Politica-piccina, l’amarezza di Daga

ALGHERO – “Nello scorso mandato, nei primi tre anni ho fatto opposizione, prima di immolarmi ai voleri di un partito che ha perso la capacità di ascoltare le persone, e si è piegato, ahimè, al delirio di chi per farsi un po’ di nomine e garantirsi la rielezione, ha buttato a mare un percorso di sacrifici durato anni. Doveva essere la riunificazione del centro sinistra, ne è stata la sua dissoluzione”. Bilancio di fine anno, e forse, almeno per ora, di disimpegno politico, anche per Enrico Daga. All’orizzonte ci sarebbe il ritorno in Consiglio Comunale, ma il condizionale è d’obbligo: primo perchè non sono ancora arriva le annunciate dimissioni di Mario Bruno (che permetterebbero l’ingresso in Aula di Daga), secondo perchè non è detto che se si crei questa possibilità Daga accetti, lasciando entrare nell’assemblea civica Alma Cardi. A parte questo dalle parole dell’ex-assessore provinciale emerge una non velata amarezza per la generale condizione politica e in particolare dei rappresentanti della sua area e partito, ma, d’altra parte, si fa strada la volontà di cambiare pagina e andare avanti, oltre.

Ma, ritornando alle sue parole, ecco che riporta alcune sue recenti azioni da oppositore (a Bruno): “ho proposto di dare una casa ai rom, quando l’amministrazione di allora li voleva schiaffare prima a San Marco poi a Olmedo. Sapete tutti com’è finita: Rom in casa e il comune di Alghero modello di integrazione in Europa“.

Ho proposto l’istituzione della consulta giovanile attraverso una mozione molto articolata. È nata, ed è stata perfino utilizzata a fini politici, purtroppo. Ma è nata, e ne sono felice, i giovani di Alghero hanno uno strumento poderoso in mano, se solo lo sapessero usare e se la politica li sapesse coinvolgere disinteressatamente . Ho proposto la realizzazione di una rivoluzione copernicana nei rapporti con l’agro di Alghero. È nato il piano di valorizzazione della bonifica, che a breve, se non ci saranno follie politiche, vedrà alla luce una variante urbanistica che interessa 5000 ettari di territorio che consentirà a privati e imprese di sviluppare economie nel settore primario garantendo investimenti piccoli e medi per i prossimi vent’anni. Ho proposto di investire sulle frequentazioni di Antoine De Sant’Exupery nel nostro territorio, ne è nato un museo, il MaSe. Ho lasciato il consiglio comunale dopo aver riportato ad Alghero, grazie ad un corposo finanziamento della Regione targata PD, Joan Busquets, l’uomo che ha cambiato il volto di Barcellona, della stessa Alghero, che sta lavorando al piano urbanistico di Manila, quello di Trento, è colui che sta inventando per conto del governo una città di sana pianta in Cina, egli è docente ad Harvard, una delle prime università al mondo. Insomma, ho provato a costruire. E questi sono solo alcuni esempi, non vi voglio annoiare”.

“Sono passati pochi mesi e mi sembra un secolo,  un’altra vita. Non ho rimpianti ne rimorsi, sono solo dispiaciuto di vedere in fumo il sacrificio di anni a fronte del nulla cosmico. Devo dire, anzi,  che lo stupido sono stato io, che ho scambiato molta della gente con cui ho fatto politica per persone motivate a cambiare il volto di Alghero come lo ero io. Non mi ero reso conto che quel gettone di presenza per molti è come l’eroina. Vatti a fidare di un tossicodipendente. Insomma, com’è piccina la politica di oggi, vista dal di fuori”.