esercita in zona vietata soggetta ad autorizzazione dell’Ente gestore) e sequestrato tutta l’attrezzatura subacquea professionale utilizzata. I due professionisti dovranno rispondere delle violazioni al regolamento dell’Area Marina Protetta stessa che prevede l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da € 103,90 a € 12.911,42. I medesimi responsabili, verranno conseguentemente segnalati alla Direzione dell’Ente poiché, secondo la normativa vigente, benché muniti di licenza di pesca, non potranno ottenere per il futuro il rilascio di qualsiasi autorizzazione per attività da svolgersi all’interno del perimetro dell’area stessa, che comprende anche i relativi territori costieri del demanio marittimo.

Tali interventi – sottolinea il Colonnello Bucci, Comandante del Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari – sono il frutto del costante monitoraggio condotto dagli uomini e dai mezzi del Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari che, in tutta la Sardegna, operano di giorno e di notte anche per la salvaguardia delle numerose aree di particolare pregio ambientale e del delicato ecosistema marino che sovente viene aggredito dai molti pescatori incoscienti, sempre pronti a violare le regole, danneggiando oltremodo tutti gli operatori economici onesti.