CS Cantina Santa Maria La Palma: Peretto confermato presidente

ALGHERO – L’assemblea dei soci della Cantina Santa Maria La Palma, la grande cantina di Alghero e della Sardegna, ha eletto il nuovo direttivo dell’azienda, confermando quello uscente per 5/7. Squadra che vince non si cambia, lo storico detto è stato ampiamente rispettato. L’appuntamento per il rinnovo delle cariche sociali ha registrato una grande partecipazione: una sala riunioni gremita ha votato indicando il nuovo direttivo, composto da Mario Peretto, Francesco Pinna, Gianfranca Pirisi, Daniele Zappelloni, Salvatore Serra, Francesca Spanu e Gabriele Bardino. Una conferma per i 5/7 del direttivo uscente, con i giovani Spanu e Bardino che vanno a dare il cambio a Milena Dardi e Mario Moro, due colonne storiche del CDA dell’azienda che dopo anni di onorato servizio hanno scelto di non ricandidarsi.

Doppia riconferma per il Dott. Mario Peretto e la Dott.ssa Gianfranca Pirisi, eletti nuovamente Presidente e Vice Presidente.

Per Peretto si tratta del quarto mandato consecutivo: una testimonianza di fiducia concreta da parte dell’intera base sociale della Cantina Santa Maria La Palma, azienda cooperativa che raduna oltre 300 soci, rappresentando concretamente l’area produttiva del settore agricolo della nord ovest Sardegna.

«Ricevere questo nuovo mandato rappresenta un grande onore e un importante onere, anche alla luce della delicata situazione geopolitica e macroeconomica», ha sottolineato il Presidente Peretto, ringraziando i soci «Gli ultimi anni hanno visto la Cantina Santa Maria La Palma crescere notevolmente: abbiamo superato i 5.5 milioni di bottiglie prodotte e il nostro fatturato ha sfiorato i 20 milioni di euro, una cifra storica, mai raggiunta prima.

Allo stesso tempo registriamo un apprezzamento sempre crescente verso il nostro brand ed i nostri vini, abbinato ad una serie di nuovi prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale: un’ulteriore certificazione della qualità delle nostre produzioni e della grande vocazione vitivinicola del territorio di Alghero, che siamo felici di rappresentare».

 

Il nuovo mandato vedrà l’azienda puntare su sostenibilità, innovazione, crescita del personale e ricerca di nuovi mercati. «Vogliamo fare della Cantina Santa Maria La Palma un esempio di azienda sostenibile. Abbiamo iniziato da tempo un percorso legato alla sostenibilità con l’installazione di impianti fotovoltaici per alimentare il nostro stabilimento, la scelta di materiali coibentanti di origine naturale, l’introduzione di procedure di coltivazione che rispettano concretamente l’ambiente e tante altre azioni.

Oggi le aziende hanno la responsabilità di agire per un futuro migliore e noi vogliamo continuare in questa direzione, rilanciando. Stiamo lavorando per raggiungere la completa autosufficienza energetica e vogliamo promuovere la costituzione di una comunità energetica del territorio, che veda la nostra azienda come perno centrale».

 

«Allo stesso tempo», continua Peretto, «continueremo a investire per promuovere la crescita della terra in cui viviamo: siamo una cantina sociale, i ricavi dati dalla vendita dei nostri vini ricadono completamente sulle famiglie che qui vivono, sull’azienda e di conseguenza sul territorio. Punteremo sulla formazione continua del personale e dei soci, sull’innovazione tecnologica degli impianti produttivi – già in buona parte recentemente rinnovati – e sulla ricerca di nuovi mercati, con un occhio attento verso l’estero».

 

Una serie di sfide molto importanti che la Cantina Santa Maria La Palma è pronta ad affrontare, con la volontà di rappresentare e promuovere al meglio la produzione vitivinicola di Alghero e della Sardegna.

Crisi sanità, “solita parata di comunicati e niente di più”

ALGHERO – “Ecco la consueta parata pubblicitaria in difesa della sanità algherese, bene, lodevole, bravi! La sosteniamo. Purtroppo alla necessaria e dovuta protesta per le carenze del costosissimo, ma giustamente pubblico, servizio sanitario regionale non corrispondono provvedimenti che possano tracciare una prospettiva chiara nel breve e medio termine. La carenza di risorse umane e strumentali è cronica, la mancata definizione di un piano per il mantenimento della DEA di primo livello è inaccettabile.
Purtroppo un indirizzo politico ballerino, in preda al caos dei continui cambiamenti e delle scelte spesso illogiche, genera confusione e inefficienza.
Non me ne vogliano gli illustri onorevoli presenti e passati ma, al di là dei proclami pubblici, chi è stato deputato a rappresentare la comunità in questi anni di continuo declino della sanità algherese, non è riuscito ad incidere nelle scelte fatte dalla politica regionale. Politica regionale peraltro ingessata e incapace di dare risposte in tempi decenti. Lo scarso peso dei nostri rappresentanti, non certo per colpa, è dimostrato da come gli investimenti siano stati dirottati in altri territori. Ma anche non volendo guardare fuori dal distretto, i servizi offerti a un bacino di oltre 75 mila utenti stanno peggiorando costantemente da anni.
Tutto questo accade in un sistema sanitario dove la politica ha un peso abnorme e deleterio, la politica si dovrebbe limitare a dare l’indirizzo per il miglior servizio che si può offrire alle persone e non occuparsi esclusivamente di nominare capi e capetti a vari livelli.
Comunque sia, siamo sempre vicini e sosteniamo le manifestazioni pacifiche di protesta per le carenze dei servizi essenziali”.
Movimento 5 Stelle Alghero

Sanità, Atti aziendali: l’Udc promuove l’Aou e critica l’Asl

ALGHERO – “Il tema della sanità algherese è sempre più acceso, si leggono lettere e comunicati stampa da parte della maggioranza e dell’opposizione,si organizzano conferenze stampa, commissioni di ogni genere, si chiedono continui consigli comunali aperti, forse è ora di dire basta. Siamo stanchi di denunciare le gravi carenze di una sanità che fa acqua da tutte le parti, in ogni comparto sanitario ci sono criticità e problemi. Oggi finalmente si prende atto che da parte di due forze politiche una di maggioranza e una di opposizione  rappresentate in consiglio comunale e Regionale,sia emersa la volontà di una battaglia comune per difendere la sanità pubblica e quella Ospedaliera e in particolare quella algherese che oggi vive il dramma di una sanità fatta di soli annunci e slogan. Un argomento che il partito Udc, tramite il presidente della commissione consiliare sanità Christian Mulas,  denuncia da circa due anni da solo. Per fronteggiare le criticità del comparto sanitario e assicurare il diritto alla salute non ci devono essere distinzioni di colori politici.

Finalmente oggi arrivano le bozze degli atti Aziendali dell’Aou e Asl, atti aziendali che dovrebbero essere lo strumento che disegna l’organizzazione e le articolazioni di governo dell’Azienda sanitaria e i suoi rapporti con gli Enti locali, la Regione e i comuni , le rappresentanze dei cittadini,le scelte aziendali strategiche. Questo coinvolgimento generale dovrebbe garantire soluzioni alle reali esigenze nel campo sanitario.

Nella bozza presentata dell’atto aziendale dell’Asl,  la quale dovrebbe occuparsi del territorio e dei servizi,parrebbe che manchi  la struttura complessa di cure domiciliari,la diabetologia territoriale e ancora parrebbe che manchi la struttura complessa di fisiopatologia respiratoria e broncoscopia.

Sempre nella medesima bozza aziendale non viene menzionata la figura dell’infermiere di comunità che permetterebbe di dare  più risalto al servizio ADI (assistenza domiciliare integrata).

Non si evince, dal documento  un servizio concreto e una vera programmazione. Questa bozza del piano, di fatto, dimostra la mancata visione  socio sanitaria da parte di chi dovrebbe avere chiara la situazione territoriale, di chi dovrebbe garantire il diritto alla sanità per tutti.

Diversa parrebbe la bozza  presentata dall’ aou, un atto aziendale che dà dignità a un presidio ospedaliero che per anni è stato dimenticato e che nel tempo aveva perso quello “splendore” che l’aveva sempre caratterizzato come ospedale traumatologico di immenso valore. La bozza del documento che organizza le strutture dell’Aou di Sassari inserisce l’ospedale “Regina Margherita” a pieno titolo all’interno di un hub e DEA di secondo livello, riconoscendone in questo modo un ruolo di primaria importanza.

Innanzitutto, l’ospedale Marino trova finalmente una sua vera e propria dimensione.

Le strutture di Ortopedia e traumatologia quindi Recupero e riabilitazione funzionale vengono inserite nel Dipartimento di Scienze motorie, neurologiche e riabilitative. E sono così parte integrante di un’azienda come l’Aou di Sassari che ha in queste specialistiche un punto fermo. E grazie alle professionalità di cui questi reparti dispongono, a loro volta non potranno che arricchire l’azienda sassarese.

Ma, ancora di più, la bozza dell’atto prevede una novità ulteriore: la creazione proprio ad Alghero di una Ssd di Traumatologia dello sport e tecniche ortopediche chirurgiche innovative, così da rispondere appieno al dettato normativo della legge 24/2020, che all’articolo 18 prevede «l’attivazione di un polo di sviluppo di rilievo regionale per le tecnologie chirurgiche ortopediche».

Una dignità per il Regina Margherita che, sino a ora, non trova uguali.

Web Project Sottorete, inizia il campionato di Serie C di pallavolo

ALGHERO – Dopo il primo posto nel campionato di serie D della scorsa stagione, la WebProject Sottorete è pronta ad affrontare il debutto in serie C regionale. La prima gara della stagione si svolgerà a Porto Torres contro la Quadrifoglio volley alle 19. Quella di quest’anno è una squadra rinnovata sotto molti punti di vista,con l’inserimento di nuovo atleti tra cui, il libero Simone Giardinelli e il giovanissimo Cristian Di Tucci. Una squadra che riparte da solide fondamenta come il rinnovo di Fabio Guido alla guida della squadra e il gruppo di esperti fedelissimi che ormai hanno fatto la storia con la Sottorete: dal capitano Massimo Castaldi alla banda Mondino Demartis.

Il presidente della Polisportiva Sottorete Stefano Ogno suona la carica prima dell’inizio della stagione: “Siamo riusciti dopo anni di sacrifici a riportare la pallavolo maschile di Alghero in serie C. Il nostro progetto parte dal basso, assieme alla Gymnasium volley stiamo lavorando e sviluppando il settore giovanile. Con l’aiuto dei più esperti vogliamo dare un punto riferimento ai più giovani, uno stimolo per migliorarsi e crescere. Sono contento dell’atteggiamento dei ragazzi che hanno iniziato la preparazione dalla fine di agosto per essere pronti a questa nuova ed emozionante nuova stagione in serie C.”

Alleanza Psd’Az – Lega a rischio, occorre una profonda riflessione

CAGLIARI – “Con l’insediamento del Governo Meloni ed il completamento della squadra di vice-ministri e sottosegretari, si dà seguito al voto degli Italiani del 25 Settembre e prende il via la legislatura 2022-2027.

Questa competizione elettorale, che ha visto la schiacciante vittoria del Centro DX a guida Fratelli d’Italia, determina nuovi scenari nel panorama politico Italiano e, allo stesso tempo, impone una doverosa riflessione e analisi politica tutta interna al PSd’Az, che deve interrogarsi su risultati ed alleanze.

Sono trascorsi quasi 5 anni da quel 4 marzo 2018, quando l’accordo Lega-PSd’Az consentì l’elezione del nostro Segretario Christian Solinas nel Senato della Repubblica e la costituzione a Palazzo Madama del Gruppo Lega Salvini-Partito Sardo d’Azione. Elezione trainata anche da quei voti Sardisti che, seppur con grande difficoltà, sono confluiti sul simbolo della Lega.

Per capire quanto sia stato determinante il voto Sardista nelle precedenti elezioni politiche, è sufficiente vedere il risultato che la Lega ha ottenuto in Sardegna, quasi l’11%, ovvero circa il doppio di quanto percepirono Salvini e compagni nelle altre regioni del Sud Italia (Sicilia 5,2%, Calabria 5,6%, Basilicata 6,3, Campania 5,8, Puglia 6,2). Pertanto, il valore aggiunto del PSd’Az in quella competizione è stato inequivocabile!

Altro successo dell’accordo Lega-PSd’Az, si è manifestato alle elezioni Regionali del 2019, indicando ed eleggendo Christian Solinas alla carica di Governatore della Sardegna.

Anche in quella circostanza si può tranquillamente affermare che l’indicazione di Solinas alla guida della coalizione Sardista di centro DX, non è stata una mera concessione Salviniana, ma, piuttosto, una scelta politica accurata e di valenza storico-culturale, in virtù del ruolo che da sempre ha svolto il Partito Sardo d’Azione nella società Sarda. A quel punto diventò naturale puntare sul Segretario Nazionale Sardista, peraltro persona che esprime qualità e capacità politiche di altissimo Valore e che, più di altri, aveva titoli, caratteristiche e meriti per governare la nostra Isola.

A distanza di 5 anni tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti fatti politici sono accaduti, tanti equilibri sono mutati, tante aspettative sono state disattese. Pertanto, diverse riflessioni vanno fatte. Una su tutte: l’accordo Lega-PSd’Az ha sempre ragione di esistere?

Sul piano dei risultati amministrativi, non si può certamente dire che questa Giunta Regionale abbia avuto la strada spianata, anzi tutt’altro. La congiuntura critica internazionale, aggravata dal gigantesco problema della pandemia, si sommarono alla pesante situazione ereditata dall’ex Governatore Pigliaru e la sua Giunta, che ha lasciato:

  • Comparto sanità allo sfascio e con in programma la chiusura dei piccoli ospedali;
  • Sistema trasporti nel caos totale;
  • L’urbanistica in Sardegna da riscrivere per ovviare ad una crisi senza fine del comparto edilizio;
  • Comparto agricolo allo sbando con ritardi biblici sull’erogazioni dei fondi del PSR;
  • Bilancio della Regione da risanare e quant’altro, che per ragioni di spazio non viene citato.

Ciò detto, non si vuole venir meno alle responsabilità che derivano dal guidare una Regione, sicuramente si poteva fare molto di più. E se il Presidente è quella figura che più di ogni altro assorbe “oneri e onori”, questo aspetto non esonera gli Assessori dal rispondere in prima persona dei risultati poco soddisfacenti su ogni singolo settore da loro amministrato.

È cosa assai nota che tra i comparti che hanno generato la maggiore insoddisfazione del Popolo Sardo, vi siano soprattutto quello della Sanità e Trasporti, incidentalmente tutti in capo a rappresentanti della Lega che, probabilmente, non si sono rivelati sufficientemente idonei al ruolo che ricoprono o che hanno ricoperto.

Vi è da dire che, anche se Solinas è sempre dovuto lealmente intervenire pubblicamente in difesa degli Assessori maggiormente criticati da cittadini e stampa locale, questo non è servito a migliorare l’opinione collettiva dell’intera giunta, anzi, viceversa, ha accumunato tutti nello stesso contesto, trascinando verso il basso il gradimento dei Sardi nei confronti dell’intera giunta Regionale. Gli ultimi risultati elettorali ne sono la controprova.

Il PSd’Az ed il suo Segretario Nazionale Christian Solinas, in questi 5 anni di “convivenza” hanno sempre avuto nei confronti della Lega un atteggiamento corretto e leale, anche a proprio discapito e con lacerazioni interne. Non si può certo dire che la stessa lealtà sia stata sempre corrisposta. Non si contano, infatti, gli interventi critici e gli atteggiamenti ”fuori luogo” in Consiglio Regionale di qualche componente di spicco del Carroccio, che in diverse occasioni hanno messo in sere difficoltà Giunta e Maggioranza.

È altresì da considerare mancanza di rispetto nei confronti dell’alleato Sardista, anche l’atteggiamento che la Lega ha tenuto durante la scelta dei collegi elettorali nelle ultime elezioni. In quella occasione è stata calpestata la storia, la valenza, il ruolo che il Partito Sardo d’Azione ricopre nel panorama Sardo ed Europeo. Il nostro glorioso Partito è stato trattato alla stessa stregua di forze politiche nate il giorno prima delle elezioni.

Di fatto il nostro maggiore alleato non è stato in grado, o non ha voluto, difendere la specificità dei Sardi e del PSd’Az, negando il “Diritto di Tribuna” ad una minoranza linguistica ed al Partito Federalista più longevo di tutto l’arco Costituzionale. Alla Grandezza del PSd’Az, ha preferito puntare su un Leghista che, con tutto il rispetto, non esprime gli stessi Valori politici, storici ed Autonomistici.

Eppure, anche in quella circostanza, per grande senso di responsabilità e negli interessi dell’intera coalizione, Il Partito sardo d’Azione ha rinunciato ad una battaglia elettorale egoistica per la salvaguardia del proprio simbolo e delle proprie radici, candidando sotto il simbolo della Lega, senza alcuna garanzia e con scarsissime possibilità di elezione, una figura di grande spessore politico e professionale, affrontando una campagna elettorale infida, intrisa di odio e di sentimenti anti leghisti.

Tra l’altro, il Senatore uscente Carlo Doria (eletto da tutto il Centro DX nelle elezioni suppletive del Settembre 2020), avrebbe meritato una considerazione maggiore, anche in virtù dell’importante e qualitativo lavoro svolto nella sua breve esperienza parlamentare.

Anche a quell’imperdonabile errore, la Lega avrebbe potuto in qualche modo rimediare. Avrebbe potuto scegliere nell’ampio panorama di personalità capaci, colte, preparate, affidabili e competenti che, grazie a Dio, il PSd’Az può vantarsi di avere, una figura che rappresentasse il Sardismo e la Sardegna, da impegnare nel Governo Meloni con compiti di stretta attinenza con le problematiche che attanagliano il Popolo Sardo.

Oggi siamo alla vigila di un rimpasto nella Giunta Regionale. Un cambio di rotta marcato e deciso va fatto, qualsiasi soluzione blanda che non segni un radicale cambio di passo, non serve né alla maggioranza di Governo, né al Popolo Sardo e tanto meno al PSd’Az. Questo è il momento delle scelte coraggiose.

Perciò che riguarda i rapporti con la Lega, il Partito è chiamato a fare una profonda riflessione, prescindendo da quella che sarà la partita della composizione della nuova Giunta Regionale. Alle elezioni del 2024 si deve andare con le idee chiare e scelte condivise, analizzando con estrema fermezza tutti gli elementi che dovranno portarci a determinare le nuove alleanze…che, comunque possono anche essere quelle attuali, ma viste in un’ottica che non può che tenere conto delle esperienze vissute”

 

                                                                                              On. Giancarlo Acciaro

Parte la stagione di prosa ad Alghero, divertimento e grande teatro

ALGHERO – Focus sul gioco delle passioni tra (auto)ritratti al femminile e racconti d’amore e d’amicizia, immortali capolavori e testi di autori contemporanei, raffinate coreografie e performances acrobatiche con la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa, Danza e Circo Contemporaneo organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Civico di Alghero con il patrocinio del Comune di Alghero e il sostegno della Fondazione Alghero, il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna e del MiC / Ministero della Cultura e il contributo della Fondazione di Sardegna. Undici titoli in cartellone da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena, dall’attrice, scrittrice e conduttrice Chiara Francini a Debora Caprioglio con Pino Quartullo e Gianluca Ramazzotti, alle eclettiche attrici e performers Benedicta Boccoli e Lorenza Mario, e ancora Caterina Costantini e Eva Grimaldi con Eva Robin’s e Evelina Nazzari, Marco Quaglia con Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni e tre giovani talenti isolani come Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Leonardo Tomasi.

Michele Sinisi firma la regia di “Tradimenti” di Harold Pinter con Stefania Medri e Stefano Braschi e Valentina Esposito porta in scena la sua visionaria e distopica “Destinazione non umana”; spazio alla danza con “Tango Fuego” della compagnia Naturalis Labor e “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet mentre il Teatro del Sottosuolo propone “Paidia” nel segno del cirque nouveau. Un ricco carnet di eventi per una Stagione 2022-2023 ricca di fascino e di emozioni, pensata per attrarre differenti fasce di pubblico, dagli amanti della prosa agli appassionati di danza, con una particolare attenzione verso le giovani generazioni, con un focus sulla drammaturgia d’oltre Manica, da Harold Pinter a Mike Bartlett e sugli autori italiani, da Gianni Clementi a Fausto Paravidino, da Roberta Skerl a Valentina Esposito e Chiara Francini per affrontare temi universali e questioni cruciali del presente, dall’amore (e il disamore) all’ambiguità dei legami, dal ruolo e la condizione delle donne al rapporto tra genitori e figli, i labirinti della mente e i meccanismi del potere, la perdita degli ideali, le ambizioni e i sogni d’artista e perfino lo spirito del gioco e la fantasia.

Ouverture – mercoledì 30 novembre alle 21 – con “Una ragazza come io” dove Chiara Francini, anche autrice del testo con Nicola Borghesi (che firma la regia), si racconta, ripercorrendo i momenti fondamentali della sua vita: «l’infanzia di paese, i nonni con cui è cresciuta, la famiglia matriarcale, l’adolescenza, il percorso di ragazza di provincia sano e caparbio, il desiderio odierno combattuto e vivissimo di voler diventare mamma e la fierezza dell’essere ora e sempre una diversa, una strana, una fuoriposto, un’inadeguata, una parvenue». Un monologo frizzante in cui l’artista si mette a nudo, parla di sé e rivela «cosa significhi per lei essere una donna oggi».

La magia e il divertimento del nouveau cirque – martedì 6 dicembre alle 21 – con “Paidia” del Teatro del Sottosuolo, uno spettacolo di e con Ado Sanna e Lorenzo Gessa, «di sapore nonsense con retrogusto noir»: una performance che sposa clownerie e giocoleria, numeri virtuosistici e ironia per regalare un pizzico di “follia”. Sotto i riflettori due artisti che condividono «una propensione al ritrovarsi in bilico tra brivido ed errore, una complicità nel preferire gli ultimi e un’indispensabile curiosità intellettuale»: sulla falsariga del libro di Roger Caillois “L’uomo e il gioco”, mettono in scena la “Paidia”, ovvero «l’improvvisazione, la sorpresa, la novità», in un poetico ritorno all’infanzia.

Focus sul conflitto generazionale – mercoledì 14 dicembre alle 21 – con “Snowflake” di Mike Bartlett, con Marco Quaglia, Adalgisa Manfrida e Lucrezia Forni per la regia di Stefano Patti: una pièce che parla «della difficoltà di ascoltarsi in questo periodo storico». Il dialogo interrotto tra un padre e una figlia, un silenzio che dura da tre anni, da quando lei è andata via di casa, mentre lui spera che possa tornare, magari in occasione del Natale, perché certi legami resistono nonostante la distanza e le differenze ideologiche. «Una fotografia del nostro contemporaneo che ci fa ridere e piangere, mentre ognuno di noi riconosce le proprie fragilità e riesce a vedere le ragioni dell’altro».

Un affresco del Belpaese negli Anni Quaranta – domenica 15 gennaio alle 21 – con “Preziose Ridicole”, dal capolavoro di Molière, con Benedicta Boccoli e Lorenza Mario, in scena con Stefano Artissunch, che firma adattamento e regia: invece delle due provinciali prese in giro da corteggiatori respinti, le protagoniste sono due artiste d’avanspettacolo che si esibiscono in una sorta di “Café Chantant”. Qui «il Prezioso è Lo Spettacolo, “Lo Show” dove comici e cantanti lottano per essere all’altezza delle proprie ambizioni» – spiega Artissunch –. «Come non cogliere il parallelismo con la nostra società dove i social network offrono a tutti l’illusione di essere al centro del mondo?»

Un classico “triangolo” sentimentale si colora di sottili sfumature psicologiche – lunedì 30 gennaio alle 21 – in “Tradimenti” di Harold Pinter, nella versione di Michele Sinisi, uno dei più interessanti e originali artisti contemporanei, in scena con Stefano Braschi e Stefania Medri per una riflessione sulla precarietà delle relazioni. La pièce ripercorre la storia di Emma e Jerry, amico di Robert, il marito tradito, quasi per flashback, in un viaggio a ritroso nel tempo seguendo il filo dei ricordi e delle emozioni, per un’indagine sull’amore e sul desiderio, le insicurezze e le fragilità, le segrete inquietudini, le illusioni e il disincanto, in una mise en scène moderna e avvincente.

La sensualità del popolare ballo argentino – venerdì 10 febbraio alle 21 – con “Tango Fuego” di Naturalis Labor, con ideazione, coreografie e regia di Luciano Padovani: sulle note del Trio Tango Spleen, i tangueros Loredana De Brasi e Samuele Fragiacomo, Sebastian Nieva e Celeste Rey, Ayelen Sanchez e Walter Suquia interpretano un seducente racconto per quadri. Una grammatica intessuta di sguardi, di passi, di mani che si stringono e piedi che si incrociano, fatta di incontri e addii, vibrante di passione e struggente malinconia, al ritmo sincopato e vertiginoso di «un pensiero triste che si balla», per riscoprire il fascino di un folgorante «romanzo d’amore che si consuma in tre minuti».

Una gioventù smarrita e disorientata – sabato 25 febbraio alle 21 – in “Due Fratelli” di Fausto Paravidino (vincitore del Premio Riccione Teatro 1999) con Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Leonardo Tomasi, per la regia di Maria Assunta Calvisi: una “commedia” nera incentrata sul legame tra Boris e Lev e la difficile convivenza con la loro coinquilina Erica. Tra dialoghi serrati, in cui emergono conflitti e contraddizioni, segreti di famiglia e traumi e ferite del passato, i tre protagonisti si mostrano in tutta la loro vulnerabilità, ciascuno con le sue idiosincrasie e ossessioni, finché la situazione quasi claustrofobica “esplode” in un drammatico e inquietante, forse inevitabile finale.

La strana avventura di una coppia – venerdì 10 marzo alle 21 – con “Buoni da morire” di Gianni Clementi, con Debora Caprioglio e Pino Quartullo accanto a Gianluca Ramazzotti, per la regia di Emilio Solfrizzi: un cardiochirurgo affermato e la moglie, in ansia per un figlio “allo sbando”, decidono di trascorrere la vigilia di Natale insieme ai volontari, per dare conforto e assistenza ai clochards. Un’esperienza insolita che li induce a ripensare la propria scala di valori, rinsaldando il loro legame e facendo loro scoprire il gusto della solidarietà… salvo poi ritrovarsi davanti alla porta uno di quei barboni, ex compagno di scuola del figlio, con il dilemma se accoglierlo o lasciarlo fuori al gelo.

Una riflessione sulla predestinazione e sulla brevità dell’esistenza – domenica 19 marzo alle 21 – con “Destinazione non umana”, la pièce scritta e diretta da Valentina Esposito e interpretata da Fabio Albanese, Alessandro Bernardini, Matteo Cateni, Chiara Cavalieri, Christian Cavorso, Viola Centi, Massimiliano De Rossi, Massimo Di Stefano, Michele Fantilli, Emma Grossi, Gabriella Indolfi, Giulio Maroncelli, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto, Edoardo Timmi. «Una favola senza morale, amara e disumana» – spiega l’autrice e regista – «costruita sulle solitudini alle quali ci costringe il tempo che viviamo e sul pensiero della morte, sul dolore, la rabbia, la paura. Sullo sforzo bestiale di vivere contro e nonostante la certezza della morte».

Ironia in scena – sabato 1 aprile alle 21 – con “Tutto per Lola” di Roberta Skerl, una brillante commedia in giallo con Caterina Costantini, Eva Grimaldi, Eva Robin’s e Evelina Nazzari accanto a Geremia Longobardo per la regia di Silvio Giordani: le protagoniste sono ex professioniste dell’amore, ormai in pensione, che si godono la meritata tranquillità. Nella quiete della loro villetta irrompe però il delitto: le quattro signore, anche per i loro trascorsi burrascosi, finiscono per essere sospettate, ma proprio in una situazione così difficile e pericolosa emergono i legami di amicizia e solidarietà che permettono loro di fare fronte comune contro la cattiveria e le insidie del mondo.

Sulle note di Antonio Vivaldi – venerdì 14 aprile alle 21 – “Le Quattro Stagioni” di COB / Compagnia Opus Ballet con coreografia di Aurelie Mounier: geometrie di corpi in movimento per raccontare l’eterno ciclo dei mesi e delle stagioni, i mutamenti del paesaggio e della luce. Una creazione originale per «meditare sul rapporto tra la natura, l’uomo e il tempo» – si legge nella presentazione – «prendono così forma nel nostro pensiero, le piante, gli animali, il vento, i sassi…»: il risveglio della natura e l’ardore dell’estate, i colori dell’autunno e la quiete dell’inverno si traducono in quadri danzati, ricchi di suggestione, che riflettono il ritmo e il respiro della vita.

 

 

Cerimonia del 4 novembre, oggi ad Alghero la celebrazione

ALGHERO – Il 2022 segna anche ritorno delle celebrazioni del 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il Covid aveva imposto lo stop a cerimonie e cortei che ritornano, invece, anche ad Alghero dove questa mattina sono state celebrate le tradizionali commemorazioni dei Caduti, delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale. Una data ricca di significato quella del 4 novembre, che esprime la riconoscenza del Paese per il contributo alla pace, alla sicurezza ed alla libertà della comunità nazionale e internazionale offerto dalle Forze Armate. Il Sindaco Conoci al termine della commovente cerimonia ha voluto in particolare ricordare il sacrificio di 13.000 giovani sardi che nella prima guerra mondiale hanno perso la vita per restituire al Paese la libertà.

“Un sacrifico per la pace – ha detto il primo cittadino – che mai come oggi costituisce un bene prezioso che dobbiamo custodire e difendere anche e soprattutto per rendere onore a quelle giovani vite spezzate dalla guerra e non vanificare il dono che ci hanno voluto lasciare. – il Sindaco ha concluso leggendo una frase del discorso dell’allora Primo Ministro Orlando – Quando vidi quei valorosi sardi della Brigata Sassari sentiti l’impulso di inginocchiarmi dinanzi a loro, perché vidi riassunte in Essi tutte le virtù dell’esercito. L’Italia ha contratto verso la Sardegna un grande debito di riconoscenza e questo debito pagherà.“. “Un debito che non è stato ancora ripagato.” – ha commentato Conoci.

Alla manifestazione hanno partecipato le Associazioni combattentistiche di Alghero, le Forze Armate e le Forze dell’Ordine del territorio, l’On. Marco Tedde, il Presidente del Consiglio Comunale Raffaele Salvatore ed il Vicesindaco Giovanna Caria.

Crisi sanità, lettera di Bruno a Conoci e Salvatore: svegliamoci tutti

ALGHERO – Signor Sindaco, Signor Presidente, Mario, Lelle, avrei potuto utilizzare, insieme ai colleghi consiglieri di minoranza, le prerogative che il regolamento consiliare ci offre per poter mettere all’ordine del giorno l’ennesima mozione sulla sanità algherese che si concluderebbe – fra qualche mese – con una risoluzione anche unitaria, come al solito disattesa da Regione e Aziende sanitarie. Credo, però, almeno su questa materia, dobbiamo uscire dalle logiche maggioranzaminoranza e poter intervenire unitariamente e con forza risolutiva su queste tematiche che riguardano le persone più fragili e la difesa di un territorio che vediamo sempre più abbandonato. Le ultime proposte di atti aziendali da parte di AOU e ASL su Alghero sembrano una presa in giro e prima che arrivino in Regione è opportuno siano discusse in Consiglio Comunale per avere un quadro esatto del progetto sanità ad Alghero: reale, concreto, non un libro dei sogni, non in contrasto con la normativa sovraordinata, senza doppioni, senza moltiplicazione di strutture complesse fuori da ogni logica. Dobbiamo arrivare ad un progetto sanitario condiviso e difeso da tutto il territorio, senza distinzione di colori politici, ma con possibilità concrete di attuazione. Partiamo dall’ospedale civile in capo alla ASL. L’atto aziendale prevede due direzioni di presidio ospedaliero distinte tra Sassari e Ozieri, impossibili da realizzare senza la modifica della legge di riforma della rete ospedaliera e delle stesse linee guida che prevedono esplicitamente un solo direttore per i due ospedali, funzionalmente accorpati. L’atto Asl prevede la terapia intensiva, ma non ci dice quando e dove la asl reperirà gli anestesisti in numero sufficiente. Se è vero che è stato proposto, sulla carta, un reparto di anestesia anche al Marino, in capo all’AOU, ci chiediamo quando da Sassari arriveranno i rianimatori, posto che ancora oggi e chissà per quanto tempo l’ortopedia continuerà ad operare al Civile, per i lavori delle sale operatorie al Marino che vanno a rilento. L’atto aziendale della ASL contiene anche la traumatologia ortopedica come dipartimento strutturale all’Ospedale Civile. Ma analogo reparto viene mantenuto al Marino. Due reparti? Ma ne facessero funzionare uno, posto che dal marzo scorso sono state chiuse le sale operatorie del Marino con un via vai di ortopedici e pazienti da un ospedale all’altro e l’impossibilità di intervenire su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di piede e mano, artroscopia del ginocchio e della spalla. Le liste d’attesa sono nel frattempo cresciute a dismisura e consentono di intervenire solo su fratture, ma spesso con interventi a distanza di troppi giorni dall’evento traumatico e con sofferenze indicibili da parte dei pazienti. Recentemente, i rianimatori del Civile si sono trovati di fronte al dilemma se operare le persone fratturate o i pazienti di otorinlaringoiatria, e si è deciso di intervenire praticamente solo su questi ultimi. Può durare a lungo questo stato di cose? Possiamo tollerare che solo col ricorso al privato si possano ottenere visite in tempi brevi? E chi non ha le risorse, non si cura? Personale che manca anche al pronto soccorso dove viene istituita sulla carta l’osservazione breve, ma senza medici effettivi e infermieri per far funzionare l’ordinario e con un responsabile facente funzioni da troppo tempo in carica. La lungodegenza prevista dalla rete ospedaliera al Marino, compare nell’atto della Asl ora all’Ospedale Civile, ma senza personale e senza l’adeguamento strutturale dei reparti resterà solo un’affascinante teoria. Niente lungodenza, dunque, nessuna RSA prevista in città, niente hospice, nessun ospedale di comunità. Proseguirà il sovraffollamento della medicina e l’intasamento del pronto soccorso, senza soluzioni residenziali per i pazienti post-acuti. Appare nell’atto aziendale dell’AOU al Marino anche la riabilitazione funzionale, negli ultimi anni ridotta di spazi, per la condivisione del reparto con ortopedia, e di servizi, ed appare un reparto di traumatologia dello sport e di chirurgia ortopedica innovativa, ma scompare dall’atto la parola robotica. Anche in seno al Consiglio regionale e alle forze politiche cittadine avanza l’ipotesi di riportare l’Ospedale Marino in capo alla ASL, visto il fallimento della scelta di trasferire all’AOU il “Regina Margherita” e vista l’inosservanza della legge per quanto riguarda la mancata convenzione tra la Regione e l’Università e il mancato decollo dell’ospedale di primo livello, per non parlare del nuovo ospedale, sparito dall’agenda del Presidente della Regione. Ecco, perché serve un momento vero di confronto tra i componenti dell’assemblea civica cittadina per poi manifestare il progetto della città in rapporto con le istituzioni sarde che hanno l’obbligo di assicurare anche la salute di questo territorio. Non facciamoci, ancora una volta, dettare l’indirizzo dall’esterno della città. Coinvolgiamo i cittadini, le associazioni, i sindacati, le forze politiche e sociali. Svegliamoci tutti, perché il tempo è scaduto.

Cordialmente, Mario Bruno

Maristella (borgata da 400 abitanti): continua l’era della Desogos

ALGHERO – “Il 30 ottobre u.s. si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Comitato di Borgata di Maristella, con ben 17 candidati a significare che la vita in borgata è vivace e che nessuno ha paura (di cosa poi dobbiamo ancora capirlo), pertanto ci si candida seguendo i principi della democrazia che prevedono di mettersi sempre in gioco con regolari elezioni.

Ottima l’affluenza: lo spoglio ha visto eletti i signori Coccini Alessandro, Tonina Desogos, Radovini Maria Giovanna, Mariotti Raimondo,  Melone Dolores, Canessa Rosanna, Balzani Alessandro, Floris Salvatore, Sorbara Caterina.

I nove premiati dal voto si sono riuniti oggi eleggendo Tonina Desogos presidente, Coccini Alessandro Vice presidente, Canessa Rosanna Tesoriere, Radovini Maria Giovanna Segretario.

Nella prima dichiarazione il presidente Tonina Desogos ha ringraziato i nove componenti del Consiglio  Direttivo per la fiducia e la stima ancora una volta a lei riservata. Ha sottolineato inoltre con soddisfazione come il Comitato di Borgata si sia arricchito di competenze indispensabili e pronte a impegnarsi per il bene comune: arricchimento dato dall’inserimento dei nuovi eletti che andranno a integrarsi e amalgamarsi con le riconferme che hanno maturato una indiscussa esperienza. Nel ricordare che il Comitato vigilerà e lavorerà sempre per il bene della borgata, ha rinnovato gli auguri di un buon lavoro ai nuovi eletti, ai riconfermati e un sincero ringraziamento ai membri uscenti e agli abitanti che hanno voluto democraticamente esprimere le proprie preferenze.

Il presidente ha colto l’occasione per ricordare che il Comitato è una struttura apolitica e apartititica spiegando, per chi non capisse o ancora non volesse capire, che è formato da persone che fanno volontariato all’interno dello stesso. Ogni persona ha una propria vita con proprie scelte anche politiche pertanto si sono rispedite e si rispediranno in futuro al mittente le allusioni più o meno velate a partiti, esternate solo perché i membri del comitato ne fanno parte, sono stati candidati o semplicemente simpatizzano per questo o per quell’altro partito.

Il presidente ha ringraziato infine la stampa locale per l’attenzione che ha riservato e che vorrà riservare sempre alle vicende del comitato e della borgata di Maristella, auspicando però che tale attenzione sia scevra da commenti legati ai partiti e che ci sia la stessa, ricca dovizia di particolari, dedicata ad ogni comitato presente nella zona”.

Per il Comitato di Borgata di Maristella

Il presidente Tonina Desogos

“Blocchiamo la Caporetto dell’Ospedale Marino”

CAGLIARI  – “Ieri su 16 interventi programmati su fratturati eseguito uno solo per carenza di anestesisti. Interrompiamo questa china pericolosa.” Così il Consigliere regionale Marco Tedde commenta il “black wednesday” della chirurgia ortopedica, bloccata dalla indisponibilità delle sale operatorie e di anestesisti e dalla asfittica dotazione di  due piccole sale operatorie presso l’Ospedale Civile per ben 6 specialità chirurgiche. Una situazione insostenibile che ha preso l’avvio nel 2017 ed è peggiorata all’inizio di marzo, allorché sono state chiuse le sale operatorie del Marino  e l’attività chirurgica è stata spostata presso il Civile con un via vai biblico di ortopedici e pazienti e l’impossibilità di intervenire  su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di mano e piede, artroscopia del ginocchio e della  spalla. Queste difficoltà hanno ampliato a dismisura le liste di attesa e consentono di affrontare solo la patologia da trauma con interventi su fratturati eseguiti anche a distanza di venti giorni dall’evento acuto, con insopportabili sofferenze per i poveri  pazienti. “E’ vero –sottolinea Tedde- che questi problemi  hanno avuto origine nel 2017. Ma debbono essere affrontati e risolti oggi. O con la retrocessione del Marino all’ASL, in quanto onestà intellettuale impone di riconoscere che  il trasferimento all’AOU non ha funzionato. O con l’attuazione della legge di riforma e la firma del protocollo di intesa fra il Presidente della Regione e il Rettore dell’Università di Sassari e delle convenzioni attuative per disciplinare i termini del passaggio, compresa la previsione di risorse dell’ordine di qualche decina di milioni di euro, anche al fine del mantenimento dei requisiti degli standard necessari al mantenimento del DEA di primo livello in capo al Presidio ospedaliero civile di Alghero.” Nell’immediato secondo Tedde occorre però prendere in locazione almeno due moduli chirurgici scarrabili per consentire l’attività chirurgica presso il Marino e non sovraccaricare il Civile già in affanno.  “Ora qualche funzionario delle aziende ospedaliere interverrà per conto terzi per preannunciare l’apertura delle sale operatorie del Marino fra qualche mese.  Ma ancora una volta segnalo che occorre intervenire con grande urgenza, prima che sia troppo tardi  –chiude l’ex sindaco di Alghero-.”