Malati di Sla abbandonati: assurdo

CAGLIARI – “ATS Sardegna cerca maldestramente di addolcire l’amara pillola dello smantellamento del servizio di assistenza domiciliare ai malati di SLA della Provincia di Sassari”. Così il consigliere regionale di FI Marco Tedde commenta le giustificazioni della ATS rispetto all’interrogazione che denuncia una smobilitazione della Regione rispetto ad un sistema che funzionava. Il Consigliere regionale sottolinea che la proposta economica fatta agli infermieri dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari che operano in area critica e che fanno parte integrante dell’equipe dell’ADI di terzo livello è del tutto inaccettabile a fronte del servizio prestato. Una denuncia diffusa pure dalle famiglie algheresi che devono affrontare la cura delle persone con tale grave patologia. [Leggi]

“Peraltro i loro accessi non vengono retribuiti da mesi. Sono costretti ad utilizzare le loro auto e a pagare il carburante, si spostano su tutto il territorio, tengono i telefoni accesi h24 e corrono nei domicili a qualunque ora del giorno e della notte anche a discapito della loro vita privata e delle loro famiglie. Non li pagano, hanno ridotto i loro accessi settimanali e ora gli tagliano anche i compensi. E’ la mortificazione del prezioso operato di professionisti che da anni dedicano il loro tempo ai malati SLA che certifica l’azione di smantellamento del servizio. “Quanto ai terapisti, -sottolinea Tedde- il servizio è gestito dalla cooperativa che si è aggiudicata il servizio. Sul territorio fino alla primavera 2017 erano presenti terapisti dipendenti dell’ASL che gestivano da circa tre anni i malati SLA della provincia. Poi i loro contratti non sono stati rinnovati e il servizio è passato nelle mani della cooperativa con grave nocumento per la necessaria continuità assistenziale”.

“E tutto ciò accade –denuncia il consigliere regionale- senza prendere minimamente in considerazione le esigenze dei malati e delle famiglie che da un anno chiedono vanamente di essere ascoltati. Occorre tatto e sensibilità: un malato SLA può vivere 10/20 anni con la tracheotomia e le famiglie vengono private per gli stessi anni della privacy nelle loro case. Non si può rendere un servizio simile così precario. Gente che va e gente che viene. Serve un sistema sicuro e stabile.” Quanto all’utilizzo del 118 Tedde sottolinea che il trasporto di un paziente affetto da SLA può tenere occupata un’ambulanza medicalizzata per molto tempo. E le medicalizzate sono molto poche. Ad Alghero ad esempio di medicalizzata ne esiste solo 1, la cui sottrazione per altri utilizzi potrebbe creare pesanti danni. Mentre per un trasporto di un ammalato di SLA basterebbero un’ambulanza base e i medici/infermieri dedicati alle SLA, reperibili h24 e in numero sufficiente a gestire l’intero territorio. L’utilizzo di medici e infermieri con esperienza per questi interventi consentirebbe di tenere libere le ambulanze medicalizzate di fare il loro lavoro e di salvare la vita dei cittadini in gravi condizioni di salute. “L’assessorato della sanità e la ATS stanno sbagliando e non vogliono sentire ragioni. Insistiamo affinché Pigliaru e Arru interrompano questa azione di demolizione di un sistema che ha funzionato fino allo scorso anno, e pongano rimedio a questi problemi che stanno creando agli ammalati di SLA e alle loro famiglie –chiude Tedde-.”

Nella foto l’onorevole Tedde durante la manifestazione all’Ospedale

S.I.