“Hospice Ploaghe, passerella politica: progetto nasce con Centrodestra e direttore Sensi”

CAGLIARI – “È difficile restare indifferenti davanti all’ennesima “passerella politica” costruita su un lavoro altrui. L’inaugurazione dell’Hospice “San Giovanni Battista” di Ploaghe, presso l’ex Fondazione omonima, è un traguardo importante per la sanità del nord Sardegna.
Ma è giusto ricordare che questo risultato nasce da un lungo percorso avviato nel 2022 dalla precedente Direzione della ASL di Sassari, con il sostegno concreto della precedente Giunta regionale.
Fu in quegli anni che vennero chiesti e ottenuti i finanziamenti e i rifinanziamenti necessari per dare vita al progetto, poi inserito tra gli interventi di edilizia sanitaria strategica.
Le risorse, programmate nel biennio 2022-2023, permisero di avviare lavori complessi di ristrutturazione e adeguamento tecnologico, seguiti con attenzione e competenza dall’allora Direzione Generale.
I lavori, inizialmente previsti in conclusione per ottobre 2024, sono stati prorogati a metà 2025 a causa di imprevisti tecnici, ma la determinazione e la professionalità di chi ha guidato l’ASL in quegli anni hanno garantito che il progetto giungesse finalmente a compimento.
Oggi l’Hospice “San Giovanni Battista”, insieme a quello di Sorso, rappresenta il primo presidio di cure palliative residenziali del nord Sardegna ed è una risposta concreta al bisogno di assistenza e dignità per i pazienti e le loro famiglie nei momenti più delicati della vita. È un’opera che parla di umanità, competenza e pianificazione, non certo di improvvisazione.
Mi sarei aspettato che, in occasione dell’inaugurazione venisse riconosciuto, con onestà intellettuale, il contributo di tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa importante opera.
Non si chiede nulla di più e nulla di meno, solo il giusto riconoscimento del lavoro svolto da chi ha creduto e investito in questa iniziativa sin dal principio”.

Piero Maieli, consigliere regionale Forza Italia

La ZES Unica è un’occasione storica: Porto Torres deve saperla cogliere | proposte

PORTO TORRES – Il Movimento politico “Porto Torres Avanti”, ancora una volta, dà una “sveglia” alle varie istituzioni, amministrazione comunale in primis, al fine di ridare dignità al centro portuale e in generale al territorio che, da troppi anni, a parte le “vampate” estive, in particolare nei litorali, soffre di una diffusa stagnazione economia e troppa ignavia rispetto alle grandi scelte per attivare un vero rilancio. In questo solco il movimento guidato dal capogruppo consiliare Bastianino Spanu diffonde un “documento – manifesto” riguardo alcune rilevanti priorità e urgenze.

UNA STRATEGIA DI RILANCIO TERRITORIALE

La rinascita economica di Porto Torres passa da una visione integrata: porto, industria, turismo e innovazione devono tornare a dialogare all’interno di una strategia unitaria. In questo quadro, la Zona Economica Speciale (ZES) rappresenta un’opportunità strategica e irripetibile per Porto Torres. Le agevolazioni fiscali e procedurali previste per le ZES possono e devono essere utilizzate per attrarre investimenti produttivi, rilanciare le aree industriali dismesse e rafforzare il ruolo del porto come hub logistico e commerciale del Nord Sardegna. La sfida è trasformare la ZES in motore reale di sviluppo, non in una semplice etichetta amministrativa: uno strumento concreto al servizio del territorio, delle imprese e dei cittadini. Per questo proponiamo l’avvio di una grande azione di marketing territoriale, collegata alla pianificazione ZES e al potenziamento delle infrastrutture portuali, capace di restituire alla città una posizione centrale nel sistema produttivo regionale.

2. COMPETENZA E CONTINUITÀ AMMINISTRATIVA

Il rilancio non può fondarsi sull’improvvisazione. Serve continuità amministrativa e competenza nei ruoli di governo della città, perché solo una guida esperta, coerente e radicata può garantire risultati concreti e duraturi.

Porto Torres ha bisogno di una classe dirigente capace di visione strategica, in grado di dialogare con la Regione, il Consorzio Industriale e le imprese, e di rappresentare con autorevolezza gli interessi del territorio nei tavoli decisionali regionali e nazionali.

La politica deve tornare ad essere strumento di costruzione, non di scontro.

Non servono maghi né improvvisazioni: servono competenze, metodo e responsabilità.

3. ECONOMIA REALE E LAVORO

La priorità è creare lavoro stabile e dignitoso. Proponiamo un piano di rilancio dell’economia locale che punti su:

• Valorizzazione delle aree industriali dismesse, con nuovi insediamenti produttivi sostenibili;

• Incentivi per le imprese che assumono giovani e investono sul territorio;

• Partenariati pubblico-privati (PPP) per infrastrutture, servizi e manutenzioni urbane;

• Promozione turistica e culturale integrata, con la valorizzazione dei siti storici, archeologici e identitari di Porto Torres come leva di crescita e occupazione qualificata;

• Formazione e innovazione tecnologica per costruire competenze e nuove opportunità di impiego.

4. UNITÀ DEL TERRITORIO

Il rilancio di Porto Torres non può avvenire in solitudine. È necessario un patto territoriale che coinvolga istituzioni, imprese, associazioni e cittadini, un’alleanza civica per ricostruire fiducia e coesione sociale.

La politica locale, il mondo imprenditoriale, l’associazionismo e soprattutto i cittadini turritani devono credere che il cambiamento è possibile. Solo insieme possiamo restituire a Porto Torres il ruolo e il prestigio che merita nel panorama regionale.

5. IDENTITÀ E AUTONOMIA

Come Movimento Autonomista, crediamo nell’autogoverno e nella responsabilità dei territori. Porto Torres deve poter decidere sul proprio futuro, pianificare il proprio sviluppo e valorizzare le proprie risorse senza dipendere da scelte calate dall’alto. Autonomia significa capacità di visione, responsabilità nelle scelte e orgoglio dell’appartenenza.

6. CONCLUSIONI

Il futuro di Porto Torres dipenderà dal coraggio con cui sapremo agire oggi. Abbiamo il dovere di restituire alla città una prospettiva concreta di crescita e di benessere collettivo. Il Movimento Autonomista Porto Torres Avanti si assume questo impegno con serietà, passione e competenza, pronto a rappresentare un punto di riferimento politico e civico per una nuova stagione di sviluppo.

La priorità è creare lavoro stabile e dignitoso. Proponiamo un piano di rilancio dell’economia locale che punti su:
– Valorizzazione delle aree industriali dismesse, con nuovi insediamenti produttivi sostenibili;
– Incentivi per le imprese che assumono giovani e investono sul territorio;
– Partenariati pubblico-privati (PPP) per infrastrutture, servizi e manutenzioni urbane;
– Promozione turistica e culturale integrata, con la valorizzazione dei siti storici, archeologici e identitari di Porto Torres come leva di crescita e occupazione qualificata;
– Formazione e innovazione tecnologica per costruire competenze e nuove opportunità di impiego.

Cosa è la ZES Unica

La Zona Economica Speciale Unica (ZES Unica), istituita con il Decreto-Legge 124/2023 (convertito nella Legge 162/2023), unifica in un’unica area amministrativa tutte le precedenti ZES regionali del Mezzogiorno. Comprende otto regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. L’obiettivo è stimolare la crescita economica, favorire nuovi investimenti produttivi e migliorare la competitività delle imprese già insediate. La gestione è affidata alla Struttura di Missione ZES Unica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.

Le agevolazioni previste

Le imprese che investono in aree ZES possono accedere a importanti incentivi economici e procedurali:
– Credito d’imposta ZES Unica: fino al 45% del valore dell’investimento in beni strumentali;
– Semplificazioni amministrative tramite lo Sportello Unico Digitale (S.U.D. ZES);
– Procedure accelerate per nuovi insediamenti e riconversioni industriali;
– Investimento minimo: 200.000 euro per l’accesso alle agevolazioni;
– Priorità nei programmi di cofinanziamento europei e PNRR.

La ZES Unica e la Sardegna

La Regione Sardegna rientra integralmente nel perimetro della ZES Unica. Il territorio di Porto Torres, per la sua posizione strategica, il porto industriale e la presenza di ampie aree produttive, è naturalmente candidato a diventare un nodo di riferimento del sistema ZES nell’isola.

Le opportunità per il Nord Sardegna includono:
– rilancio delle aree industriali e logistiche dismesse;
– potenziamento delle infrastrutture portuali e retroportuali;
– attrazione di imprese nei settori energia, transizione ecologica, logistica e manifattura;
– incentivi fiscali e semplificazione delle procedure per chi investe a Porto Torres.

La posizione del Movimento Autonomista “Porto Torres Avanti”

Il Movimento Autonomista Porto Torres Avanti considera la ZES Unica una leva determinante per il rilancio produttivo ed economico del territorio. Affinché lo strumento funzioni realmente, è necessario garantire governance competente e stabile, tempi certi e pieno riconoscimento del ruolo di Porto Torres nel perimetro operativo della ZES. Solo così la ZES Unica potrà tradursi in risultati concreti, attrarre investimenti, creare lavoro e restituire alla città il ruolo di capitale produttiva e logistica del Nord Sardegna.

La ZES Unica è un’occasione storica: Porto Torres deve saperla cogliere, con competenza, visione e unità d’intenti.”

“Abbanoa, non solo opere lumaca, ma pure lavoratori a rischio”

ALGHERO – “Serve un intervento immediato per tutelare i lavoratori impegnati nel servizio di depurazione”. È la richiesta avanzata dai capigruppo in Consiglio comunale di Alghero Michele Pais (Lega), Marco Tedde (Forza Italia), Alessandro Cocco (Fratelli d’Italia), Lelle Salvatore (Udc) e Massimiliano Fadda (Prima Alghero), che hanno formalmente chiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale per discutere la situazione determinata dal nuovo bando pubblicato da Abbanoa.
Il gestore unico del servizio idrico, attraverso l’internalizzazione della gestione degli impianti di depurazione finora affidata ad Acciona, esclude alcune categorie di lavoratori – come il personale amministrativo e i dipendenti dei laboratori – e introduce criteri di selezione che rischiano di penalizzare proprio gli addetti che da anni garantiscono il servizio.
“Il requisito di almeno 18 mesi di esperienza continuativa nel settore della depurazione è un criterio arbitrario e privo di fondamento – spiegano i capigruppo – che finirebbe per escludere lavoratori con comprovata esperienza, molti dei quali assunti anche di recente per sostituire colleghi andati in pensione o trasferiti. Parliamo di oltre trecento unità che hanno maturato nel tempo professionalità e competenze specifiche, e che oggi rischiano di essere penalizzate da un passaggio di gestione che invece dovrebbe tutelarle.”
Per questo motivo, i consiglieri firmatari chiedono che il Consiglio comunale di Alghero si esprima con una risoluzione chiara a difesa dei lavoratori, sollecitando Abbanoa a rivedere i criteri del bando e la Regione Sardegna a intervenire con urgenza per evitare gravi ripercussioni sociali e occupazionali sul territorio.
“Ci auguriamo – proseguono Pais, Tedde, Cocco, Salvatore e Fadda – che la stessa posizione venga assunta anche dagli altri Consigli comunali del territorio, così da esprimere una voce unitaria e forte che costringa la Regione a intervenire immediatamente per modificare gli indirizzi di predisposizione del bando e tutelare i lavoratori coinvolti.”
“Ancora una volta – concludono i capigruppo – la presidente Todde si dimostra assente, o peggio, se avesse realmente condiviso gli indirizzi di questo bando che rischia di compromettere la stabilità occupazionale di centinaia di famiglie. Il Comune di Alghero deve farsi parte attiva e difendere chi, con impegno e responsabilità, garantisce ogni giorno un servizio essenziale per la comunità.”
Michele Pais (Lega), Marco Tedde (Forza Italia), Alessandro Cocco (Fratelli d’Italia), Lelle Salvatore (Udc), Massimiliano Fadda (Prima Alghero).

“La Regione vuole veramente potenziare il Marino? Lo dimostri subito”

ALGHERO – “Durante la discussione consiliare sul futuro dell’Ospedale Marino, il consigliere comunale Marco Colledanchise (Orizzonte Comune) ha tracciato un bilancio chiaro e documentato della trasformazione del presidio, richiamando l’attenzione sulla necessità di garantire continuità e trasparenza nella fase di passaggio all’ASL n.1 Sassari prevista per il 1° gennaio 2026.

“Il Marino ha vissuto negli ultimi anni una rinascita reale, non propagandistica. Con l’ingresso nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari dal 1° gennaio 2022, sono ripartiti investimenti, percorsi e fiducia. I dati lo dimostrano: nel 2022 ben 756 interventi sono passati da day hospital a day surgery, con tempi più brevi e minori complicanze. È un risultato tecnico, ma soprattutto umano: pazienti che tornano prima a casa e famiglie meno stressate.”

Colledanchise ha ricordato come nel 2024 la ristrutturazione della sala operatoria abbia rilanciato la chirurgia ortopedica e come nel 2025 il Marino sia tornato anche luogo di formazione e ricerca, ospitando sessioni di chirurgia in diretta e attività di alta specializzazione.

“Il Marino oggi non solo cura, ma insegna e attrae esperienze. È un presidio che mette Alghero sulla mappa della buona sanità”, ha dichiarato il consigliere. Allo stesso tempo, Colledanchise ha riconosciuto le criticità spesso segnalate in questi anni, in particolare la carenza di anestesisti, sottolineando che “i muri non operano: operano le persone. Il capitale umano è il cuore della sanità”.

Riferendosi alla riforma regionale del 2025, che prevede il ritorno del Marino all’ASL n.1, Colledanchise ha ribadito la disponibilità a collaborare con la Regione “nello spirito di una maggioranza responsabile”, ma ha posto alcune condizioni chiare per garantire che il passaggio non comprometta i progressi ottenuti:
– Mantenimento e crescita dei volumi operatori in ortopedia e riabilitazione, con monitoraggio trasparente trimestrale;
– Piano anestesisti dedicato con reclutamento mirato, incentivi di sede e convenzioni ponte con l’AOU per coprire i turni critici;
– Stabilità delle équipe e percorsi di carriera, per preservare la vocazione formativa del presidio;
– Clausole di salvaguardia negli atti di trasferimento per garantire interventi correttivi automatici se i risultati calano;
– Tavolo permanente di monitoraggio con report pubblico mensile su chirurgia, anestesia, riabilitazione e liste d’attesa.

“Non facciamo battaglie di sigla tra AOU e ASL – ha precisato Colledanchise – ma chiediamo un patto sui risultati. La sanità non è un simbolo, è una promessa mantenuta ogni giorno, sala operatoria dopo sala operatoria.”

Nel suo intervento, il consigliere ha voluto anche ricordare chi, negli anni più difficili, contribuì a salvare l’ospedale:

“Non baratterò mai la mia onestà intellettuale. Fino a pochi anni fa il Marino rischiava di essere smantellato. Ricordo chi si oppose e chi lo salvò. Da cittadino devo dire grazie alle associazioni, ai medici e tutti i dipendenti, ai partiti e in particolare all’ex presidente del consiglio regionale Michele Pais, perché è anche grazie a lui se oggi il Marino esiste e raggiunge numeri così alti di operazioni.”

Infine, Colledanchise ha posto la domanda centrale che oggi riguarda la sanità algherese:

“Vogliamo davvero potenziare il Marino o lo vogliamo indebolire a vantaggio di altri ospedali? Io ho bisogno di sapere che a gennaio gli anestesisti conosceranno già i loro turni. Serve continuità, organizzazione e responsabilità. Questo chiediamo come amministratori e come cittadini.”

Marco Colledanchise, Orizzonte Comune

Impianti Sportivi, Alguerugby ancora senza campo: “Perchè Cacciotto non ci dà risposta?”

ALGHERO –  “Ci ritroviamo a dover scrivere questa nota stampa perché crediamo sia giusto nei confronti dei nostri tesserati, delle loro famiglie e di chi ci sostiene in questo progetto.

Un sogno di un gruppo di amici ed ex compagni di squadra che è divenuto realtà, non senza sacrifici. La nascita dell’ Asd Alguer Rugby è ormai realtà ad Alghero. Questo sodalizio ovale è il secondo in città e sta crescendo man mano. Oltre alle varie formazioni del settore giovanile, siamo felici di avere anche un gruppo per il rugby femminile e una squadra di rugby inclusivo. Domenica scorsa, la nostra squadra cadetta ha inoltre esordito nel campionato di Serie C, vincendo la prima partita. Una vittoria che ci ha reso orgogliosi e che ci porta a pensare di essere sulla strada giusta.

Il tasto dolente resta sempre la mancanza di un campo dove poter far giocare i nostri ragazzi. Nonostante le varie richieste e le continue interlocuzioni con l’amministrazione, che ringraziamo per l’impegno nel cercare una soluzione, a tutt’oggi siamo ancora in attesa di capire le motivazioni che non rendono possibile il nostro accesso all’unico impianto da rugby cittadino che proprio questa domenica (26 ottobre) avrebbe dovuto ospitare, come da calendario della federazione, il derby di Serie C tra la nostra compagine e quella dell’Amatori Rugby Alghero.

Abbiamo appreso che la partita sarebbe stata rinviata a causa di alcuni e urgenti lavori da attuarsi sul manto erboso dell’impianto di Via Degli Amici del Rugby, lo stesso che al mattino ha ospitato un concentramento di varie squadre under, compresa la nostra.

Lavori fissati proprio negli orari in cui si sarebbe dovuto disputare il derby in questione. Posto che non è necessario spiegare che il tutto ci è subito sembrato tanto strano quanto chiaro, la cosa che resta è che la partita non si è giocata né in quella struttura, né in nessun’altra.

Per lo spirito che ci contraddistingue non possiamo continuare a veder penalizzata la nostra società che ha la sola colpa di essere un’alternativa valida a quella esistente. Fare sport è un diritto di tutti e continueremo a lavorare e a batterci per questo, informando costantemente la città delle nostre vicissitudini, comprese quelle che con il rugby giocato hanno poco a che fare”.

Presidente e Direttivo dell’ASD Alguer Rugby 2024

“Sanità, ennesimo Consiglio senza risposte: per 5 Stelle, Sinistra e Pd tutto va bene, Madama la Marchesa”

ALGHERO  – “Ennesimo Consiglio comunale aperto sulla sanità privo della capacità di ipotizzare scelte e fare proposte. Il secondo a distanza di un anno. Scelta incomprensibile, anche perché evidentemente organizzato non per affrontare i problemi e proporre soluzioni. Ma solo per mettere in campo la solita “narrazione malata” di una sanità algherese che va bene: “Tutto va bene madama la marchesa”, per dirla alla Nunzio Filogamo”, cosi Forza Italia Alghero che interviene sull’ennesimo Consiglio Comunale svolto ad Alghero in questi anni sulla Sanità, comparto che, come evidenziato da più parti, registra ancora criticità e soprattutto vede svanire importanti risposte come, ad esempio, il nuovo ospedale o almeno un nuova ala del Civile

“Una seduta alla quale non hanno partecipato l’assessore regionale e la presidente Todde, che sono gli unici decisori politici che possono correggere il corso della stanca sanità algherese verso obbiettivi proficui. I dati Gimbe sulla sanità sarda, e quindi, pro quota, su quella algherese, sono devastanti e richiedono interventi correttivi immediati. Oltre 270 mila sardi rinunciano alle cure. Sul fronte dell’assistenza territoriale la Sardegna registra una grave carenza di medici di medicina generale. Mancano almeno 200 medici di base. E la situazione sarda si riflette ovviamente in modo pesante anche sulla sanità algherese. Che d’estate ha la responsabilità della salute di circa 150 mila persone. Per l’ennesima volta abbiamo chiesto la collaborazione fra tutte le forze politiche algheresi per proporre alla Regione un progetto pilota per Alghero e per la Città Metropolitana che possa tamponare la carenza di personale medico che avrà una durata di 10-15 anni”.

“Un progetto che preveda le nuove strutture ospedaliere e che attui un’unica politica del personale sanitario, con la possibilità di gestire unitariamente il personale dei tre presidi di Sassari, Alghero e Ozieri. Trasferendo i presidi di Alghero e Ozieri alla Azienda Ospedaliera Universitaria attuando il concetto di hub e spoke e affidando alla ASL la sanità territoriale, le medicine generale, specialistica, veterinaria, farmaceutica, preventiva, del lavoro, la lungodegenza e la riabilitazione. Uscendo finalmente dalle sterili tesi e facendo proposte concrete per far uscire da questo vortice negativo una sanità che naviga al buio nonostante alcune luci, costituite da alcuni prestigiosi reparti, che non sono però sufficienti per illuminarla”.

“Sanità, dal Centrosinistra ancora bugie e nessuna risposta per Alghero”

ALGHERO – “Come centrodestra abbiamo chiesto la convocazione dell’aula e una risoluzione sul Servizio di Trasporto d’Emergenza Neonatale (STEN) – dichiara Fratelli d’Italia Alghero – ma la scelta della Presidenza di non consentire la votazione è scellerata.”

Da un anno assistiamo al tentativo della Giunta Todde di smantellare uno dei principali presidi sanitari del territorio: l’Ospedale Marino. I rischi derivanti dalla retrocessione dall’AOU alla ASL sono una scelta incomprensibile e politica. Una vendetta contro gli ottimi risultati costruiti sotto il centrodestra.

“Bastano i numeri: oltre 1.200 interventi ortopedici nel 2024, prime protesi di gomito in Sardegna, arrivo della robotica. Tutto frutto dell’ingresso nell’AOU voluto dalla precedente Giunta regionale, che PD e 5Stelle possono anche fingere di non vedere, ma ci sono. Chi oggi vuole riportare il Marino alla ASL deve dire come intende garantire gli stessi livelli di eccellenza. Anche ieri abbiamo sentito le solite rassicurazioni di circostanza”

Dalla seduta emerge ancora una volta l’assenza della Regione, che non si è degnata di inviare neppure un rappresentante dell’assessorato.
Ringraziamo invece l’ing. Tauro, il dott. Palermo, il dott. Delogu e la dott.ssa Nieddu per la presenza e la chiarezza degli interventi, come anche i rappresentanti delle associazioni e dei comitati. Peccato per la scarsa partecipazione del pubblico: un tema così decisivo meritava maggiore attenzione.

“Sullo STEN, servizio vitale per i neonati, la Regione ha deliberato ma non attuato nulla. La Sardegna resta l’unica regione d’Italia senza un sistema di trasporto neonatale d’emergenza. Un ritardo inaccettabile che mette a rischio vite umane.”

FdI e il centrodestra hanno chiesto un tavolo operativo, un cronoprogramma e trasparenza su mezzi e personale, ma anche questo è stato impedito.

“Oggi la sinistra prova ad appropriarsi dei risultati del centrodestra, diffonde bugie sul passato – quando l’Ospedale Marino stava di fatto chiudendo – mentre smonta ciò che è stato costruito. Finge di dimenticare i viaggi dei pazienti da Alghero verso Ozieri. Ma la sanità non è terreno di propaganda: è una questione di dignità per la nostra comunità.”

Il Consiglio comunale si è già espresso all’unanimità in difesa del Marino. Ora il sindaco deve farsi portavoce di quella volontà in Regione.

“Se servirà – conclude FdI – torneremo a manifestare anche davanti al Consiglio regionale. Perché la sanità non è un tema di parte: è una battaglia di civiltà.”

 

 

5 Stelle: “Dopo anni allo sbando, la sanità algherese ottiene risposte”

ALGHERO – “Parlare di sanità oggi significa parlare del cuore stesso della nostra comunità. La salute non è solo un diritto: è la misura concreta della qualità della vita, della fiducia nelle istituzioni e della capacità di chi ha l’onore e l’onere di amministrare una città di prendersi cura delle persone.

Dopo anni di centralizzazione e di perdita di presìdi, la nuova riforma sanitaria regionale ha avviato un percorso di ricostruzione della sanità territoriale, restituendo autonomia, investimenti e protagonismo ai presìdi locali.

Da una situazione innegabilmente critica, nei primi dieci mesi del 2025, la ASL di Sassari ha realizzato un piano straordinario di potenziamento del Presidio Ospedaliero Civile, con 28 nuovi medici assunti tra strutturati e libera professione e 52 nuove figure del comparto sanitario, tra infermieri, OSS, ostetriche e tecnici.

Le aree maggiormente rafforzate sono quelle più strategiche per i cittadini: anestesia e rianimazione, chirurgia, pediatria, cardiologia e pronto soccorso.

Non si tratta di interventi emergenziali, ma di un piano strutturale di rafforzamento che prosegue con il fabbisogno triennale 2025-2027, già trasmesso ad ARES, che prevede concorsi per dieci specialità chiave. Significa pianificazione, continuità e visione per il futuro.

Parallelamente alle assunzioni, il Presidio Ospedaliero è interessato da oltre venti interventi infrastrutturali per un valore complessivo superiore a 20 milioni di euro. Tra i principali progetti: la messa a norma antincendio e la ristrutturazione del Presidio Civile, l’ampliamento del Pronto Soccorso, i nuovi reparti di Radiologia, Oculistica e Pediatria, la Casa della Comunità di via degli Orti (finanziata dal tanto vituperato quanto essenziale PNRR) e la Centrale Operativa Territoriale del Distretto.

A questi si aggiungono nuove dotazioni tecnologiche di ultima generazione, tra cui TAC, risonanza magnetica e sistemi digitali per il pronto soccorso, oltre a interventi di manutenzione straordinaria sulle reti elettriche e sui gruppi elettrogeni.

Un capitolo importante riguarda l’Ospedale Marino, struttura di riferimento della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, che continua a svolgere un ruolo fondamentale all’interno del sistema sanitario algherese e regionale.

L’Ospedale Marino non sarà smantellato: al contrario, è stato rafforzato e potenziato con nuovi investimenti, personale e attrezzature.

Negli ultimi due anni sono stati completati interventi di riqualificazione degli spazi e delle infrastrutture, con particolare attenzione all’adeguamento antincendio e alla sicurezza degli impianti, all’ammodernamento delle sale operatorie e ai reparti di ortopedia, riabilitazione e chirurgia. È in corso inoltre l’acquisizione di nuove apparecchiature diagnostiche e fisioterapiche, con l’obiettivo di consolidare il ruolo del Marino come presidio di eccellenza per la riabilitazione e la traumatologia sportiva.

La collaborazione tra AOU, ASL e Comune di Alghero sta garantendo una sinergia funzionale e territoriale, volta a evitare duplicazioni e a rafforzare la qualità complessiva dei servizi.

“Non ci sarà nessuno smantellamento del Marino – commenta Giusy Piccone, consigliera comunale del Movimento 5 stelle –  ma un investimento nella sua vocazione storica e nella sua piena integrazione con la rete ospedaliera di Alghero”.

La riforma sanitaria regionale ha segnato un punto di svolta, riportando la sanità più vicina ai cittadini e restituendo autonomia e protagonismo ai presidi locali. Si tratta di un cambio di paradigma dopo anni di centralizzazione e accorpamenti che avevano allontanato i servizi dal territorio.

“Come Movimento 5 Stelle – continua Piccone –  continueremo a vigilare e stimolare e, con l’amministrazione comunale, continueremo a fare da ponte con la Regione e con la ASL. Dobbiamo guardare avanti con una visione: un ospedale moderno, efficiente, integrato con il territorio e con la rete delle Case della Comunità, dove prevenzione e cura camminino insieme”.

“Alghero non è più una periferia della sanità sarda, dopo anni di attesa, la nostra città è di nuovo protagonista nella sanità del Nord Sardegna. È questa la differenza tra chi urla e chi costruisce. Noi stiamo costruendo.”

Movimento 5 Stelle Alghero

Criticità Sanità, il PD si scaglia contro il Centrodestra: “Ereditati errori e problemi”

ALGHERO – Nel corso del Consiglio comunale aperto dedicato alla sanità, la capogruppo del Partito Democratico Gabriella Esposito ha richiamato l’attenzione sulla difficile situazione del sistema sanitario algherese, frutto di anni di scelte sbagliate e mancate programmazioni.

“La Giunta Solinas – ha ricordato Esposito – ha lasciato un’eredità pesantissima: ospedali in difficoltà, reparti di lungodegenza chiusi, carenza di personale e servizi territoriali indeboliti. Ora lavoriamo uniti affinché l’ amministrazione regionale in carica rafforzi il cambio di direzione: il lavoro per ricostruire la sanità è già iniziato e deve proseguire con serietà, trasparenza e confronto con i territori.”

Pietro Sartore ha sottolineato come l’Ospedale Marino rappresenti oggi una struttura di eccellenza che funziona bene e che va preservata. Sartore ha precisato di non essere interessato alla questione formale della dipendenza amministrativa – se AOU o ASL – “per i pazienti ciò che conta è l’efficienza del servizio, non la direzione a cui la struttura afferisce”.

Ha ricordato, però, come il passaggio del Marino all’Azienda Ospedaliero-Universitaria abbia creato un “ibrido gestionale”: un ospedale civile sotto l’ASL e un ospedale marino sotto l’AOU. Tale situazione, peraltro, ha impedito ad Alghero di ottenere il riconoscimento di ospedale di primo livello, poiché senza i posti letto del Marino questo non è possibile.

Nel suo intervento, il consigliere Luca Madau ha sottolineato “la necessità di una governance sanitaria integrata e coerente, capace di unire Marino, Civile e Ozieri in un’unica regia territoriale, condizione indispensabile per dare piena attuazione al progetto del Dea di I livello, la vera soluzione alle carenze che oggi riscontriamo”
Ha poi aggiunto alcuni dati: “la Sardegna dispone di un numero di medici superiore alla media nazionale, ragion per cui le criticità del sistema derivano da un’errata gestione e distribuzione del personale, più che da una reale carenza di professionisti”.

Il Partito Democratico, continuerà a essere una forza vigile e propositiva, avanzando proposte concrete per migliorare i servizi e restituire fiducia ai cittadini: dal ripristino dei posti letto e delle lungodegenze, all’assunzione di pediatri e personale sanitario, fino al potenziamento del Civile e del Marino e al rilancio della sanità territoriale.

“Non ci limitiamo alla denuncia – hanno concluso –. Vogliamo contribuire a costruire soluzioni. Chiediamo un tavolo permanente tra Regione, Comune, ASL e rappresentanze sanitarie per monitorare gli impegni e garantire che Alghero torni ad avere una sanità efficiente e vicina alle persone.”

“Sanità, Bartolazzi snobba il Consiglio Comunale di Alghero: fatto grave”

ALGHRO – «Oggi ad Alghero si è tenuto un importante Consiglio comunale aperto, alla presenza dei vertici della Aou e della Asl di Sassari, ma con un’assenza che pesa come un macigno: quella del governo regionale». Così il consigliere comunale della Lega, Michele Pais, commenta con amarezza l’esito della seduta dedicata alla sanità del territorio.

«Non solo non si è presentato l’assessore regionale alla Sanità – spiega Pais – ma neppure il capo di gabinetto ha ritenuto opportuno partecipare. Una scelta che considero irrispettosa nei confronti del Consiglio comunale e della città di Alghero, che avrebbe meritato risposte chiare sulla politica sanitaria per il Nord Ovest della Sardegna».
Secondo Pais, l’assessore avrebbe potuto illustrare la visione del governo regionale per il futuro della sanità territoriale e, soprattutto, spiegare le ragioni dell’unico atto compiuto finora: «l’annullamento delle deliberazioni del precedente governo regionale, con cui si disponeva la costruzione dei nuovi ospedali di Alghero e di Sassari. Una decisione gravissima – sottolinea – di cui gli algheresi ancora non hanno pienamente compreso la portata. Quegli atti rappresentavano la risposta sanitaria dei prossimi cinquant’anni».
Durante la seduta, i direttori generali della Aou e della Asl di Sassari hanno confermato la prosecuzione delle attività programmate e l’utilizzo di circa 40 milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico e infrastrutturale degli ospedali Civile e Marino. «È importante ricordare – aggiunge Pais – che questi investimenti derivano da finanziamenti del precedente governo regionale di centrodestra».
Il consigliere cita anche l’intervento del professor Palermo, che ha ribadito l’eccellenza dell’Ospedale Marino con le sue specialità in ortopedia, traumatologia, riabilitazione ed endocrinologia: «Una struttura che oggi vanta numeri record di interventi e prestazioni, ma il cui futuro resta incerto a causa del passaggio di gestione dall’Università alla Asl, scelta ritenuta da molti fortemente rischiosa».
Pais ha ricordato inoltre come il Marino fosse stato formalmente chiuso dal governo regionale di centrosinistra nel 2017: «Se oggi è tornato a essere un presidio vitale, lo dobbiamo alla determinazione dell’allora primario dottor Gianni Lubrano e della sua equipe, di cui faceva parte anche l’attuale primario, dottor Giuseppe Melis».
Altro nodo irrisolto è quello del personale medico. «Solo grazie alle scuole di specializzazione avviate dal 2020 – spiega – si inizia oggi a vedere qualche risultato concreto. Le borse di studio regionali sono passate dalle 34 del 2020 alle 500 finanziate con 100 milioni di euro dal governo di centrodestra: un salto epocale nella programmazione sanitaria».
Ma restano situazioni critiche, come i reparti di chirurgia e soprattutto il pronto soccorso, «ormai al collasso», denuncia Pais.
«L’assenza dell’assessore regionale ha impedito di fare chiarezza e di tracciare una rotta per il futuro. Una rotta, purtroppo, che oggi sembra non esserci» conclude Pais.