Turismo, poco boom e tanto da fare

ALGHERO – Boom. Estate da record. E’ chiaro, da anni, che le logiche delle rappresentanze di categoria rispetto ai numeri delle presenze in turistiche, spesso, non coincidono. Questo grazie anche a certa politica molto capace a comunicare, viste anche le importanti entrature. Titoloni sparati ad orologeria per convincerci che tutto va bene. Ma così non è. Infatti la Sardegna fa ancora numeri molto bassi, spesso insignificanti, rispetto ad oltre zone del Mediterraneo. Basta il noto paragone con le Baleari: 40milioni di turisti all’anno contro i 4 della Sardegna. Dunque, cosa ci sarà da festeggiare? Niente.

Senza considerare la perdita, soprattutto per la zona di Alghero, di importanti fette di villeggianti connesse al mondo giovanile, alla nautica e in generale ai veri grandi eventi di spettacolo e sport. Appuntamenti che vengono saltuariamente ospitati nella Riviera del Corallo, come il Rally, ma che non producono la ricaduta attesa e auspicata. Inoltre oggi si parla dell’esplosione dei b&b. Niente di meno vero. Infatti, visti anche i tagli della Ryanair e la differenza negli arrivi in Sardegna, col ritorno dei charter, proprio affitta camere e bed and breakfast hanno registrato un calo a picco.

Inoltre, come già emerso in questi giorni, a conferma di quella che è realtà registrata quotidianamente, i turisti giunti questa estate, ad Alghero soprattutto, hanno minore capacità di spesa. Anni fa tutti si allarmavano per i passeggeri che poteva sbarcare la compagnia low-cost irlandese, ma il turista “lo fa” ovvero lo plasma la meta in cui si reca. Dunque se si offre un prodotto sempre più omologato (dal corallo alla gelaterie agli spettacoli passando per i servizi), la risposta sarà corrispondente come avvenuto questa estate.

A questo va aggiunto quello che sanno tutti ovvero che i flussi delle ultime stagioni sono da collegare anche al caos in nord-Africa che ha spostato tour operator e dunque visitatori verso la Sardegna. Ma, come notato da diversi operatori commerciali, si è già visto un calo rispetto all’anno passato. Ciò ribadisce quanto avvenuto anni da con Ryanair: il turista arriva (grazie anche ai voli e problemi delle altre mete), ma ritorna in percentuali residuali. Questo è il fatto più grave, quando una località non si consolida ma erode il proprio “consenso” anno per anno.

Per essere chiari e più vicini alla realtà: la costa est è esplosa. Basta vedere i numeri che fa registrare Olbia nei voli e tratte navali. Il cagliaritano va sempre meglio con punte in netta crescita di Villasimius e zona come Pula. L’oristanese inizia a consolidarsi. Mentre Alghero è ancora in balia degli accadimenti esterni. Questa, ribadiamo, è la cosa che dovrebbe far più preoccupare i governanti, invece di fare fragile propaganda. Ovvero aver smantellato un sistema che funzionava, collegato anche ai notevoli flussi del turismo giovanile, ed essersi affidati, come un ritorno agli anni ’70, completamente ai tour operator e charter. Anche Ryanair, di fatto è un tour operator, ma offre una clientela più vasta. Mentre i primi sono collegati agli hotel, che infatti sono andati bene, e non alle strutture alternative.

Una cosa è certa è chiaro che la Sardegna regge, Alghero compresa. Ma, è evidente, che questo non è avvenuto per delle strategie, scelte in ambito turistico (la nuova assessora regionale è in sella solo da pochi mesi, mentre Alghero addirittura ne è priva) e ancora meno per una promozione della meta. Ciò dipende, come detto dai problemi in nord-Africa, dagli attentati nelle grosse metropoli e soprattutto dalle infinite bellezze naturalistiche. Ma da questo a produrre ricchezza e benessere stabile, ce ne passa e tanto pure. La Riviera del Corallo è in mutazione. Sta avvenendo quello che una certa parte politica ha sempre detto di voler osteggiare: “no al turista da birretta e pizzetta”, dicevano. Ed è quello che hanno prodotto.

Ancora una volta, dunque, Alghero rappresenta un laboratorio al contrario: il vero turismo low-cost è arrivato dopo la fine della (sbagliata) dipendenza dal vettore low-cost. Ora che l’aeroporto sta riniziando a macinare dati positivi e ci saranno nuovi collegamenti con le capitali europee, è impellente che il centro catalano ritorni a imporsi sul mercato e garantire soprattutto dei flussi anche in bassa stagione con eventi di valore, sportivi e artistici, senza gettare dalla finestra migliaia di euro senza alcun tangibile ritorno come avvenuto per lo scorso capodanno o la recente manifestazione al Parco. In totale circa 300mila euro.

Nella foto un gruppo di turisti sui bastioni di Alghero

S.I.