“Assemini senza più identità”

ASSEMINI – “A distanza di quasi quattro anni dall’insediamento della nuova Giunta risulta evidente il sostanziale distacco tra il cambiamento promesso e quello realizzato. Seppure non rappresenta una grande novità, preoccupano le conseguenze sul ruolo e sulla funzione della nostra città sul piano della vivibilità, sicurezza, socioculturale e del lavoro. In questi ultimi quattro anni ogni riferimento alla specificità è stato cancellato, minando pericolosamente le basi per la crescita e lo sviluppo anche nell’area vasta di Cagliari”. Cosi Massimo Carboni del Comitato Civico “ViviAssemini”.

“Assemini, da tempo, è stata privata del suo ruolo strategico e, specie in quest’ultima fase, di tutti i riferimenti identitari: cancellato il folklore; chiuso lo sportello lingua sarda; sparito il Matrimonio asseminese; chiuso il Centro pilota della ceramica; declassata la Panada; abbandonato il progetto di recupero dei Pozzi romani nel quartiere Canalis. Non solo: non sono state attuate le norme sul bilinguismo della Pubblica amministrazione; non sono stati previsti investimenti sulla toponomastica, urbana ed extraurbana, nonché relativa al patrimonio di rilevanza storico culturale. Nemmeno la promozione della città e delle sue potenzialità ha ricevuto attenzione politica. Fatti che stimolano una domanda: per quale motivo un turista dovrebbe venire ad Assemini?”

“Ma, soprattutto, sa che esiste Assemini? L’unico atto è stato quello di cucire il simbolo dei quattro mori sulla fascia Tricolore del Sindaco, a dimostrazione della più totale confusione sulle tematiche identitarie e sulle enormi potenzialità culturali nonché socioeconomiche legate a questo tema. Lo stesso Sindaco che ha sposato la teoria della cancellazione degli statuti speciali regionali e l’accorpamento dei comuni sotto i 5 mila abitanti. Le città sono luoghi in cui emergono problemi, ma anche dove possono e devono trovarsi soluzioni. Spetta a tutti contribuire alla crescita, ma la politica deve governare gli effetti dei cambiamenti; dell’instabilità economica; dell’allentamento dei rapporti tra crescita economica, occupazione e progresso sociale. Occorre individuare spazi di manovra, partendo dalla valorizzazione delle diversità per affiancare, a quella globale, una economia locale sostenibile”.

Il 28 aprile ricorre “Sa Die de sa Sardigna”. Invitiamo l’amministrazione comunale a superare la gestione chiusa e settoriale nonché a dimostrare il contrario di quanto esposto con i fatti, definendo e attuando un progetto in grado di coinvolgere la comunità in un evento con forti connotati sociali, culturali e formativi. Assemini ha bisogno di attivare un percorso che dia alla città la forza della conoscenza per essere progressivamente attrattiva e incisiva nello scenario politico ed economico globale”.

Nella foto il degrado ad Assemini

S.I.