Alitalia perde. Ryanair vola. Alghero?

ALGHERO – Montezemolo: “Alitalia perde 500mila euro al giorno”. Allegria, potremmo commentare. Ma poi il Presidente dell’ex-compagnia di bandiera, oramai con l’ingresso di Ethiad pià araba che italiana, ha “corretto il tiro” e “comunque puntiamo al pareggio di bilancio entro il 2017”. Non è chiaro come questo possa accadere con un’emorragia contabile come quella asserita da Montezemolo. Per questo lui stesso, sentito martedi in audizione alla Camera, parla di “investimento nelle destinazioni” insomma di promuovere le varie mete e località turistiche italiane all’estero al fine di creare quel circuito virtuoso che ancora nessun governo centrale, e a cascata i vari enti locali, non sono ancora riusciti a creare e che si basa sulla vera e principale industria che dovrebbe avere l’Italia: il turismo.

Per questo in luoghi dove ha operato o opera ancora la Ryanair la differenza si sente e pure molto. Perchè la il vettore irlandese agisce non solo come mezzo di trasporto, ma soprattutto come “tour operator” cosa che le altre compagnie non fanno. Almeno la maggior parte, di sicuro non lo fa (più) l’Alitalia. Tanto è vero che è lo stesso Montezemolo, sempre durante l’audizione di oggi, a chiedere la soppressione dell’Enit, ente italiano di promozione tristica, che negli anni si è rivelato un vero carrozzone senza dare alcun apporto al settore.

Ed infatti gli scali dei territori dove ha volato Ryanair se ne sono accorti, Alghero n’è un esempio. In 15 anni circa di operatività ha cambiato il volto del territorio garantendo un flusso enorme e continuo di turisti anche nei mesi di spalla e in bassa stagione. Certamente durante il suo corso le amministrazioni locali non hanno fatto quanto necessario per adattare l’offerta a quelle che erano le richieste dei villeggianti. Ryanair ha cambiato radicalmente il modo di muoversi. Muoversi volando è diventato un modo comune e cheap.

Per questo ha attivato nel mercato turistico anche quelle fette della popolazione che prima usavano, visti i costi, gli aerei molto poco. In questo modo si è dato un fortissimo impulso al turismo europeo con alcune mete che sono passate dal quasi anonimato a divenire luogo di attrazione questo senza che avessero nè tradizione, nè storia, nè tanto meno bellezze naturali da offrire. Alghero che ha tutto questo è rimasta ferma. Basta un piccolo (grande) esempio su tutti: ancora nel 2016 non esiste un posto al chiuso, riparato e attrezzato, che possa ospitare eventi, presentazioni, manifestazioni, dove raccogliere almeno un migliaio di persone. E ciò per allungare la stagione e in generale per andare oltre il binomio sole&mare sarebbe essenziale.

Ma invece ora tutti (o quasi) a piangere sul “latte versato”, che è stato molto. Perchè è noto che la Ryanair ha preso sempre dei bei soldoni, ma stessa cosa, anzi molto maggiore, è accaduta in altro modo per l’Alitalia solo che, ribadiamo, la prima è divenuta un brand per gli spostamenti ludici. Un marchio per il turismo che ha dato nuova linfa a posti, appunto, come Alghero, senza considerare il contributo alla crescita culturale dei sardi che si sono potuti finalmente muovere fuori dalle “gabbie” delle leggi sulla continuità mai funzionali ai reali bisogni degli isolani. Dopo tre lustri, però, ci troviamo con un pugno di mosche in mano o poco più. Pure coloro, tra cui anche alcuni ex-amministratori e importanti imprenditori, che urlavano allarmati che la compagnia di O’ Leary portasse “solo straccioni”, oggi sono contriti e disperati dal suo addio. Ma forse Alitalia ci salverà. Quando la Sardegna, ultima ciambella di salvataggio, diventerà un po’ più araba.

Nella foto la notizia riguardante le perdite dell’Alitalia

S.I.