CAGLIARI – “La legge elettorale è l’architrave di una democrazia solida. Spostare il progetto fuori dal Consiglio regionale è come affidare la ristrutturazione della casa ai passanti, ignorando chi la abita e ne conosce ogni crepa. I Socialisti sardi lo dicono chiaramente: una riforma che riguarda le fondamenta della rappresentanza deve nascere dentro le istituzioni, non fuori.
Il metodo scelto dalla Giunta regionale, che ha incaricato consulenti esterni per elaborare la nuova legge elettorale, è sbagliato nel merito e nel principio. Svuota il Consiglio delle sue prerogative e mortifica il ruolo dei rappresentanti eletti dal popolo sardo. Con un investimento di 300 mila euro, si è aperto un cantiere parallelo, scollegato da quel dibattito politico e civile che dovrebbe guidare ogni vera riforma.
Il Partito Socialista Italiano non si oppone al cambiamento, ma alla deresponsabilizzazione delle istituzioni. Le regole del gioco democratico non possono essere scritte altrove, da mani tecniche chiamate a sostituire il confronto. È dentro l’Aula che deve aprirsi la discussione, coinvolgendo partiti, sindacati, associazioni e cittadini: è lì che si costruisce legittimità e fiducia.
Il PSI ribadisce la propria posizione storica: occorre una legge elettorale proporzionale, con preferenze, che garantisca rappresentanza plurale, equità territoriale e pari opportunità di accesso. L’idea di democrazia che ci guida non tollera soglie di sbarramento punitive né scorciatoie tecnocratiche.
In una Sardegna sempre più colpita dall’astensionismo e dalla disillusione politica, è necessario restituire senso alla partecipazione. Questo non avviene escludendo i cittadini, ma dando nuovo slancio alla funzione rappresentativa del Consiglio regionale: la vera casa della democrazia sarda”.
Il Segretario Regionale
Partito Socialista Italiano – Sardegna
Gianfranco Lecca