CRONACA
“Infiltrazioni mafiose, fenomeno complesso: bisogna seguire i soldi”
ALGHERO – “Ho conosciuto diversi mafiosi e camorristi. Con loro ho avuto un dialogo formale, come si conviene a chi, per mestiere, entra in contatto con loro. Li ho incontrati all’Asinara, ma ho avuto contatti anche a Nuoro, Oristano, Tempio e Sassari.
Se mi chiedessero un ritratto di un mafioso o di un camorrista, non riuscirei a farlo. Le persone non sono solo ciò che rappresentano, ma piuttosto il risultato di mille parole, gesti e silenzi. Quando qualcuno mi chiede di Riina, rispondo sempre che non aveva parole, mentre Cutolo ne aveva troppe. Erano l’alfa e l’omega, ma entrambi appartenevano alla malavita organizzata.
Cosa sta succedendo ad Alghero e, se vogliamo allargare lo sguardo, in altri luoghi della Sardegna? Davvero c’è il rischio di infiltrazioni mafiose?
Ricordo che l’allora ministro dell’Interno, Maroni, chiese di poter replicare alle accuse di infiltrazioni in Lombardia che, a suo avviso, non esistevano. Aveva, ovviamente, torto. La mafia, la ’ndrangheta e la camorra sono presenti da molti anni a Milano e fanno affari. Lo dice, da sempre, Roberto Saviano. Oggi ci sono anche le prove.
Qui, da noi, sono ancora sussurri, modi di essere, movimenti impercettibili. È necessario avere la massima attenzione, è vero, ma non si può chiedere ai cittadini di vivere nel sospetto costante. Sarebbe pericolosissimo. Un calabrese, un siciliano o un napoletano non appartengono alla criminalità organizzata in quanto tali. La quasi totalità della popolazione di queste regioni non ha mai avuto a che fare con la giustizia, come i sardi non sono tutti sequestratori di persona o rapinatori.
Se la camorra o la mafia si è infiltrata in una città come Alghero, è semplicemente perché si è messa in “affari”, non perché vi siano parenti presenti nel carcere di Bancali. Questa analisi è fuorviante e semplicistica. La fenomenologia dell’universo mafioso non è facile da percepire, analizzare o scoprire.
Non è vero, per esempio, che la Sardegna sia immune, e certamente non aiuta la scelta del legislatore di inviare i detenuti sottoposti all’articolo 41 bis nell’isola. La valutazione, però, non può essere superficiale. Le analisi devono portare a intensificare i controlli e a comprendere i movimenti non solo dei soldi, ma anche di quello che chiamiamo “patrimonio immobiliare”.
Affermare che la mafia investe dalle nostre parti perché alcuni loro esponenti sono a Bancali (o saranno a Uta) significa non comprendere un fenomeno complesso. Se fosse così facile, basterebbe trasferire i detenuti altrove – cosa che, peraltro, già avviene, perché non è assodato che un detenuto resti per anni nello stesso luogo – e la mafia sparirebbe.
Il problema è più complesso e occorre analizzarlo nella sua interezza: dai piccoli segnali, come un’auto bruciata, a un assalto a un portavalori. Ma anche questo non ci racconterebbe che una parte del fenomeno. I soldi, oltre a non avere odore, non fanno rumore. Dobbiamo seguirli”.
Giampaolo Cassitta, scrittore
Alghero sotto attacco speculativo, “Divieti e pale eoliche a Capo Caccia”
ALGHERO – “E’ stata pubblicata l’ordinanza della Capitaneria di Alghero che dal 2 settembre al 30 ottobre vieta il transito di chiunque nell’area oggetto delle indagini geologiche funzionali alla costruzione della centrale eolica a mare della multinazionale Hexicon che vuole devastare quel paradiso naturale con pale altre oltre 300 metri d’altezza! Lo sfregio delle pale offshore è pronto ad attaccare anche l’oasi naturalistica di Alghero, un vero e proprio paradiso terrestre, intonso ed esclusivo, protetto e irripetibile”.
E’ Mauro Pili, già presidente della Regione Sardegna e deputato, a rendere noto il nuovo divieto nello specchio d’acqua davanti a Capo Caccia di 382 km quadri: «ben 38.200 campi da calcio in mezzo al mare, per piazzare 54 pale eoliche alte 332 metri e un cavidotto marino di circa 41 km fino al molo sopraflutto del porto di Alghero! Queste aree saranno vietate sino al 30 di ottobre. e parliamo di un’oasi protetta sin dal 2002, istituita sotto la mia Presidenza, dichiarata tale per tutelare l’area tra Punta Giglio e Capo Caccia, un vero colpo letale per turismo, navigabilità e pesca, e persino per il Santuario dei Cetacei» incalza Pili che non fa giri di parole nel descrivere la situazione e i responsabili: «E’ una follia di Stato, con tanti complici, troppi silenzi. Mentre tutti continuano a dormire, con una Regione inutile e inesistente e uno Stato complice, continua la devastazione della Sardegna».
Sardegna, è nuovamente emergenza sangue
ALGHERO – L’Avis Regionale Sardegna lancia un appello urgente a tutti i donatori e ai cittadini affinché si rechino a donare il sangue in questi giorni di forte criticità.
“Gli ospedali dell’Isola sono in sofferenza, manca il sangue – spiega il presidente regionale Vincenzo Dore –. In queste settimane stiamo registrando una carenza diffusa di sacche, che sta rischiando di compromettere le terapie per i pazienti cronici e per chi si trova in condizioni di emergenza. Chiediamo con forza ai nostri preziosi donatori di non interrompere la loro abitudine e invitiamo chi non ha mai donato a compiere questo gesto di straordinaria solidarietà. Ogni singola donazione è fondamentale”.
La criticità è aggravata anche dalle difficoltà di approvvigionamento da altre Regioni. “Da quanto appreso – continua Dore – non stanno partendo gli aerei”. Secondo i dati del Centro Nazionale Sangue, nel 2024 il fabbisogno regionale è stato di quasi 105.000 sacche, a fronte di poco meno di 79.000 raccolte dai donatori sardi, con il resto garantito da forniture provenienti da fuori Sardegna. “Questi numeri – aggiunge il presidente di Avis Sardegna – dimostrano da un lato la sofferenza della parte istituzionale del sistema regionale sangue, ma anche quanto il sistema pubblico sia dipendente dall’attività della nostra associazione. Tutti noi volontari ci impegniamo ogni giorno nel sensibilizzare le persone, nel promuovere attività che avvicinino anche chi non è ancora donatore, con particolare attenzione ai giovani, per trasmettere il valore e l’importanza di questo gesto”.
Di fronte a tali criticità, il presidente Vincenzo Dore ribadisce la richiesta alla Regione di una maggiore attenzione verso i donatori da parte dell’assessorato competente e di una collaborazione sinergica e strategica tra le parti.
A rendere ancora più delicata la situazione c’è il fattore stagionale: l’estate riduce la disponibilità di molti donatori abituali, mentre nello stesso tempo aumentano i bisogni trasfusionali per via del maggiore afflusso turistico e del conseguente incremento degli incidenti stradali. A ciò si aggiunge la necessità costante dei circa mille pazienti talassemici in Sardegna, che hanno bisogno di trasfusioni regolari per vivere.
Con il rientro dalle ferie e con la preoccupazione legata alla ridotta disponibilità di sangue da altre regioni, l’appello di Avis è quindi chiaro: tornare a donare sangue subito, per garantire la continuità delle cure e sostenere la ripresa delle attività ospedaliere.
Avis Regionale ricorda che per donare è sufficiente rivolgersi all’Avis comunale di appartenenza e prenotare la propria donazione. “Donare sangue è un atto di responsabilità e di comunità – conclude il presidente Dore -. Ognuno di noi può fare la differenza: con un piccolo gesto si possono salvare vite. Vi aspettiamo nei centri Avis e Trasfusionali di tutta la Sardegna”.
“La Sardegna e Alghero non vogliono piegarsi alla criminalità”
ALGHERO – “Il tema delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio, in particolare ad Alghero, è tornato al centro del dibattito pubblico. È un argomento delicato, che non va sottovalutato né taciuto, perché riguarda non solo la sicurezza, ma anche l’immagine e il futuro della nostra comunità.
È noto come la decisione assunta diversi anni fa a livello nazionale di concentrare in Sardegna numerosi detenuti sottoposti al regime di 41 bis abbia avuto conseguenze significative. Tale scelta ha comportato il rischio di portare con sé ramificazioni, presenze e interessi della criminalità organizzata, che in una regione non sufficientemente attrezzata sul piano della prevenzione possono trovare terreno fertile per tentativi di infiltrazione economica e sociale.
Occorre dire con chiarezza che il contrasto alla criminalità organizzata non è nelle mani delle amministrazioni comunali. Gli strumenti investigativi e repressivi appartengono ad altri apparati dello Stato – magistratura, forze dell’ordine, strutture specializzate – dotati della competenza e delle capacità necessarie per affrontare fenomeni così complessi e sofisticati. Tuttavia, questo non significa che le istituzioni locali siano estranee: il loro ruolo, seppur indiretto, è importante. Un’amministrazione comunale può e deve accompagnare il lavoro delle autorità competenti, sostenere la società civile, incoraggiare il dibattito pubblico, senza cedere alla tentazione del silenzio.
La criminalità organizzata di oggi non si presenta più soltanto con la violenza, ma soprattutto con strumenti finanziari e imprenditoriali, attraverso i quali cerca di inserirsi nell’economia legale, di riciclare denaro e di condizionare lo sviluppo dei territori. Per questo serve la massima attenzione, la massima trasparenza e la capacità di reagire collettivamente.
In questi mesi, anche ad Alghero, si registra un elemento positivo: la discussione è aperta, la società civile, le istituzioni e le forze di polizia hanno mostrato sensibilità e reattività. È fondamentale che questo dibattito non si spenga. Non dobbiamo temere di parlarne: i danni d’immagine sarebbero ben maggiori se prevalesse il silenzio.
Resta, però, un nodo politico e istituzionale che non può essere ignorato. Non è accettabile che la Sardegna venga trasformata, di fatto, in una sorta di “Cayenna italiana”, concentrando qui i detenuti più pericolosi e con maggiori legami con la criminalità organizzata. È una scelta che espone l’isola a rischi ingiustificati e che deve essere affrontata con determinazione a tutti i livelli, dal governo centrale fino agli enti locali.
Il nostro compito, come comunità, è difendere il diritto a vivere in un territorio libero dalle mafie, facendo sentire la nostra voce e rafforzando la collaborazione tra istituzioni e cittadini. Non si tratta di individuare colpevoli, ma di affermare con forza che la Sardegna e Alghero non possono e non vogliono piegarsi a logiche di infiltrazione criminale.
Per questo occorre mantenere alta l’attenzione, alimentare il confronto pubblico e garantire una reazione collettiva, forte e costante. Solo così si potrà preservare la dignità del nostro territorio e il futuro delle prossime generazioni”.
Criminalità, Polizia: stop polemiche, lavoriamo insieme. Tagli personale? Giusto interessare Cacciotto
ALGHERO – “Il decorso 1° settembre la scrivente segreteria provinciale ha inoltrato una dettagliata richiesta alla Segreteria Nazionale del SIULP, e per conoscenza al Signor Questore di Sassari e alla Segreteria Regionale del SIULP Sardegna, per segnalare con forza le criticità che da anni gravano sul Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alghero, nodo fondamentale della sicurezza nel territorio ma sistematicamente trascurato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza”, cosi Massimiliano Saba a guida del sindacato SIULP provinciale interviene per chiarire la posizione del corpo di polizia riguardo la situazione generale del territorio e in particolare degli allarmi riguardanti la criminalità sul territorio, senza non dispensare alcuni passaggi al sindaco Cacciotto.
“L’iniziativa si inserisce in un percorso di rivendicazione sindacale che, nel corso degli anni, ha visto questa Segreteria in ambito provinciale impegnata con continuità e rigore nel denunciare lo squilibrio tra fabbisogni di personale e risorse effettivamente assegnate, nonché le conseguenti ricadute sull’organizzazione del lavoro e sulla qualità del servizio reso alla collettività. È doveroso tuttavia intervenire pubblicamente anche in merito agli articoli di stampa comparsi nei giorni scorsi e alle dichiarazioni del Sindaco di Alghero, che hanno chiamato in causa, in modo che ritengo del tutto improprio, questa Segreteria”.
“La natura delle doglianze. Le osservazioni espresse dal sottoscritto hanno riguardato esclusivamente la mancata attenzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza verso il presidio di Alghero. Il Sindaco ha affermato – correttamente – che le mie osservazioni riguardavano la scarsa attenzione del Dipartimento della P.S. nei confronti di Alghero. E questo, lo ribadisco, è il cuore della questione. Tale concetto, peraltro, gli è stato rappresentato da me stesso in maniera chiara e diretta durante la telefonata intercorsa sabato mattina”.
“Con il massimo rispetto per le istituzioni locali, si ribadisce che l’unico interlocutore del SIULP, per materia e competenza, è il Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Non ho mai, e sottolineo mai, chiamato in causa né il Sindaco né altri rappresentanti delle istituzioni locali. Siamo completamente estranei alla politica, impegno altissimo, ma che al SIULP non interessa. Siamo concentrati per assicurare luoghi di lavoro consoni ed adeguati in particolare per quanto attiene le piante organiche degli Uffici in ambito provinciale”.
“La responsabilità personale e professionale. Tra due anni raggiungerò la pensione, dopo quasi trentotto anni di servizio. Potrei scegliere il silenzio e il disimpegno. Ho invece scelto di continuare a rivendicare condizioni di lavoro migliori per i colleghi, specialmente per quelli che verranno, affinché non debbano affrontare le stesse difficoltà che io stesso ho vissuto a partire dal gennaio 1990. È un dovere morale, oltre che professionale, e non intendo sottrarmi”.
“La finalità dell’azione sindacale. L’azione della Segreteria Provinciale del SIULP non è né contingente né polemica. Essa trova fondamento nella necessità di assicurare, anche al territorio di Alghero un presidio efficiente, dotato di organici congrui e capace di rispondere alle esigenze di sicurezza della comunità locale”.
“Per queste ragioni, si rassicura il Sindaco: non vi sarà, da parte del sottoscritto, ulteriore replica a dichiarazioni di carattere mediatico. Ogni energia sarà rivolta esclusivamente a sollecitare, nelle sedi competenti, le decisioni dovute”.
“In ultima analisi, la questione si riduce a un interrogativo tanto semplice quanto dirimente: se è vero come è vero che il Commissariato Pubblica Sicurezza di Alghero, è un presidio segnato da una carenza di organico evidente e penalizzante, nell’affrontare detta questione, chiedo, a quale città della Sardegna o d’Italia avrei dovuto fare riferimento per ottenere delle risposte, così come mi viene contestato dal primo cittadino sui vari articoli?”
“La chiosa finale che sintetizza quanto in larga parte evidenziato dallo scrivente è l’estratto dell’intervista rilasciata dal Signor Procuratore Generale di Cagliari, dott. Luigi Patronaggio, al quotidiano La Nuova Sardegna di ieri 2 andante, il quale a specifica domanda del giornalista, se esiste un caso Alghero per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose, la risposta del magistrato non lascia spazio a dubbi di sorta o interpretativi, tanto che qualsiasi altro commento da parte mia appare superfluo”.
“La presente comunicazione si inserisce nell’imminente predisposizione, da parte della Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale della Polizia di Stato, del piano dei potenziamenti/trasferimenti relativo al Ruolo Agenti/Assistenti previsto per il dicembre c.a.
È preciso dovere di questa Segreteria Provinciale segnalare con forza e con urgenza come il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alghero risulti da anni colpevolmente penalizzato dalle scelte ministeriali, con una pianta organica ridotta all’osso e del tutto inadeguata rispetto alle esigenze operative. Il mancato rafforzamento di questo presidio – vero avamposto della legalità in un’area strategica della più vasta Provincia d’Italia – ha generato una condizione ormai divenuta improcrastinabile e che richiede un deciso e radicale cambio di rotta da parte del Dipartimento”.
“Il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alghero, rappresenta il presidio di riferimento per l’intera fascia nord-occidentale della provincia di Sassari. Nonostante tale “centralità”, oggi conta poco più di 30 unità complessive, al netto di personale allo stato “aggregato” proveniente da altri Uffici.
Numeri che, a fronte della mole di lavoro e della vastità delle competenze attribuite, certificano una condizione di grave e strutturale sotto-dimensionamento. La giurisdizione del Commissariato non si limita, infatti, al solo contesto urbano, ma comprende un territorio ampio e variegato: zone rurali, costiere, infrastrutture strategiche quali l’aeroporto internazionale “Riviera del Corallo” e il porto turistico-commerciale”.
“Il combinato disposto di questi fattori determina un territorio a forte complessità demografica e sociale, la cui gestione richiede livelli di presidio ben superiori a quelli attualmente disponibili.
Negli anni il fenomeno si è aggravato: pensionamenti non sostituiti, assegnazioni di personale insufficienti, totale assenza di una strategia di potenziamento. È così maturata una situazione in cui le reali esigenze operative risultano sistematicamente ignorate, determinando uno scollamento circa le reali esigenze operative”.
La città di Alghero, con oltre 42.000 residenti censiti, registra durante la stagione estiva un incremento esponenziale di popolazione per via del turismo; non a caso, sino al 31 agosto scorso, il Signor Questore di Sassari ha disposto una consistente “aggregazione temporanea” di personale, provenienti da altri Uffici della Provincia, per sopperire alle carenze croniche dell’organico ordinario.
Ma per meglio capire il fenomeno, si fornisce il seguente dato oggettivo: secondo il report del Ross 1000 Sardegna, il sistema regionale di rilevamento ed elaborazione dei dati dei flussi turistici, per quanto concerne il 2024, Alghero è il Comune più visitato della Sardegna con oltre un milione e mezzo di presenze, in aumento del 16% rispetto all’anno precedente. I dati, anche per quanto concerne l’anno in corso, appaiono seguire il medesimo trend positivo”.
“Il centro catalano in parola, inoltre, è un polo economico e sociale in costante crescita. Questa attrattività ha determinato, accanto all’arrivo di famiglie e lavoratori onesti, anche l’insediamento di soggetti dediti ad attività criminali e dalla dubbia condotta, attratte dai benefici dell’indotto connesso prevalentemente, ma non solo, alla cosiddetta imprenditoria turistica. Ne consegue una realtà composita e “multietnica”, con nuove forme di criminalità, spesso estranee alla tradizione isolana, che vanno dalla microcriminalità diffusa ai fenomeni riconducibili alla criminalità organizzata, così come da anni, non soltanto nell’attualità, si apprende dagli organi di stampa e dai mass-media in genere, riguardo ai fatti di cronaca, operazioni complesse e articolate portate a termine dagli organi inquirenti, coordinate anche a livello di DDA”.
“E questo sebbene nel corso degli anni la Sardegna abbia dato prova di avere gli anticorpi per respingere determinati fenomeni delinquenziali e criminali, tanto è vero che certe forme di crimine associativo non hanno mai attecchito nel territorio isolano. I numeri sono eloquenti: il Commissariato di Alghero gestisce quotidianamente un carico di lavoro esponenziale, se andiamo ad analizzare la ricezione e trattazione di atti di Denunce e Querele, le innumerevoli pratiche di Polizia Amministrativa e Sociale, costanti Servizi di Controllo del Territorio, compiti di Scorta e Tutela a personalità, attività Info/Investigative delicate e i gravosi servizi di Ordine Pubblico”.
“Tutto ciò viene garantito da un organico che, rapportato al territorio, alla popolazione e ai kmq da vigilare, risulta nettamente inferiore rispetto agli standard regionali e nazionali.
È doveroso sottolineare come, nonostante la grave carenza organica, gli operatori di Polizia del Commissariato abbiano più volte dimostrato eccellenza professionale, portando a termine importanti operazioni, in particolare nel contrasto al narcotraffico.
La professionalità degli operatori, però, non può sopperire indefinitamente a una carenza di risorse che è diventata strutturale e patologica.
Il quadro descritto dimostra come le scelte ministeriali degli ultimi anni siano state miopi e contraddittorie: mentre i dati sulla popolazione, il turismo, la pressione
SIULP – Segreteria Provinciale di Sassari Pagina 4
criminale e il carico di lavoro imponevano un rafforzamento, il Dipartimento ha adottato decisioni che hanno prodotto l’effetto opposto, lasciando il Commissariato in condizioni opinabili relativamente alla pianta organica”.
“Questo “scollamento” tra esigenze reali e determinazioni centrali è diventato insostenibile. Non vi è alcuna logica né funzionale né strategica che giustifichi la persistente esclusione del Commissariato Pubblica Sicurezza di Alghero dai piani di potenziamento. Tale scelta non può che essere letta come una grave sottovalutazione delle esigenze di sicurezza di un territorio che, per popolazione, economia e criminalità, avrebbe meritato ben altra considerazione. A margine, per onestà intellettuale, è necessario richiamare l’analogo intervento a firma dello scrivente, datato mesi orsono, riguardo alla carenza di organico che caratterizza l’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Alghero/Fertilia (SS) che auspichiamo anch’esso possa beneficiare dell’incremento organico connesso al piano di potenziamento e/o trasferimenti del dicembre”.
“Alla luce di quanto analiticamente esposto, la scrivente struttura territoriale chiede a codesta Segreteria Nazionale – con la legittima forza dei dati, delle evidenze e del buon senso – di: intervenire con urgenza presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Ufficio Relazioni Sindacali; rappresentare la condizione critica e ormai insostenibile del Commissariato Pubblica Sicurezza di Alghero; sollecitare un incremento organico significativo, stabile e strutturale nel piano di potenziamento di dicembre p.v.; estendere la richiesta anche all’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Alghero/Fertilia, già segnalato per carenze analoghe.
Non si tratta di una mera rivendicazione sindacale: è una questione di legalità e sicurezza collettiva! Continuare a ignorare questa situazione, infatti, equivale a privare un’intera area della Sardegna di un presidio di sicurezza adeguato”.
“Sicurezza e criminalità, bisogna ascoltare allarme della Polizia”
ALGHERO – “Gli episodi di questi giorni – dalle nuove spaccate ai danni delle attività economiche sino alla brutale aggressione al barman del Baia di Conte – riportano con forza il tema della sicurezza al centro del dibattito.
L’allarme lanciato dal sindacato di polizia SIULP, dalle istituzioni e da esperti come il professor Dalla Chiesa non può restare lettera morta. Oggi non servono slogan ma un impegno concreto per rafforzare la presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio.
Questi episodi non possono essere minimizzati né trattati come fatti isolati. Confermano semmai quanto Fratelli d’Italia denuncia da tempo: Alghero è esposta a fenomeni criminali che minacciano la serenità dei cittadini, la libertà delle imprese e l’immagine stessa della nostra città.
La comunità deve sentirsi sicura e ciò richiede scelte serie, tempestive e concrete. Noi rilanciamo le nostre proposte già depositate in Consiglio: in primis l’attivazione di un Tavolo permanente con Prefettura e Forze dell’Ordine per coordinare gli interventi e monitorare le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.
Lo scorso giugno Comune e Prefettura hanno sottoscritto un protocollo di prevenzione amministrativa antimafia. È uno strumento utile, ma che va reso operativo e monitorato con continuità. Chiediamo di sapere quali attività siano state avviate dall’Osservatorio istituito presso la Prefettura, quale contributo concreto stia offrendo il Comune e come si intenda estendere l’adesione al protocollo a tutte le realtà economiche e sociali in grado di contribuire al contrasto delle infiltrazioni.
Nella prossima seduta di Consiglio speriamo di poter discutere e approvare l’ordine del giorno con cui proponiamo il Controllo di Vicinato, strumento disciplinato di cittadinanza attiva già operativo in centinaia di città italiane, insieme agli incentivi ai Centri Commerciali Naturali che investono in vigilanza privata. La sicurezza delle attività economiche è infatti un presidio fondamentale per la tenuta sociale della nostra comunità.
Negli ultimi sei anni Fratelli d’Italia ha portato in aula proposte chiare e puntuali, molte delle quali già approvate. Basti ricordare l’ordine del giorno del luglio 2023, presentato dalla capogruppo Monica Pulina, che ha introdotto misure concrete come la videosorveglianza diffusa e la collaborazione con i Barracelli. Da allora abbiamo continuato a chiedere maggiore dotazione per la Polizia Locale e un pieno sostegno alle Forze dell’Ordine.
La politica ha il dovere di affrontare questi problemi senza propaganda. Fratelli d’Italia continuerà a stimolare il dibattito e a proporre soluzioni concrete, perché la sicurezza non è un terreno di divisione politica, ma il presupposto indispensabile per la libertà dei cittadini, il lavoro delle imprese e lo sviluppo della città.
Coordinamento Cittadino Fratelli d’Italia Alghero
Criminalità, Pais a Cacciotto: “No a contrapposizioni tra Istituzioni”
Sassari, gesti della disperazione: la Polizia salva tre persone
SASSARI – La Polizia di Stato a Sassari ha dimostrato, in appena una settimana, un’eccezionale prontezza e sensibilità, salvando la vita a tre persone che, in momenti di profonda disperazione, avevano manifestato l’intento di togliersi la vita. Questi interventi sottolineano l’impegno costante e la preparazione degli operatori di volante nell’affrontare situazioni di estrema delicatezza, che richiedono non solo coraggio, ma anche grande empatia, capacità di mediazione e di immedesimazione.
I primi due episodi si sono verificati sul ponte di Rosello. In entrambi i casi, il 20 e il 25 agosto, gli operatori delle volanti sono intervenuti prontamente, riuscendo con abilità e cautela a convincere due persone, in momenti distinti, a desistere dal loro intento, allontanandole dalla balaustra e affidandole poi alle cure dei sanitari.
Un altro intervento avvenuto nella notte del 27 agosto a Sassari testimonia in modo esemplare il sangue freddo e l’efficacia dell’azione degli operatori intervenuti. Un uomo, in un’abitazione privata, aveva manifestato l’intenzione di compiere un gesto estremo mettendosi in contatto tramite 112 NUE con la nostra Sala Operativa. Mentre l’operatore della Centrale Operativa (C.O.T.) intratteneva il soggetto al telefono, mantenendolo impegnato e fornendo preziose indicazioni sul luogo, la volante si è precipitata sul posto.
Gli agenti si sono trovati di fronte ad una scena drammatica: l’uomo si era arrampicato sul tetto della propria casa e aveva legato una corda al collo, assicurandola ad un comignolo. Senza esitare, uno dei due poliziotti ha iniziato a dialogare con la persona dalla strada, cercando di distrarla e guadagnare tempo prezioso. Contemporaneamente, il secondo operatore si è arrampicato sul tetto. Con un gesto fulmineo, ha slegato la corda dal comignolo e ha poi raggiunto il soggetto, mettendolo in sicurezza. In pochi istanti, anche il collega è salito sul tetto e, in squadra, sono riusciti a liberare l’uomo dalla corda che gli stringeva il collo.
Il dirigente dell’U.P.G.S.P. di Sassari, Virginia Rita Martinazzi, sottolinea come la Polizia di Stato non sia solo un’istituzione dedicata alla sicurezza pubblica e al contrasto della criminalità, ma un punto di riferimento e un baluardo per la tutela dei cittadini anche nei momenti più bui e di grave difficoltà.
La Polizia di Stato rinnova il suo impegno nel porsi al servizio della comunità, con la consapevolezza che ogni vita salvata rappresenta la più alta e nobile missione.
“Infiltrazioni mafiose ad Alghero, è allarme. Sindacato Polizia: urgono azioni”
ALGHERO – La Segreteria Provinciale del SIULP di Sassari, per voce del Segretario Provinciale Massimiliano Pala, intende offrire un’analisi tanto rigorosa quanto inequivocabile della grave emergenza che affligge la città di Alghero. Un territorio esposto. Se da un lato Alghero continua a proporsi come polo turistico e culturale di rilevanza internazionale, dall’altro è divenuta teatro di un processo di progressiva penetrazione criminale, caratterizzato da episodi reiterati di violenza, minacce, atti incendiari e tentativi di infiltrazione nei settori economici e negli spazi decisionali locali.
Il centro catalano in parola rappresenta quindi un caso di studio emblematico: città dalla forte vocazione turistica, ma al contempo vulnerabile alla penetrazione di fenomeni criminali. Tale vulnerabilità discende da due fattori concomitanti: La cronica carenza organica del Commissariato di Pubblica Sicurezza, che riduce drasticamente la capacità preventiva e investigativa; La pressione crescente di gruppi criminali organizzati, che perseguono il controllo delle attività economiche e turistiche attraverso violenza e intimidazione. Episodi recenti: dalla contingenza alla struttura”.
“Gli eventi degli ultimi mesi vanno letti in sequenza, come indicatori di un processo in atto:
24 agosto, Hotel Baja di Conte: un dipendente viene selvaggiamente percosso da turisti, episodio che trascende il fatto occasionale e segnala la percezione di impunità in un contesto privo di deterrenza. Aprile, litoranea di Alghero: una ristoratrice riceve una lettera di minacce di morte, sullo sfondo di dinamiche riconducibili a tentativi camorristici di controllo delle concessioni demaniali. Ripetuti incendi di autovetture, lettere anonime e telefonate minatorie: manifestazioni cicliche di una strategia di intimidazione che alimenta un clima di silenzio sociale”.
“Il SIULP esprime per questo la massima preoccupazione per una situazione che non può più essere considerata episodica o marginale. Si tratta di un fenomeno che, se non affrontato con tempestività e mezzi adeguati, rischia di consolidarsi in modo irreversibile, creando un divario incolmabile tra la capacità di risposta dello Stato e la forza criminale. La conseguenza è chiara: lo Stato arretra proprio mentre la criminalità avanza. La società civile sotto pressione. Dal punto di vista sociologico, ad Alghero si assiste all’affermarsi della cosiddetta “legge del silenzio”: I commercianti tacciono non per complicità, ma per timore di ritorsioni. Gli imprenditori riducono le denunce per non esporre se stessi e le proprie famiglie a minacce o incendi. Alcune famiglie campane, già note alle cronache, hanno acquisito immobili e ristoranti, alterando progressivamente l’equilibrio economico locale. Il risultato è un clima di paura normalizzata, in cui la comunità si abitua a convivere con la presenza mafiosa come se fosse un dato inevitabile. Considerazioni conclusive e richieste. In termini accademici, si potrebbe affermare che Alghero rappresenta oggi il punto di intersezione tra una debolezza istituzionale e una pressione criminale crescente”.
“Il SIULP denuncia che questa congiuntura rischia di generare un divario incolmabile tra la capacità di risposta dello Stato e la forza di penetrazione delle organizzazioni criminali.
Per tali ragioni, chiediamo: Un rafforzamento organico strutturale e stabile del Commissariato di Alghero; L’attivazione di programmi straordinari di contrasto alle infiltrazioni mafiose, con strumenti investigativi dedicati; Una presenza tangibile dello Stato, che restituisca fiducia ai cittadini e libertà all’economia locale”.
“Il SIULP non intende limitarsi a una denuncia: intende formulare un atto di responsabilità pubblica.
Ad Alghero è in corso una battaglia silenziosa tra la legalità e la criminalità. Se lo Stato non interviene con decisione, non solo perderemo il controllo del territorio, ma consegneremo l’intero sistema economico e sociale a logiche delinquenziali sconosciute al territorio locale ma tipiche di aree geografiche ben distinte dell’Italia Meridionale riconducibili a gruppi criminali di tipo associativo”.