Cap d’Any di Bruno, un quadro antico

ALGHERO – Sabato scorso il Sindaco Bruno, l’assessore Esposito e il presidente della Fondazione Meta Alfonso hanno presentato gli appuntamenti del capodanno algherese. Come già annunciato nei giorni precedenti, la band che accompagnerà il countdown verso il 2016 è Elio e le Storie Tese (anche se ad oggi da parte della band non c’è alcuna comunicazione ufficiale sulla conferma della data). Diverse le polemiche riguardo questa scelta. Ovviamente non per la qualità della band, ma per un format che, già da qualche anno, ha segnato il suo tempo e diventa solo una “gara” coi comuni limitrofi su chi “porta più gente in piazza il 31”. Mentre, com’è noto, il Cap d’Any è nato per attirare principalmente flussi turistici esteri e non unicamente riempire una porizione del porto con giovani dei paesi del circondario e poco più. Sul tema interviene il consigliere comunale del Partito Democratico di Alghero Enrico Daga. Che, attraverso una sorta di “lettera aperta-sfogo”, azzarda un paragone che fotografa al meglio l’attuale situazione.

“Mi sia consentita una riflessione sui trionfalismi di questi giorni in occasione della presentazione degli eventi di Capodanno 2016. Mi si passi la metafora, ma è come osservare la goffaggine di chi avanti negli anni non rinuncia alle scollature da teenager per ingannare il tempo che passa. Quanti se ne incontrano così, gente senza malizia. Ma si sa, è l’apparenza quello che conta. Veniamo ai nostri: petto in fuori, piglio deciso, la concorrenza è sbaragliata. In anticipo su tutti, si è scelto “da professionisti”, dal catalogo dagli agenti che propongono artisti per tutti i gusti. Il dovere è compiuto, gli impegni sono stati rispettati: “ecco il programma di Capodanno”. Poco importa se è solo forma, la sostanza può attendere. Il trucco funziona, in linea con il solito agire dell’amministrazione del sindaco Bruno, anche col Capodanno siamo alle solite. Un quadro Antico o, meglio, un usato sicuro, rimaneggiato qua e la, coperte le ruggini con vernici sgargianti per farci credere di essere al passo coi tempi. “La nomination” è ricaduta su Elio e le Storie Tese, dei bravi artisti. Si dirà: Elio è un volto da X Factor!
Il punto non è contestare Elio, e nemmeno farci una bella festa di Capodanno, quanto gestire le poche risorse di cui disponiamo per lanciare un’altra stagione per l’accoglienza di turisti. L’imperativo è rilanciare la destinazione, non battere Castelsardo sulle presenze in piazza il 31. Non ci interessa ergerci a critici musicali, ma ci preme evidenziare che la sfida dovrebbe essere quella di lanciare un’altra stagione turistica per mettere in moto nuova e stabile economia. Siamo lontani anni luce dagli obiettivi che una città come Alghero dovrebbe porsi. Si sta sacrificando un vero progetto di rilancio per strizzare l’occhio ad una comunità esanime. Si percorre la strada più facile, quella dove il coraggio e la capacità sfidante non servono. Meglio copiare da chi l’ha fatto quasi vent’anni prima.
Fa comunque piacere che nel cartellone di Capodanno (siamo ben oltre l’ Epifania), siano stati inseriti gli Internazionali di Motocross, evento che inseguiamo all’incirca da due anni, che, se ben gestito potrà aprire le porte alla realizzazione di una tappa del campionato del mondo della stessa disciplina sportiva ad Alghero. È giusto dire che coloro che oggi annunciano trionfanti questo risultato, con un po’ di impegno in più, ci avrebbero aiutati ad anticipare le cose di un anno. Parliamo di un evento sportivo inizialmente sottovalutato e perfino da alcuni ambienti della maggioranza perfino osteggiato: “il Motocross al parco mai!”, dicevano. Siano comunque felici di tanto entusiasmo.
Ovviamente, non appartenendo a noi il sentimento della rivalsa e dell’invidia, siamo contenti e felici, in primis per gli appassionati, organizzatori e turisti, che Alghero ospiti questo evento.
Siamo felici che anche i solerti ambientalisti che a suo tempo fecero le barricate per impedire che questo evento giungesse in Riviera, oggi restino in silenzio, che abbiamo superato le resistenze dato che, quasi fuori tempo massimo, è giunto il segnale dall’alto che la gara si potrà fare al Lazzaretto. E’ un quadro antico, pieno di trucchi, dicevamo. Questo anche nella comunicazione. Il media di riferimento, sempre solerte, azzarda un paragone sacrilego con la nascita del Cap d’Any targato Azienda Autonoma di Soggiorno, e in particolare del grande direttore Franco Serio che, insieme all’allora assessore Costanino, diedero il via a questo tipo di format. Ciò a cui assistiamo oggi è lontano anni luce da quel mondo, si scordino di poter essere, anche solo per un attimo messi vicino a quel modello. Un po’ di pudore, suvvia!

Si tratta di un modello che ha fatto scuola, ma che oramai deve essere innovato, che già da 10 anni è finito in un binario morto. Tutti siamo consci che serve modificarlo, rimodularlo, legarlo ai tempi moderni. Tutti, tranne l’amministrazione! Ancora una volta si è presa la strada opposta, si ribadisce un cliché che nel frattempo vede altre mete del circondario e oltre, riproporlo identico e con più budget di Alghero. Ci dovremmo accontentare dunque di un quadro antico, taroccato, in cui si spaccia il concerto di una band (apprezzabilissima s’intende!) che nelle estati sarde gira nelle piazze dei vari paesi del circondario, in appuntamenti che le nostre ottime e associazioni avrebbero proposto in altri periodi dell’anno senza attendere il capodanno dove, tra l’altro, il cachet degli artisti raddoppia (ci troveremo a sborsare 80.000 euro circa per il solo il concerto?). Ma la cosa che sconvolge maggiormente è l’annuncio a mezzo stampa dei giorni scorsi del sindaco che parla di concertazione con gli operatori (albergatori e ristoratori) per allungare la stagione. Peccato lo faccia un secondo dopo aver progettato in solitudine le banalità di questo capodanno che non porterà un turista, se non gruppi di giovani del circondario, dopo aver ritoccato al rialzo la tassa di soggiorno senza darne comunicazione preventiva, il tutto a margine di una stagione in cui centinaia di operatori grazie al disastro dei suoli pubblici hanno lavorato nell’angoscia. È veramente troppo.

Per chiudere: questi sono trucchi che come detto, forse incantano qualcuno, ma il mondo è andato molto avanti rispetto alla staticità a cui ci stanno condannando. Alghero, purtroppo, con questa amministrazione è sprofondata in un declino sociale ed economico mai visto”.

Nella foto Enrico Daga

S.I.