L’IA senza rispetto delle norme diventa un rischio

ALGHERO – L’intelligenza artificiale (specie quella generativa) sta cambiando le vite di tutti noi e il mondo dell’informazione non fa eccezione. L’Ordine dei giornalisti della Sardegna, consapevole del fatto che la categoria non può voltare lo sguardo dall’altra parte, ha istituito, insieme all’Associazione della Stampa sarda, un osservatorio permanente sull’IA, per approfondire la conoscenza del fenomeno, monitorare le sperimentazioni in atto, formare i giornalisti sardi sugli strumenti e le implicazioni etiche. Senza preconcetti apocalittici né fideismi ingenui verso le novità tecnologiche, ma con la curiosità di scoprire come l’IA possa aiutare chi fa informazione a farla meglio.

Il nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti, in vigore dal 1° giugno 2025, detta le regole essenziali per l’utilizzo dell’IA nella professione. Ma non c’è bisogno di quel codice per dire che i cosiddetti deepfake, per quanto dichiarati, non corrispondono alla nostra idea di un giornalismo rispettoso della verità dei fatti, delle fonti e dei destinatari delle informazioni. Simulare grazie all’IA una videointervista con un personaggio pubblico senza il suo consenso, pur attribuendogli affermazioni da lui stesso diffuse con note scritte, significa valicare una frontiera pericolosa. Il rischio non è solo quello di violare precise norme poste a tutela dei diritti individuali, ma anche quello di accrescere la sfiducia dei cittadini nei confronti dell’attendibilità dell’informazione giornalistica in generale. Per queste ragioni, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna invita i propri iscritti ad attenersi scrupolosamente alle norme di legge e ai codici deontologici di categoria che regolano l’utilizzo, nella nostra attività, dei dati personali e dell’immagine delle persone. In attesa di futuri momenti di formazione collettiva su questi argomenti, l’Odg Sardegna è disponibile ad aiutare gli iscritti a chiarire eventuali dubbi su ciò che si può e ciò che non si può fare, e su come evitare il rischio di ledere diritti di soggetti terzi e di incorrere in segnalazioni al Consiglio di disciplina territoriale.