“Basta energie fossili, votiamo Si”

ALGHERO – “Domenica 17 aprile si voterà al referendum che dovrà decidere sulla sorte delle concessioni di 88 piattaforme offshore sparse lungo le coste italiane, ovvero se si potranno ancora estrarre gli idrocarburi dal mare nella zona che rientra entro 12 miglia dalla costa (all’incirca 20 chilometri dalla terraferma) fino ad esaurimento dal giacimento (come è previsto tutt’ora dalla legge) oppure fino al termine della concessione, in tal caso a prescindere dal fatto che ci siano ancora sotto i fondali gas e petrolio da estrarre”. Cosi Mimmo Pirisi in questo caso in qualità di consigliere comunale del Partito Democratico.

“Da consigliere comunale del Partito Democratico e da tecnico del settore ritengo che sia necessario andare a votare per questo referendum esprimendo il proprio SI al quesito, ovvero dare l’assenso, una volta scaduta la concessione, allo smantellamento delle piattaforme che ad oggi sono posizionate in mare a meno della fatidica soglia dei 12 miglia dalla costa. Ricordiamoci anzitutto che questo è il primo referendum proposto dalla regioni (che rivendicano così la loro voce in capitolo sulle politiche energetiche), quindi dai territori che vengono interessati direttamente dalle estrazioni decise dai governi centrali, estrazioni la cui durata, prolungata oltre la concessione, è stata contestata dalla Corte Costituzionale motivando così il ricorso alla consultazione popolare. Conseguentemente, se la norma governativa non venisse rigettata, c’è il serio rischio che possa essere mossa una procedura d’infrazione per l’Italia da parte della Commissione Europea”.

“Come ha affermato il vicepresidente del WWF Italia, il petrolio presente nei fondali italiani è talmente scarso che la produzione delle piattaforme estraenti presenti nella fascia delle 12 miglia soddisferebbe giusto l’1,9% del fabbisogno energetico nazionale arrivando a coprire appena sette settimane di approvvigionamento. A ciò si aggiunga il fatto che 42 piattaforme su 88 non sono mai state sottoposte alla Valutazione di Impatto Ambientale, che il 48% delle 31 concessioni sono troppo vetuste e 8 piattaforme sono considerate non produttive e quindi da smantellare. Inoltre dati raccolti tra il 2012 ed il 2013 dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale in uno studio commissionato dall’Eni rivelano che nei sedimenti marini prossimi alle 34 piattaforme gestite dalla multinazionale nell’Adriatico si rintracciano sporadicamente sostanze chimiche in quantità che superano i limiti imposti dalla legge. Infine le piattaforme di estrazione di idrocarburi corrispondono allo stato delle royalties, cioè imposte applicate sul valore di vendita del materiale di estrazione, così basse che l’eventuale perdita delle stesse non creerebbe un danno alle casse erariali”.

“Ritengo perciò decisamente controverso continuare a puntare sull’energia prodotta da fonti fossili visti i rischi non adeguatamente compensati dai benefici, quando l’Italia rappresenta uno dei Paesi che più ha scommesso sulle rinnovabili, raggiungendo in anticipo l’obbiettivo fissato dall’Unione Europea della quota 17% di energia green entro il 2020. Per questi motivi invito tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro territorio, sia locale che nazionale, di far sentire la propria voce domenica 17 aprile, per avere così l’occasione unica di difendere la nostra ricchezza naturale che non è certo il petrolio”.

Nella foto Mimmo Pirisi

S.I.