Stop depuratore? Colpa di Abbanoa

ALGHERO – “Dopo quello dello scorso anno arriva un altro cartellino giallo della Provincia ad Abbanoa. Il recentissimo avvio del procedimento di diniego di accoglimento dell’istanza di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico e al riutilizzo dei reflui del depuratore di San Marco costituisce l’ennesima certificazione che la struttura è gestita da Abbanoa in modo non corretto”. Ritorna in primo piano la questione depuratore. Provincia e Arpas negano ad Abbanoa la concessione per immettere i reflui nello stagno del calik. Una scelta derivante da una serie di analisi che evidenziano una gestione dell’impianto non in linea e non conforme rispetto a quelle che erano le idee progettuali.

Non è escluso che anche l’opera stessa abbia delle pecche già dalla sua creazione, ma, come chiariscono gli enti preposti (emerge dai documenti allegati), c’è un’evidente “malagestione” della struttura ubicata a San Marco. Luogo indicato dall’allora Giunta Regionale vista la presenza di altri sistemi di depurazione e soprattutto l’indicazione di area industriale. Da ricordare che l’immissione delle acqua depurate nello stagno del Calik sarebbe una delle concause della “marea gialla” che anche questa estate ha invaso il litorale algherese.

All’ex-sindaco e consigliere regionale Marco Tedde abbiamo chiesto ulteriori delucidazioni sul tema. E cosi l’esponente di Forza Italia continua nella sua spiegazione. “L’istruttoria tecnica e le analisi della Provincia e dell’Arpas hanno fatto riemergere la presenza di colibatteri e fosforo superiori ai limiti previsti dal quadro normativo e il mancato riutilizzo dei reflui in agricoltura in conformità al vigente quadro normativo. E’ evidente che Abbanoa prosegue pervicacemente in un percorso costellato da atteggiamenti palesemente contrari al rispetto delle regole. E a questo proposito ricordiamo anche la sanzione di oltre un milione di euro dell’Antitrust e la severa condanna del Tribunale di Sassari al pagamento di circa sei milioni di euro per mora nel pagamento di servizi depurativi”.

“Ed è sempre più evidente, anche alla luce del provvedimento della Provincia e delle due pesanti condanne che non sono i cittadini ad essere morosi, ma Abbanoa che, peraltro, investe importanti risorse pubbliche per campagne pubblicitarie alla “Mulino bianco” mirate a rappresentare una immagine “familiare” di una società che dimostra invece caratteristiche palesemente vessatorie nei confronti dei poveri utenti e della sua forza lavoro che troppo spesso viene letteralmente calpestata. Il problema non è Abbanoa in sé, ma un management evidentemente inadeguato. Occorre che il Presidente Pigliaru la smetta di fare orecchie da mercante e prenda atto dell’indifendibilità dei vertici di Abbanoa, assumendo le necessarie determinazioni.”

Nella foto la depurazione delle acque

S.I.

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