Viva Corallium Rubrum: Aquarium, Akenta e Amp: al via il progetto. Parla Simula |video

ALGHERO – Al via il primo test per il progetto di ripopolazione del corallo nei fondali di Alghero lanciato da Davide Simula, responsabile dell’Aquarium Rubrum: 30 innesti di corallo saranno posizionati nelle cantine subacquee dove viene affinato il vino l’Akènta Sub. Un progetto per promuovere la rinascita e diffusione del corallo nei fondali di Alghero, un test per verificare la possibilità di far crescere il corallo a diverse profondità nella baia di Alghero.

È questa la finalità alla base dell’iniziativa “Viva Corallium Rubrum”, promossa da Davide Simula, Direttore dell’Aquarium Rubrum, in collaborazione con la Cantina Santa Maria La Palma, l’esperto sub Michele Sanna – titolare del Diving Blue Service, il corallaro Agostino Cherchi e con il supporto del Parco Naturale di Porto Conte.

“Il nostro è un test che vuole trasformarsi in una sperimentazione più strutturata”, spiega Davide Simula “Il Corallium Rubrum è il grande simbolo di Alghero: come sappiamo, può riprodursi e diffondersi a diverse profondità, dai 5 metri – in grotta – sino ai 500. Noi vogliamo lavorare per verificare la possibilità di farlo crescere a profondità diverse, tra i 30 e 40 metri, all’interno di un contesto speciale: le gabbie utilizzate per affinare l’Akènta Sub, il vino subacqueo di Alghero e della Sardegna”.

“Siamo aperti alle sperimentazioni e a disposizione delle realtà produttive e creative del nostro territorio”, sottolinea Mario Peretto, Presidente della Cantina Santa Maria La Palma “Nel corso degli ultimi mesi Davide ci ha contattato illustrandoci questo progetto e chiedendo la possibilità di utilizzare le nostre cantine subacquee, almeno nella fase iniziale, in quanto utili per fornire un’adeguata protezione agli impianti di corallo. Siamo felici di poter dare il nostro contributo per un obiettivo così importante per la nostra Alghero”. Il primo test verrà realizzato a partire dal 29 settembre, giornata durante la quale una prima roccia con 30 talee di corallo verrà immersa all’interno di una delle cantine subacquee. Il progetto di posa e monitoraggio subacqueo del corallo sarà seguito da Michele Sanna, titolare del Diving Blue Service e “cantiniere subacqueo” dell’Akènta Sub, insieme al corallaro Agostino Cherchi.

Dopo i primi test, sottolinea Davide, si passerà a una seconda fase in collaborazione con Università regionali e nazionali con la regia del Parco naturale regionale di Porto Conte e nello specifico dell’Area Marina Protetta Capo Caccia Isola Piana, presente all’incontro, col direttore Mariano Mariani: “Oggi celebriamo due anni della partenza del progetto dell’Acqurium Rubrum, iniziativa che sta crescendo con un interesse sempre maggiore tra locali e turisti e questo grazie anche ad iniziative come questa che vedono interagire importanti realtà locali come, appunto, l’aquario con le Cantine di Santa Maria La Palma con la regia, e supporto scientifico, dell’Area Marina Protetta”, chiude Mariani.  Il progetto Corallium Rubrum Live sarà presentato con un evento aperto al pubblico nella serata di venerdì 7 ottobre, presso il museo Aquarium Rubrum.

 

Messaggio al mondo della scuola di Padre Mauro Maria Morfino

ALGHERO –  “A tutti voi, cari Amici e Amiche che vivete con entusiasmo, con impegno e (forse) con un po’ di preoccupazione questo inizio della Scuola, desidero far giungere un ricordo affettuoso e un augurio cordiale.

Accingendomi a scrivervi queste righe di saluto e di augurio, non ho potuto fare a meno di oltrepassare la soglia di una splendida, ricchissima e sempre generosa amica: l’etimologia. Ritornare alle origini, anche dei termini più usati, giornalieri e perciò, talvolta, “scontati” e quasi logori, aiuta a scorgere una luce nuova, un guizzo di inedito, una comprensione ulteriore. L’etimologia dei termini aiuta a intravedere il loro cuore ardente, la loro forza inesausta, la loro perenne attualità.

Penso al vocabolo che, più di tutti, è comprensivo di tutto ciò che voi vivete e abitate: scuola. Deriva dal greco σχολή, che originariamente significava “libero e piacevole impiego delle proprie forze”, soprattutto interiori, indipendentemente da ogni bisogno, scopo pratico e utilità. Per il mondo latino era otium: un tempo libero dalle occupazioni della vita sociale e politica; tempo che poteva essere dedicato agli studi, alla conoscenza, all’apprendimento senza altri “fastidi” o impegni. Solo più tardi indicherà anche un luogo fisico dove ci si impegna nello studio.

Scuola, quindi, dove l’accento non è tanto sull’utilità pratica, “finalizzata” dello studio, sulla sua necessaria obbligatorietà quanto, piuttosto, sulla libertà e la piacevolezza di questa attività e sulla dimensione interiore, sulla sua intima connessione con le motivazioni profonde, esistenziali, spirituali del cuore. Scuola come tempo dedicato alle cose amate, desiderate, appassionanti. Scuola come filosofia, come amore del conoscere e del sapere, come acconsentimento e compimento di ciò che si ama, come tempo liberato per ciò che si predilige.

Oggi, soprattutto nelle nostre latitudini, la Scuola è vissuta più come obbligo che come diritto, più come imposizione che spazio di crescita appassionata attraverso cose amate e stimate e, perciò, difese. Credo, quindi, che il primo impegno della Scuola oggi – anzi la prima vera, improcrastinabile riforma scolastica – sia quello di riuscire a recuperare il significato originario della parola scuola come scholè e della parola studenti come filosofi. Dobbiamo restituire alla scuola il suo autentico e ineludibile significato di scholè, luogo dell’otium, in cui si vive l’amore del sapere.

E’ chiaro che non si può obbligare nessuno ad amare il sapere, ad essere filosofo, innamorato della sapienza, proprio perché lo studio è amore e non dovere: nessuno può obbligare a studiare così come nessuno può obbligare ad amare! Platone l’aveva enunciato con chiarezza a chi si cimentava nell’ardua arte dell’insegnare: “Non devi iniziare gli alunni allo studio con la forza della costrizione, ma come se giocassero, così che tu possa meglio comprendere le tendenze e le inclinazioni di ciascuno”.

Fare Scuola, significa per i docenti saper fare innamorare gli studenti, farli diventare filosofi per farli diventare umani, preferendo movenze “socratiche”, capaci di introdurre nella ricerca, nella scoperta, nella costruttività creativa, aiutando a partorire più che ad affibbiare pacchetti preconfezionati di saperi, di nozioni, di regole. Ma si sa: per indurre altri ad amare occorre amare, essere innamorati. Il matematico e filosofo Federigo Enriques, da par suo, raccomandava: “Se il nostro pensiero e le nostre parole debbono muovere l’attività del discepolo, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco”.

Fare Scuola, significa per chi è studente, sapersi fidare e affidare, lasciarsi contagiare dalla bellezza, lasciarsi con-vincere da ciò che è buono, appassionarsi per la verità, perché “la verità vi farà liberi” (Giovanni 8,32). Soprattutto, fare Scuola, per uno studente, è integrare e integrarsi: la forma più alta di apprendimento è quella che conduce ad un presente e ad un futuro insieme, ad una storia condivisa, dove la propria storia e il potenziamento di se stessi diventa storia vera e un “di più” di vita solo quando si sguscia fuori dal proprio striminzito cerchio magico e si incomincia a dar spazio ad altro-da-sé.

Fare scuola, per docenti, studenti e genitori ma per l’intera società, è crescere nella consapevolezza condivisa di ciò che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) trent’anni orsono (1993), consegnava alla riflessione comune: favorire, in ogni modo, l’apprendimento di alcune “competenze per la vita/Life Skills” che portano a comportamenti positivi e di adattamento che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni. Le competenze per la vita rendono la persona capace di trasformare le conoscenze, gli atteggiamenti ed i valori in reali capacità, cioè sapere cosa fare e come farlo. Dieci le competenze fondamentali: consapevolezza di sé; gestione delle emozioni; gestione dello stress; comunicazione efficace; relazioni efficaci; empatia; pensiero creativo; pensiero critico; prendere decisioni; risolvere problemi.

Vi auguro di vivere la Scuola come luogo che favorisca e faciliti l’apprendimento libero, piacevole e appassionato, prendendosi vicendevolmente cura dell’e-ducazione di tutte e di ciascuna persona. Uno spazio vitale che aiuti ogni singola persona a divenire consapevole e a disvelare pienamente il proprio potenziale di unicità e di irripetibilità in tutte le sue dimensioni.

Di cuore, a tutti: buon anno scolastico!

 

*Vescovo di Alghero-Bosa

“Neuropsichiatria infantile ad Alghero non chiude”

SASSARI – “L’ambulatorio di neuropsichiatria infantile di Alghero non subirà alcuna chiusura”. Attualmente nella struttura e’ presente una neuropsichiatra, assunta a tempo determinato con un contratto a progetto, che  risulta esser vincitrice di un concorso nella Asl Gallura e terminerà il suo rapporto con l’Asl di Sassari il 16 ottobre. La notizia l’aveva diffusa a mezzo stampa il capogruppo e segretario cittadino dei Riformatori Sardi Alberto Bamonti, poi è arrivata la smentita dei vertici dell’Azienda Sanitaria di Sassari.

“Tuttavia, poiché il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Zona Nord (cui afferiscono i servizi di Neuropsichiatria infantile) ha competenza sia per la Asl di Sassari che per la Asl Gallura, la neuropsichiatra permarrà ad Alghero fino a quando sarà reclutato un altro specialista. Pertanto, gli accessi programmati non subiranno alcuna modifica.  La responsabile del Servizio di Neuropsichiatria infantile, di concerto con la Direzione della Asl di Sassari, ha peraltro già avviato le procedure per la sostituzione della dottoressa, così da garantire ai pazienti  la continuità assistenziale e consentire alla neuropsichiatra di prendere servizio nella sua nuova sede di lavoro, solo dopo essere stata sostituita”.

“Inoltre sono state avviate le procedure per la sostituzione della Logopedista andata in pensione a fine estate e per l’inserimento della figura del Neuropsicomotricista, sino ad ora assente, che andrà a completare, ad Alghero, il percorso di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neurologici, psichiatrici, psicologici e neuropsicologici dell’età evolutiva (dalla nascita ai 18 anni)”, cosi chiudono dall’Asl.

Al via la costruzione del nuovo ospedale di San Gavino

SAN GAVINO – “Oggi non posiamo solo concretamente la prima pietra per il nuovo ospedale di San Gavino, un’opera importante per il territorio del Medio Campidano e al servizio di tutto il sistema sanitario regionale, ma è lo stesso ospedale, atteso da oltre vent’anni, a essere simbolicamente la prima pietra di una sanità sarda che guarda al futuro delle cure e dell’assistenza anche attraverso nuove strutture all’avanguardia, sia sul piano concettuale, sia per ciò che riguarda le dotazioni tecnologiche”. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, a San Gavino Monreale, ha inaugurato l’avvio dei lavori di realizzazione del nuovo presidio ospedaliero. “L’Isola – spiega il Presidente – ha bisogno di nuovi ospedali che rendano più efficiente ed efficace l’impiego delle risorse materiali e umane-professionali a nostra disposizione, un tema, questo, divenuto ancora più centrale con la pandemia, che ha messo a nudo le carenze di un sistema sanitario nazionale indebolito da decenni di mancata programmazione sulla formazione dei medici e dal blocco del turnover”.

“La maggior parte degli ospedali della Sardegna – prosegue il Presidente – ha più di cinquant’anni e una concezione ormai superata dai moderni standard d’edilizia sanitaria, gli stessi che vediamo invece richiamati nel progetto del nuovo ospedale di San Gavino, finanziato con 68,4 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione: una struttura con uno sviluppo orizzontale a blocchi, tra loro connessi e un’organizzazione ottimale dei servizi e dei percorsi interni pensati sulla base di criteri più funzionali rispetto al passato, mettendo al centro il benessere dell’utenza e di chi lavora all’interno del presidio”.

“La realizzazione di nuove strutture ospedaliere in Sardegna consentirà la riqualificazione dei vecchi presidi e di attuare una razionalizzazione che porterà benefici ovunque nell’Isola. Per questo nella nostra agenda – sottolinea il Presidente – abbiamo indicato quattro nuovi ospedali, che dovranno avere una posizione baricentrica rispetto ai territori e caratteristiche tali da renderli facilmente e rapidamente accessibili”.

Il nuovo presidio ospedaliero di San Gavino Monreale sorgerà su un’area di 99mila metri quadri, non distante dall’attuale ospedale. L’area, di pertinenza esclusiva del nuovo ospedale, è dedicata alle infrastrutture, ai-percorsi di viabilità specifici e differenziati e ai parcheggi per il personale gli utenti ed i pazienti nella misura di 484 posti auto per 14.765 metri quadri. Un’ampia porzione (52.260 metri quadri) è destinata alle aree verdi ed è inoltre prevista la realizzazione di un’elisuperfice per l’atterraggio e la partenza  degli aeromobili di soccorso.

L’infrastruttura di rilievo Regionale, la cui realizzazione rientra in un cronoprogramma di 26 mesi, avrà una superfice totale di circa 32.124 metri quadri ed una capacità ricettiva di 215 posti letto e 28 posti tecnici tra dialisi e Obi (Osservazione breve intensiva), sarà dotata di 6 sale operatorie e 4 sale parto, una terapia intensiva/rianimazione e semintensiva, un Centro trasfusionale e Centro prelievi, la Diabetologia, il day hospital medico oncologico, oltre alla Cardiologia con Unità idi terapia intensiva cardiologica (UTIC), e Neurologia con stroke unit, i reparti di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria, Chirurgia Generale, Ortopedia, il day surgery e week surgery, la Medicina Generale, la lungodegenza e la riabilitazione.

Il nuovo ospedale si presenterà come un edificio a sviluppo orizzontale su 5 livelli (1 seminterrato e 4 livelli fuori terra), costituito da 3 corpi tra loro connessi e contigui.

Il corpo centrale che si sviluppa intorno a una corte, ospiterà le aree di degenza, mentre i due corpi laterali ospiteranno sul lato est tutti gli spazi di accoglienza, accettazione e i servizi ambulatoriali, e sul lato ovest le aree di emergenza, diagnostica e alte tecnologie (Blocco Operatorio, Terapie Intensive, Blocco Parto).

Per l’avvio del cantiere esprime soddisfazione anche l’assessore della Sanità, Mario Nieddu: “Gli ospedali da soli, però, non possono esaurire la risposta che deriva dalla complessità dei bisogni di assistenza e cura dei cittadini. Il Covid ci ha mostrato tutti i limiti di un modello sanitario nazionale fortemente ospedalocentrico, dove l’ospedale è individuato come l’unico luogo in cui è possibile ricevere risposte ai bisogni di salute, qualunque essi siano. È necessario, invece, restituire agli ospedali una vocazione di luogo di cure ad alta intensità e per farlo occorre potenziare il territorio attraverso la realizzazione delle strutture intermedie che abbiano una funzione di filtro e consentano di gestire in maniera efficace le malattie croniche, impendendo che queste arrivino alla fase acuta, e le patologie a bassa complessità, alleggerendo così il carico sugli ospedali. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo approvato e stiamo portando avanti un piano per la realizzazione di 13 Ospedali di Comunità, 50 Case della Comunità e 16 Centrali operative territoriali, attraverso un investimento di 293 milioni di euro dal Pnrr e Pnc, cofinanziato dalla Regione. Un obiettivo che non si esaurisce con la declinazione della Missione 6 del Pnrr sul nostro territorio, ma che prevede la realizzazione di altre strutture attraverso diverse linee di finanziamento. Abbiamo gettato le basi e stiamo lavorando per restituire ai sardi un sistema sanitario di alto livello, moderno, in grado di garantire sempre risposte a tutta la popolazione”.

“Neuropsichiatria ad Alghero a rischio chiusura”

ALGHERO – “Ricevo con molta preoccupazione l’accorato appello di numerosi genitori, i cui bambini sono seguiti presso l’ambulatorio di neuropsichiatria infantile di Alghero, in ansia perché l’attuale neuropsichiatra in servizio nella sede di via Raffaele Sanzio prenderà servizio ad Olbia, ove è vincitrice di concorso. I genitori temono per la continuità del servizio, dato che non hanno ricevuto alcuna rassicurazione circa la nomina di un nuovo specialista”. Lo segnala Alberto Bamonti dei Riformatori Alghero.

“Per loro è fondamentale che sia garantita la continuità delle sedute terapeutiche, scongiurando, ad ogni costo, una possibile sospensione che pregiudicherebbe i preziosi progressi fatti fino ad ora. Manca anche la figura della neuropsicomotricista. È doveroso affrontare con estrema urgenza la questione con l’immediato intervento dei vertici della ASL, per ridare la giusta serenità alle famiglie ed il necessario supporto terapeutico ai bambini, che hanno il diritto di continuare il loro percorso nella struttura ambulatoriale di Alghero”.

“Al suddetto quadro, si aggiunge anche la necessità di potenziare il servizio attualmente erogato, infatti, al momento c’è solo una logopedista in servizio, dal momento che l’altra è andata in pensione questa estate, per anzianità lavorativa raggiunta. Di fronte ad una problematica che investe la salute dei minori abbiamo l’obbligo di dare risposte immediate seguite da azioni concrete”.

Sgombero famiglie algheresi, Mulas: trovare subito una soluzione

ALGHERO –  Non un giorno, neanche 10 giorni o settimane, ma dieci anni. Questo il periodo di residenza di nuclei familiari di Alghero in uno stabile pubblico occupato. Struttura c0munale in uso all’Azienda Sanitaria. Dopo questo enorme lasso di tempo, è arrivata la richiesta di sgombero. Un’azione che non poteva non creare polemiche non per altro, visto anche il periodo tra i più difficili di sempre che stiamo vivendo come ripetuto ogni giorno anche dai rappresentanti politici. Sulla spinosa questione è intervenuto Christian Mulas che, anche da Presidente della Commissione Sanità, ha posto il problema in Consiglio Comunale chiedendo un’immediata ordinanza del Sindaco Conoci per stoppare lo sgombero in attesa di trovare, si presume, una sistemazione agli algheresi occupanti tra cui anche alcuni bambini con problemi di salute.  “Occupare uno stabile, pubblico o privato che sia, è un reato grave, non si giustifica il reato di occupazione abusiva. Bisogna subito sgombrare il campo dagli equivoci, però non è possibile non considerare gli aspetti
sociali che vivono le famiglie quando accadano queste vicende Giudiziarie, ci portano a pensare le difficoltà
che vivono quando fanno queste azioni estreme non giustificate. E’ il caso delle due famiglie che vivono da
quasi 10 anni in via Tarragona. Una struttura pubblica utilizzata diversi anni fa dall’Azienda Sanitaria locale
che a quanto appreso dalla documentazione emersa in questa ore ne chiede nuovamente la disponibilità
tramite intervento del Comune di Alghero”, cosi Christian Mulas, capogruppo dell’Udc.

“Ed è cosi che ci troviamo con le forze dell’ordine che si trovano a dover predisporre, entro un mese dall’avviso, di uno sgombero a due famiglie che risiedono da quasi 10 anni in uno stabile pubblico. Risiedono, perchè le persone che ci vivono all’interno hanno la residenza, ma non solo, hanno tutti gli allacci ai servizi riconosciuti . Ed oggi, nel periodo più difficile di sempre, tra pandemia, crisi economica sociale e sanitaria, aumenti di energia elettrica, e tutti i prodotti, assistiamo ad uno sgombero esecutivo nei confronti di due famiglie che oltre a non avere reddito hanno 4 minori di cui due in condizioni di disabilità. Io comprendo tutto e ripeto la legge va sempre rispettata, ma mi chiedo,
perchè oggi? Perchè in 10 anni non è stato fatto niente per aiutare queste famiglie e in generale tutte le
famiglie che sono senza casa? Perchè da troppi anni non si riesce costruire una casa popolare? Perchè vista tale emergenza non si parla con qualche benevolo impresario che, magari a condizioni economiche ottimali, possa mettere a disposizione un alloggio? Certo, questa sarebbe solo un pezza ad un problema sempre più crescente che vede un numero sempre maggiore di famiglie in estrema difficoltà, che chiedono aiuto ai servizi Sociali. Oggi sarebbe opportuno fermare subito questo sgombero in attesa che si possa trovare una soluzione a queste famiglie e che oggi vivono il dramma di questa vicenda, tra l’altro colpita recentemente da un gravissimo lutto. Si parla sempre di volere il bene comune e dei nostri concittadini, questo è un esempio per far emergere come priorità proprio questa volontà.”

Camping abusivi, “sentenza storica, il Comune deve confiscare”

ALGHERO – “Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una risoluzione storica che sancisce un punto di svolta nella gestione del territorio e del nostro patrimonio ambientale. Vogliamo fare i complimenti a tutti i Consiglieri presenti in aula che, approvando la proposta delle Consigliere Alivesi e Di Maio del Movimento 5 stelle, hanno ridato dignità non solo alla massima Istituzione cittadina ma all’intera collettività algherese che per decenni ha dovuto accettare uno scempio in uno dei luoghi di maggior pregio nella baia di Porto Conte.

La risoluzione approvata, infatti, impegna il Sindaco e l’Amministrazione comunale a proseguire l’iter per la confisca dei campeggi abusivi di Sant’Imbenia e di Sant’Igori, facendo seguito alle sentenze e ai disposti normativi in tema di lottizzazione abusiva. Ci auguriamo che la sensibilità dimostrata in questa occasione possa essere non un caso sporadico ma una vera presa di coscienza sul ruolo svolto dalla politica a favore del bene collettivo”

Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio 

Portavoce M5S nel Consiglio comunale di Alghero

Aou Sassari, Un “viaggio nel cuore” alla scoperta delle patologie cardiovascolari

SASSARI – Un vero e proprio “viaggio nel cuore” attraverso il quale i massimi esperti internazionali condividono la cultura cardiologica e si confrontano sulle principali patologie cardiovascolari.

Si è aperta questa mattina con questi obiettivi la tre giorni del congresso scientifico internazionale organizzato dalla Cardiologia dell’Aou di Sassari che, sino a sabato 24 settembre, si terrà nella suggestiva location dell’Hotel Su Gologone a Oliena. Il congresso, che porta il titolo “Viaggio nel cuore, le novità controverse in Cardiologia“, è arrivato alla decima edizione, ed è stato patrocinato dall’Aou di Sassari.

Questa mattina a portare i saluti delle istituzioni sono stati il rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, e il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano.

«Quello che accompagna questo appuntamento – spiega il dottor Gavino Casu, direttore della Cardiologia dell’Aou – è 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗮 di analizzare in modo critico ciò che è ancora controverso e dibattuto, 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲𝗻𝗱𝗼 la comunità scientifica sarda. E al suo interno comprendere anche 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶, 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝗻𝗱𝗶, cioè chi rappresenta il futuro della scienza e della assistenza sanitaria».

«𝗟𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗲 𝗰𝗮𝗿𝗱𝗶𝗼𝘃𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗶 – ha aggiunto – rappresentano ancora 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 e, dal punto di vista epidemiologico, interessano tutta la popolazione italiana. In particolare, la popolazione della 𝗦𝗮𝗿𝗱𝗲𝗴𝗻𝗮, sia per le caratteristiche anagrafiche sia per la particolare 𝗶𝗻𝗰𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗮𝗯𝗲𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗹𝗲𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼𝗹𝗲𝗺𝗶𝗮 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲, presenta noti fattori di rischio cardiovascolare».

La 𝗖𝗮𝗿𝗱𝗶𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶 è la più grande cardiologia della Sardegna come bacino di utenza. È 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗵𝘂𝗯 𝗲 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗳𝗲𝗿𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 per tutte le patologie cardiovascolari tempo-dipendenti e per le patologie cardiovascolari complesse e rare. Negli ultimi anni 𝗵𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗿𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗹’attività 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 nell’ambito del trattamento della cardiopatia ischemica acuta, nel trattamento percutaneo delle cardiopatie strutturali e nel trattamento interventistico delle aritmie, nonché nella gestione dello scompenso cardiaco avanzato, della ipertensione polmonare, nella diagnostica e nel trattamento delle patologie causa di morte cardiaca improvvisa. Tutto questo grazie alla sempre maggiore disponibilità di 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼 e 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 del personale sanitario.

Notevole impegno è stato, inoltre, profuso nella 𝗶𝗺𝗽𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝘂𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗺𝗲𝗱𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮, le cui applicazioni saranno a breve disponibili per l’assistenza in remoto di pazienti in tutto il territorio regionale.

Il congresso, con interventi in gran parte in lingua inglese, ha visto le letture magistrali di Paolo Piras, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Sassari, e di Ernesto D’Aloja, direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale all’Università di Cagliari.

Le 𝗿𝗲𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝘂𝗿𝗮 del congresso hanno sottolineano l’importanza della conoscenza delle problematiche medico legali nelle professioni sanitarie.

È stato tecnico, invece, l’intervento di Luca Degli Esposti, economista, presidente CliCon S.r.l. Health, Economics & Outcomes Research, che aveva 𝗹’𝗼𝗯𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 più 𝗮𝗺𝗽𝗶𝗮, e non solo limitata alle conoscenze prettamente assistenziali. L’economista si è soffermato sui principi di farmaco-economia che devono essere sempre noti ai sanitari per utilizzare al meglio le risorse a disposizione.

Il congresso prosegue domani 23 settembre, con inizio alle ore 9, con sessioni sul rischio cardiovascolare, sulle malattie delle arterie coronarie, sulla cardiomiopatia, sulla elettrofisiologia, sulla morte cardiaca improvvisa, sulla cardiologia interventista e sulla ipertensione polmonare.

La giornata conclusiva del 24 settembre vedrà gli esperti concentrarsi su argomenti quali l’ipertensione, le nuove opportunità nella gestione delle aritmie. Quindi seguiranno alcune sessioni dedicate alla discussione sulle valvole mitrali, tricuspide e aortiche oltre che sull’ipertensione arteriosa polmonare.

Comuni e Parco di Porto Conte contro il mega progetto di eolico off-shore | video

ALGHERO – “L’interesse energetico nazionale non può passare sopra gli interessi delle comunità, le energie rinnovabili e la transizione ecologica non sono in discussione  ma sono in discussione il metodo e le ricadute sul territorio. Non siamo di traverso, ma vogliamo sapere cosa accade. I parchi eolici offshore al largo della costa nord ovest della Sardegna investono letteralmente le comunità che conoscono solo  gli svantaggi, enormi, in termini di devastazione ambientale e di sacrificio del territorio in cambio di nessuna compensazione”. I Sindaci di Sassari, Alghero e Porto Torres, con il Parco di Porto Conte,  costituiscono un fronte comune contro i due progetti delle centrali eoliche nella ampissima fascia costiera tra Capo Mannu fino a Porto Ferro, passando per Capo Caccia.  Proprio quello che prevede l’impianto con vista dal belvedere del promontorio tra suggestivi del Mediterraneo contiene allarmanti dimensioni. Proposto dalla “Sardinia NorthWest”  è un mega impianto la cui richiesta d’uso del demanio marittimo proviene da parte della società italo-svedese  Avenhexicon, che vorrebbe  realizzare  una centrale eolica  di ben 382 chilometri quadrati davanti a Capo Caccia. Insieme a Nanni Campus e Massimo Mulas e al Direttore del Parco di Porto Conte e Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana, il Sindaco di Alghero Mario Conoci  esprime fortissima preoccupazione per l’ennesimo progetto presentato al Ministero al quale è stata avanzata formale opposizione.

“Sassari, Alghero e Porto Torres, insieme per difendere la dignità dei territori e dei cittadini, questa è  la dimostrazione di un territorio che si muove unito  con i Comuni della rete metropolitana – ha affermato oggi nell’incontro con la stampa a Palazzo Ducale – Vogliamo ottenere ciò che ci spetta, abbiamo solo progetti calati dall’alto senza nessuna condivisione con oneri certi e servitù trentennali sicure e nessun vantaggio per popolazioni e territorio,  che invece necessitano di energia a basso costo, infrastrutture, compensazioni ambientali. Tutto ciò non vien fatto a fronte di investimenti che invece producono profitti enormi per chi li fa: non è tollerabile, il nord ovest non può essere  sottoposto ad una colonizzazione energetica e a dover pagare l’energia più cara che in continente,  senza alcuna prospettiva per quanto accadrà nel futuro.  Viene detto che non ci sarà impatto ambientale visivo. “Non è vero –  ribatte Mario Conoci –   a dodici miglia dalla costa le pale eoliche altre 300 metri si vedranno. Modificheranno il nostro paesaggio il nostro panorama;  il nostro paesaggio è il nostro patrimonio su cui costruiamo il futuro economico e turistico. Una presa in giro così non è tollerabile, è necessario che ci sia una inversione di tendenza e un coinvolgimento attivo dei Sindaci e della Regione”.

 

Punta Giglio, Comitato: “No all’addomesticamento della volpe Giulietta”

ALGHERO – «La Società Cooperativa Il Quinto Elemento è titolare di concessione in uso a titolo gratuito dell’immobile di proprietà dello Stato denominato “ex postazione antiaerea”, in località Punta Giglio, area SIC/ZSC, ricca di fauna selvatica e di ben sei specie di uccelli inseriti nell’allegato 1 della Direttiva Uccelli, ricompresa all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Conte. I gestori dell’ex casermetta, sin dall’avvio dell’attività di pernottamento e ristorazione, hanno addomesticato una volpe, nutrendola con gli avanzi di cibo dei clienti. L’animale, a cui è stato dato il nome di “Giulietta”, sempre meno diffidente, tanto da assumere il cibo direttamente dalle mani dell’uomo, è divenuto una vera e propria attrazione del luogo, pubblicizzata sui social della Cooperativa e dei visitatori. Anche la vicesindaca di Milano, Anna Scavuzzo, socia della Cooperativa, ne ha fatto motivo di vanto sul suo profilo, dimostrando colpevole ignoranza delle norme vigenti.»

Così dal Comitato algherese che si batte contro la realizzazione dell’attività imprenditoriale privata a Punta Giglio. «Paradossalmente il Parco, con nota del 1 settembre 2022, passata sui social, ha pubblicato un avviso con cui diffidava i frequentatori del parco a nutrire gli animali selvatici, documentando correttamente i rischi per la fauna selvatica (ripercussioni sulla salute e sul comportamento) e per l’uomo e sottolineando come la pratica sia passibile di sanzione amministrativa e, in alcuni casi, costituisca reato perseguibile penalmente. Non comprendiamo come mai i vertici del Parco non siano intervenuti ad impedire tale pratica con ingiunzioni alla Cooperativa o notifiche alle autorità preposte (Corpo Forestale) quasi lasciando intendere che tale divieto, per motivi oscuri, o forse fin troppo chiari, riguardi tutti tranne i soci e clienti della Cooperativa.
Considerato tale atteggiamento della direzione del Parco, mancata attività di vigilanza e controllo, il Comitato Punta Giglio Libera ha inviato una segnalazione all’ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, corredandola di foto, messaggi, affinchè si ponga fine a questa situazione di abuso sulla fauna selvatica».

L’ altro aspetto assai delicato su cui la Cooperativa è chiamata ad intervenire, direttamente o indirettamente, attiene alla sicurezza degli avventori dell’albergo e ristorante “Rifugio di mare”, strettamente legata alla buona salute del compendio forestale di Punta Giglio. Infatti, il 7 settembre 2022, un albero di pino, secco, è caduto lungo lo sterrato che dalla strada statale 127 bis conduce alla ex casermetta. Solo il caso ha impedito che si verificasse una tragedia, mettendo in pericolo la vita delle persone, considerato l’intenso traffico umano, prevalentemente su mezzo elettrico di proprietà della Cooperativa, conseguente all’avvio dell’attività turistico-ricettiva gestita dal Quinto Elemento. Il Direttore del Parco, nel firmare l’ordinanza n°2 del 11.07.2018, mostrava di avere già da allora consapevolezza di una situazione di pericolo per la fruizione naturalistica all’interno del compendio forestale di Punta Giglio in conseguenza delle mancate manutenzioni sotto il profilo silvoforestale e di una progressiva parassitosi sul patrimonio boschivo interessante gli ormai senescenti pini marittimi e d’Aleppo segnalata formalmente dall’Agenzia Forestas – Servizio territoriale di Sassari.

Per tale ragione Parco, Amministrazione Comunale e Agenzia Forestas programmavano una serie di interventi di manutenzione straordinaria e di riqualificazione del compendio forestale di Punta Giglio e il Parco completava l’azione di tutela attraverso un provvedimento di carattere temporaneo mirante a disciplinare gli accessi ai sentieri naturali. «Ad oggi, non solo non è stata portata avanti l’attività di salvaguardia – e la caduta del pino ne è testimonianza – ma addirittura è stata autorizzata, senza azioni di contrasto di mitigazione, una vera e propria aggressione del compendio, con attività invasive di scavo lungo tutto lo sterrato e ai suoi lati, e ad un progressivo incremento della pressione antropica con via vai continuo di mezzi che trasportano i visitatori presso l’albergo e ristorante gestito dalla Cooperativa Il Quinto Elemento». Alla luce di quanto accaduto, il Comitato spontaneo Punta Giglio Libera ha inviato una segnalazione all’Agenzia Forestas, al Corpo Forestale, al Sindaco, al Parco, all’Assessorato Regionale, per capire da chi e quando verranno portate avanti le manutenzioni straordinarie ma, soprattutto, per capire se la Cooperativa Quinto Elemento abbia consapevolezza dei rischi che fa correre ai suoi clienti e si renda conto che è responsabile della loro sicurezza ed incolumità anche in considerazione del fatto che, il profitto del biglietto d’ingresso, che le persone pensano di pagare direttamente al Parco, è per l’80% ad appannaggio della Cooperativa medesima