San Giovanni, basta parole: azioni

ALGHERO – Tra le tante questioni ancora irrisolte e giusto appena affrontate, con qualche titolo, ma senza andare a fondo del problema e dunque risolverlo, c’è quella riguardante il tratto di costa di San Giovanni. Le correnti del golfo di Alghero, tra barriere e struttura portuale, hanno causato il netto ampliamento di quel tratto di litorale. In passato, come sanno tutti gli algheresi e mostrano anche le immagini di Algheronews, in quella zona c’era solo una sottile lingua di sabbia e, comunque, pur essendoci una spazio ridotto, era sempre molto frequentata. Certamente non a ridosso del “canalone” che riversa in mare le acque derivanti da alcuni residenze che scaricano al suo interno. A questo, negli anni, si è sempre creato naturalmente un ammasso di posidonia che poi è diventato un vasto cumulo di materiale da considerarsi rifiuto al pari dei residui secchi delle essenze arboree.

Come noto, però, la normativa vigente non ha aiutato. In passato il sindaco Marco Tedde fu addirittura oggetto di un segnalazione per aver attuato quello che oggi, invece, viene realizzato senza alcun tipo di sanzione. Del resto il mondo va avanti e alcuni studi stanno certificando quello che tutti sanno ovvero che ammassi di quel tipo possono essere rimossi e perfino gettati in discarica. Non, ovviamente, la posidonia sana e fresca che si deposita sulla battigia. Questa potrebbe essere recuperata per realizzare, ad esempio, concime. E comunque il suo riutilizzo è normato da leggi specifiche. Fino poco tempo fa le alghe potevano essere solo stoccate in loco e poi riposizionate. Per questo, sempre Tedde, decise di farle depositare nell’angolo tra San Giovanni e molo di sotto-flutto del Porto. Una scelta, ovviamente, temporanea e che non doveva diventare definitiva, come anche indicato recentemente nella manifestazione a favore dei balneari e soprattutto della “rinascita di San Giovanni” da parte del Centrodestra Sardista e Civico.

Ma, da quella decisione, ne è passata di acqua di mare sotto i ponti e soprattutto di tempo con le normative che sono cambiate e soprattutto tanti sindaci hanno deciso di agire di iniziativa propria liberando le spiagge dalle alghe, come dovrebbe essere sempre nelle località turistiche, già da aprile. A prescindere dalla posidonia che si posiziona, anno per anno, lungo la battigia e che, per salvaguardare l’arenile, andrebbe mantenuta più a lungo possibile, compatibilmente con la partenza della stagione caldo e della fruizione delle spiagge, resta ancora presente, nonostante siano passati quasi dieci anni, il problema di San Giovanni con, di fatto, una sorta di “discarica” in piena città.

La Goletta Verde ha confermato quello che era noto: quel tratto di mare non è balneabile. Proprio per questo, in tutto questo lasso di tempo, dalla fine delle Giunte Tedde, che ha visto susseguirsi due amministrazioni e due commissari, si sarebbero dovute attivare almeno due azioni: la realizzazione di un scarico alternativo a quello in mare da parte del canalone e sopratutto ripulire dall’ammasso di alghe putride, rifiuti e terriccio misto a sabbia l’area tra lo stesso canalone e il Porto. Nel primo caso sarebbe bastato reperire i finanziamenti per creare un tubatura che si immettesse in quella già esistente sotto l’approdo e che sboccava dentro il sistema di depurazione cittadino. L’altro aspetto doveva vedere, sempre delle risorse per realizzare l’intervento tramite progettualità e mezzi adatti.

Trascorso il tempo, niente o poco è accaduto. Così da trovarsi, a ridosso del 2020, quando Alghero avrebbe già dovuto essere molto migliorata visto il “Piano Strategico” (prodotto dalle Giunte Tedde) che la riguarda e che invece è rimasto sulla carta, ancora ferma su diversi aspetti compreso questo dell’inquinamento dello splendido specchio acqueo cittadino con spiaggia annessa. In tutto il Mondo, una condizione del genere l’avrebbero rivaluta e messa a regime per produrre economie, con attività e spazi per intrattenimento, e sopratutto evitare che venissimo additati di avere un mare inquinato. Invece, nonostante l’apparente anelito ambientalista che spinge su alcuni temi l’attuale compagine governativa, su questo aspetto non c’è stata alcuna soluzione definitiva. Solo parole, parole e parole. Mentre, è evidente, e oramai spetta alla prossima amministrazione, sarà indispensabile anzi urgente attivare un intervento risolutore per il bene di Alghero.

Nelle foto il tratto di San Giovanni negli ultimi 50 anni. Nel video la pessima attuale condizione

S.I.