Verso il voto anticipato a febbraio

ALGHERO – Nella terza Camera dello Stato, “Porta a Porta” di Bruno Vespa, dalle parole degli intervenuti, in particolare coloro che ancora detengono la maggioranza parlamentare, è emerso chiaramente che non solo si fare presto, ma prestissimo. Voto a febbraio o al massimo marzo. Ma non nel 2018, fra pochi mesi. Dunque consultazioni nazionali dietro l’angolo. Un’altra, l’ennesima, mossa nello scacchiere politico nazionale volta a portare vantaggi ai proponenti e in particolare per il Partito Democratico e suoi alleati a sostegno di Renzi. Quasi sicuro sarà lui ancora il candidato, da un parte, mentre le altre forze devono ancora decidere. E questa oltre imprimere una netta accelerata crea sicuramente dei problemi agli avversari che si stavano già “leccando i baffi” pronti a pestare duro e poi andare al voto tra un anno circa con una nuova legge elettorale.

La legge, dicono i rappresentanti del governo, in particolare Alfano, si può fare in pochissime settimane (dunque anche entro dicembre) e poi tutti al voto. Anche se tutti chiedevano, con alcune distinzioni, elezioni anticipate, questa mossa spiazza tutti, in particolare i 5 Stelle, perchè innanzi tutto obbligherà i vincitori (se si va a votare con Italicum e Consultellum oppure anche con la nuova in progettazione) a fare “grandi alleanze”. Dunque, perchè questo è il nocciolo, imporrà (prima o subito dopo l’esito giunto dalle urne) ai partiti ad andare oltre agli steccati imposti dalle ideologie, prima, e poi dal maggioritario, dopo, per realizzare coalizioni più allargate al fine di poter governare in un momento di acque agitate.

Il presidente Mattarella ha chiesto a Renzi di restare fino all’approvazione della “Legge di Bilancio”. Al massimo una decina di giorni. E poi sarà dato l’incarico al ministro Padoan o al presidente del Senato Grasso. Questo per traghettare la legislatura fino i primissimi mesi dell’anno entrante e poi subito andare alle urne. Sicuramente per gli italiani sarà come continuare la già lunga campagna referendaria di questi mesi, ma almeno, passato il voto, la speranza è che l’Italia possa entrare in una nuova fase. Passaggio che, quasi certamente, non potrà non avere riflessi anche sui governi locali. In Sardegna su quello Pigliaru e a cascata anche sui comuni più importanti e già in bilico come Alghero.

Nella foto Renzi e Padoan

S.I.