Porti turistici: Regione tagli Iva

CAGLIARI – “Egregio Presidente, ci permettiamo di segnalarti un intervento urgente per il quale, alla vigilia della stagione turistica, solo la finanziaria ora all’esame della commissione che tu presiedi può porre rimedio.” Inizia così la lettera indirizzata da Silvio Lai, componente della commissione bilancio, e Giuseppe Cucca, della commissione giustizia del Senato, al presidente della commissione bilancio del consiglio regionale Franco Sabatini. I parlamentari segnalano gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale 21 del 2016 che annulla la riduzione dell’IVA al 10%, prevista dalla legge di stabilità 2015 e confermata da quella del 2016, estinata ai porti turistici, in particolare alle strutture ricettive all’aria aperta dentro gli stessi porti, i Marina Resort, per le regioni che non hanno legiferato in merito”.

Una sentenza, apparsa anche sui principali quotidiani economici che riporta al 22% l’Iva con effetto anche retroattivo tanto da richiedere il versamento della parte non richiesta agli stessi clienti che ne avessero usufruito. “Come tu sai, dopo la sentenza, solo i Marina Resort di Friuli, Emilia Romagna e Liguria potranno contare sulla riduzione dell’Iva dal 22 al 10% perché le Regioni hanno provveduto a legiferare in merito, e potranno così contare su un vantaggio competitivo sui porti delle altre regioni. Stiamo parlando di un settore, quello appunto dei Marina Resort, in forte crescita le cui potenzialità in Sardegna rischiano di essere limitate rispetto alle Regioni sopra citate. Mentre il ministero dell’economia sta lavorando per porre rimedio sul piano generale, tra notevoli difficoltà, penso sia giusto suggerirti che all’interno della finanziaria regionale, trovi spazio una normativa regionale, analoga a quelle delle tre regioni virtuose, che consenta di mettere al sicuro le strutture ricettive all’aperto, che altrimenti perderebbero competitività rispetto alle altre.”

“La nostra volontà in legge di stabilità era quella di dare continuità a questa norma, che costa circa 20 milioni di euro di mancate entrate per lo Stato ma che tende a proteggere la ripartenza di un settore strategico per un paese ricco di coste, di porti e di tradizione marinara e nautica. Per questo motivo siamo pronti a supportare il Mef nella ricerca di una soluzione ma penso sia necessario evitare il rischio che a poche settimane dall’avvio della stagione turistica, la Sardegna si trovi scoperta su questo piano e colga invece l’occasione per normare in analogia alle altre regioni, i marina resort, anche semplicemente estendendo a tali fattispecie la normativa già esistente delle strutture ricettive all’aria aperta.”

Nella foto Porto Ottiolu

S.I.