“Alghero strangolata e impoverita, politica cieca e uniforme”

ALGHERO – “Domenica 6 luglio si è tenuta ad Alghero l’assemblea pubblica “Chi possiede Alghero?”, promossa dalla Collettiva Dignitat e dal Collettivo Alghero Antifascista. Un momento di confronto partecipato e determinato, nato dall’urgenza di denunciare lo stato allarmante in cui versa la nostra città.
Alghero oggi è strangolata da un processo di turistificazione selvaggia, da politiche urbanistiche che svuotano il centro storico e da un uso privatistico del suolo pubblico, pensato per alimentare la rendita e il profitto, non certo per tutelare il bene comune. Ma il cuore del problema è più profondo e inquietante: una gestione cittadina permeata da logiche clientelari, dove prevalgono le “buone relazioni”, da poteri opachi e da un pensiero autoritario che si manifesta nella repressione delle esperienze sociali indipendenti, nell’emarginazione dei cittadini critici e nel controllo informale di spazi, risorse e relazioni.
La turistificazione non è solo un problema urbanistico o economico: è una forma di colonialismo moderno, non dissimile da quello che da decenni occupa chilometri di costa sarda con basi militari che sottraggono spazio, autodeterminazione e dignità alle comunità locali. In questo caso, il territorio viene svenduto agli interessi di chi trasforma le città in parchi giochi per visitatori, mentre i residenti vengono espulsi, sfruttati e messi a tacere.
Come ogni colonialismo, anche questo si impone con strumenti efficaci di controllo: la turistificazione è una droga che addormenta lo spirito critico della popolazione, specialmente di quella lavoratrice, costretta a turni estenuanti, malpagati e privi di tutele, in nome di una crescita economica che arricchisce pochi e impoverisce molti. Si crea così un clima in cui le forme di resistenza sono isolate, mentre lo sfruttamento viene normalizzato.
In questo scenario, tutte le forze politiche, senza distinzioni di schieramento, hanno mostrato la stessa incapacità e mancanza di volontà nel contrastare questa deriva. Una politica cieca e uniforme, che si trincera dietro regolamenti inefficienti e decisioni calate dall’alto, mentre sul campo tollera – se non alimenta – le dinamiche che favoriscono speculazione, esclusione e sfruttamento.
Emblematico è il caso di Respublica, realtà sociale attiva nel centro storico, eliminata da una gestione amministrativa che pratica vandalismo istituzionale, come nel caso della recinzione e del degrado deliberato di Piazza Pino Piras. Una politica che non sa opporsi alla penetrazione di logiche affaristiche, ma sa bene come perseguitare chi alza la voce e si organizza per difendere il territorio.
Denunciamo con forza questa connivenza trasversale e chiediamo che si rompa il silenzio. La cittadinanza non organizzata viene esclusa, mentre chi si mobilita viene isolato, delegittimato, se non apertamente criminalizzato. In questo clima, non sorprende che forme di mentalità “mafiosa” si radichino nei processi decisionali e nei comportamenti quotidiani del potere.
L’assemblea si è conclusa con la volontà comune di continuare la lotta, costruendo spazi autonomi di resistenza e proposta, perché Alghero non è in vendita. È nostra e vogliamo riprendercela.
A titolo simbolico i partecipanti hanno varcato le transenne del cantiere aperto e hanno documentato lo stato fatiscente di una piazza ormai preclusa da troppo tempo alla cittadinanza”

Collettiva Dignitat e Collettivo Alghero Antifascista

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“Diumenge 6 de juliol sès tenguda a l’Alguer l’assemblea pùblica “Qui tè l’Alguer?”, de la collettiva Dignitat i de Alguer Antifeixista. Un momento de confront partecipat i autodeterminat, nat de l’urgencia de denuncià l’estat allarmant de la ciutat.
l’Alguer avui ès sufocada de un procés de turistificaciò, de politiques urbanistiques que buiden l’Alguer vella i de un ús privatista de l’espaci pùblic, pensat per ampliar la rendita i lo profitto, no per tutelar lo bè comù. Ma lo cor del problema ès mès profund: una gestiò de la ciutat de llogiques clientelar, onti guanyen les “bones relacions” de poder offuscat i de un pensement autoritari que se manifesta ne la repreciò de les esperencies social indipendent, ne l’ermaginaciò de los ciutadans critic i ne lo control informal de los espacis, riqueses i relacions.
La turistificaciò no ès sol un problema de urbanistica o d’economia: ès una forma de colonialisme modern, al mateix com l’ocupaciò militar que treure espacis, autodeterminaciò i dignitat a les comunitat local. En aquest cas, lo territori vè donat a los interessos de qui canvia les ciutats en camp de jocs per los visitadors, mentre los abitants venen caxat, esfructat i
silenciats.
Com cada colonialisme, tambè aqueix se imposa amb estruments eficaços de control: la turistificaciò ès una droga que adormi l’esperit critic de la populaciò, especialment de aquella treballadora, forçada a hores massacrant, malpagats i sense tutele, en nòm de una crescita econòmica que enriqueix pocs i emprobeix molts. Se crea aixì un clima onti les formes de resistencia son divises, mentre l’esfructament vè normalitzat.
En aqueix scenari, totes les forces politiques, sense distincions, han fet veure la matexa incapacitat i mancancia de voluntat nel contrastar aqueixa deriva. Una politica cega i uniforme, que se amaga endrera regolaments i decicions devallat da l’alt, mentre en camp acepta – si no amplia – les dinamiques que favoreixen especulaciò, exclusió i esfructament
Pe comprendre bè la situaciò, massa important ès lo cas Respublica, realtat social attiva ne l’Alguer vella, ruinada i eliminada de una gestiò amministrativa que fe vandalismo istitucional, com lo cas de les tanques en plaça Pino Piras. Una politica que no fe oposiciò a les llogiques de affari, ma comprèn bè com perseguir qui aixeca la veu e se organitze per defendre lo territori.
Denunciem amb forca aqueixa politica i demanem que se rompi lo silenci. Los abitants no organitzat venen caxat, mentre qui se mou vè isolat, si no criminalitzat. En aqueix clima, no son estrany les formes de mentalitat mafiosa ne los procès decisional i ne los comportaments quotidià de lo poder.
L’assemblea sés concluida amb la voluntat comù de continuar la lluita, construint espacis autonomi de resistencia i proposta, pe cosa l’Alguer no ès en vendita. Ès de nosaltres e volem reprendre-la.
A titòl simbolic los partecipants sò entrats a dins de la plaça tancada”

ECCO ALCUNE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE