Latte, Coldiretti-Paci: proposte

CAGLIARI – Ieri il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba sono stati ricevuti dal vice presidente della Regione Raffaele Paci. L’incontro è stato convocato dalla presidenza della Regione in seguito alla lettera-appello di Coldiretti Sardegna di giovedì scorso, indirizzata al Governatore Pigliaru (ancora convalescente) per chiedere un intervento forte e straordinario della massima istituzione sarda nei confronti dei pastori che con il prezzo del latte sotto i 60 centesimi sono destinati a chiudere gli ovili, in quanto non si pagano neppure i costi di produzione. “Ringraziamo il vice presidente Paci perché cogliendo la gravità del momento, senza formalismi e con celerità ci ha convocato mostrando grande interesse alle istanze che abbiamo esposto nella lettera – dicono al termine della riunione i due dirigenti della Coldiretti -. Abbiamo inoltre apprezzato e condiviso il suo intento di convocare già nei prossimi giorni un tavolo che affronti e cerchi delle soluzioni rispetto al tema spinoso del prezzo del latte coinvolgendo tutti gli attori della filiera”.

Durante l’incontro “abbiamo ribadito la situazione drammatica che si sta vivendo negli ovili – ha raccontato il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – ricordando, come avevamo già fatto nella lettera, il percorso che ha portato a questo stato che vede protagonisti in negativo i trasformatori che con il loro bluff delle sovrapproduzioni di latte hanno portato alla perdita di 150milioni di euro per il comparto, che oggi si vogliono far ricadere sui pastori sottopagando il latte”. Ma l’incontro si è concentrato soprattutto sulle proposte che Coldiretti ha esposto “per consentire il salvataggio della stagione”. Una serie di iniziative frutto del contingente ma che cominceranno, se attuate anche a delineare un programma futuro per il comparto.
Oltre a chiedere lumi sullo stato della misura sul bando per gli indigenti che consentirà di togliere dal mercato un poco di Pecorino romano, i dirigenti della Coldiretti hanno chiesto un intervento diretto sul reddito dei pastori per compensare le perdite dovute ad un prezzo del latte cosi basso: “si potrebbe intervenire subito con il de minimis, stanziando 40 milioni di euro” ha detto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba. “Abbiamo inoltre riportato all’attenzione della Regione il progetto del Consorzio di secondo livello che consentirebbe di dare maggior forza al mondo cooperativistico oggi in netta difficoltà. Una proposta semplice quanto pratica che porterebbe quella concorrenza da più parti auspicata. Si tratterebbe di aggregare in un unico consorzio tutte le cooperative che producono Pecorino romano, che vedrebbe in fase di start up la compartecipazione della Sfirs con propri fondi. In questo modo si unirebbe una parte oggi disaggregata che produce oltre il 60 per cento del Pecorino romano, consentendogli di esercitare e imprimere nel mercato la propria forza”. Coldiretti Sardegna, oltre a ribadire la necessità di avviare, anche se in ritardo, il prestito di conduzione, ha suggerito l’attivazione di una misura del Psrn (programma di sviluppo rurale nazionale). “Lo prevede il regolamento sullo sviluppo rurale per la gestione del rischio, comprese le crisi di mercato – ha evidenziato Battista Cualbu -: un fondo mutualistico per le compensazioni in caso di riduzione del reddito subito dall’azienda agricola”.

Inoltre è necessaria garantire la trasparenza nella filiera, come Coldiretti Sardegna va ripetendo da tempo. E per questo motivo hanno riproposto “l’attivazione di un’authority, di un osservatorio che monitori mensilmente le produzioni del latte. E’ impensabile lasciare in mano ad una sola parte del sistema i numeri del comparto. La loro condivisione è alla base di qualsiasi programmazione”. “Al vice presidente Paci – commenta il presidente della Coldiretti Sardegna – abbiamo con forza evidenziato che il clima in campagna è esplosivo, per questo sono necessarie da parte della Regione decisioni immediate che abbiano delle ricadute concrete sui produttori, perché a rischio non ci sono solo 10 mila famiglie ma l’intera economia della Sardegna”.

Nella foto una vecchia manifestazione della Coldiretti

S.I.