Bruno va avanti. Far-west Alghero

ALGHERO – “Rientro ora a casa dopo una delle tante giornate di lavoro. Moltissime persone comuni che incontro mi fermano e mi chiedono di “andare avanti e di tenere duro”. Le ascolto. Sento nella loro stretta di mano molta più energia delle critiche mediatiche (che accetto) e delle accuse spropositate e strumentali di opposizioni scomposte. E si va avanti, allora, dritti verso la realizzazione del programma”. Questo, ieri sera. Un refrain, anche stucchevole (soprattutto nella parte di cui parla ancora di “media”, colui che ha avuto spazio come nessuno mai), che, ormai, si ripete da mesi: ogni qualvolta (molto spesso) Bruno e la sua compagine vengono travolti da problemi e scandali appare il solito post dove viene riportata la volontà dei suoi sostenitori di “andare avanti”.

Niente di strano, se non fosse che quello che sta accadendo in questi giorni va ben oltre ogni più fervida immaginazione riguardo le peggiori vicende che potessero colpire il Comune di Alghero: vice-sindaco, storico politico algherese, senza cui Bruno non avrebbe vinto le elezioni e soprattutto neanche pensato, probabilmente, di candidarsi, arrestato. Stessa fine per un fondamentale dirigente e un impiegato “tutto-fare” entrambi essenziali per la macchina amministrativa. Eppure, nonostante tale, brutta vicenda già definita “la pagina più nera” per la politica algherese, si leggono commenti che palesano la volontà di andare avanti, come nulla fosse.

Tutti, ma proprio tutti, si sarebbero aspettati delle dimissioni, almeno temporanee (infatti il sindaco ha 30 giorni di tempo per poter ripensarci). Un lasso di tempo che sarebbe servito per calmare le acque, ripristinare un po’ di ordine e, chissà, aprire un’altra, anche se breve, fase politica in vista della fine del mandato. Invece niente. “Tutto bene, madama la Marchesa”. Un atteggiamento che definire marziano, oramai, non è più sufficiente. Siamo in pieno “far-west”. Un’agire fuori dal comune e oltre i limiti che è stato ben individuato dagli inquirenti sul caso del campo di Maria Pia e, a quanto pare, anche su diversi altri. Tutto questo ad Alghero, una città città già stremata da una crisi infinita (politica, economica e dunque sociale), ma soprattutto, da sempre, sotto questi aspetti, piuttosto tranquilla e immune (almeno così sembrava) da virus legati ad ambiti corruttivi e malsani della vita pubblica. A questo punto, la domanda nasce spontanea: cos’altro deve accadere affinchè chi governa si assuma le sue responsabilità e liberi Alghero da questa morsa letale?

Nella foto Mario Bruno

S.I.