Alghe al Calich: troppe falsità

ALGHERO – “Il proliferare del bloom algale sulle acque meno profonde e stagnanti di una parte del Calich ha destato nei giorni scorsi qualche preoccupazione. E ha provocato studi e analisi da parte di esperti e organismi a ciò deputati”. E’ la rappresentante del Circolo Popolare Europeo Lina Bardino a intervenire sul tema del Calich e depuratore.

“Ma anche le attenzioni del nuovo editorialista dell’organo di riferimento dell’amministrazione comunale che strumentalmente punta il dito contro il depuratore di San Marco. Che questa volta propugna singolari tesi in completa solitudine, abbandonato perfino dai suoi soliti sodali opinionisti. Infatti, se da una parte è noto che la fioritura algale necessiti di nutrienti (azoto e fosforo in primis) per il suo proliferare, dall’altra si evidenzia come le stesse sostanze sostengano un’altra popolazione di organismi: i batteri dei fanghi attivi che stanno alla base dei sistemi depurativi. Il buon funzionamento dei depuratori si fonda su questo basilare principio che non ci risulta sia venuto a mancare nei giorni scorsi. Nessuno ha segnalato, infatti, danni o malfunzionamenti al depuratore di San Marco”.

“Ergo, così come affermato di recente e in modo pubblico dallo stesso editorialista, le acque depurate provenienti da San Marco sono addirittura pù salubri di quelle contenute nell’invaso del Cuga. Ed allora, cosa potrebbe essere accaduto? (Ex) sodali dell’editorialista e affermati professionisti dell’Arpas (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna) concordano nell’attribuire alle alte temperature del mese di febbraio (uno dei più caldi degli ultimi decenni) e alle abbondanti precipitazioni (che avrebbero convogliato le acque del bacino imbrifero verso il Rio Filibertu, e con esse i nutrienti al suolo) la ragione di tale proliferazione verde. Non si esclude neppure un prolungato e incontrollato impiego in agricoltura di concimi in grado di alterare la composizione chimica del suolo e il suo contributo nella percolazione delle acque piovane”.

” Arpas, Agris, Istituto Zooprofilattico, Area Marina protetta di Capo Caccia e Università sono stati convocati del Parco di Porto Conte in virtù della definizione di un futuro tavolo tecnico che accerti le cause di questo (si spera) stato stagionale dello stagno del Calich. Secondo l’editorialista si tratta di tempo e risorse sprecate: sarebbe stato sufficiente, a quanto pare, consultarlo per avere contezza della causa di qualsiasi male investa lo specchio d’acqua alle porte di Fertilia”.

Nella foto il Calich

S.I.