Segreteria Pd, Dolores Lai c’è

ALGHERO – Nella bufera che ha colpito il Partito Democratico nel dopo-elezioni, c’è chi cerca di riportare la barca nella giusta rotta. A livello nazionale tocca al ministro uscente Martina, mentre in Sardegna si affaccia l’ipotesi di un segretario donna. Dolores Lai, cugina del senatore Silvio, sassarese e nello staff della presidenza del Consiglio Regionale, Ganau, si auto candida a ricoprire questo importante e delicato ruolo.

Lo fa annunciando la scelta tramite una post su Facebook che è più una lettera aperta di amore per il proprio partito. Certo, però, se i dem cosi come le altre forze politiche sono convinte che bastino dei cambi al vertice, magari anche con lodevoli svolte verso giovani e donne, per ritornare ad essere competitivi, ci si sbaglia. La gente, a parte un giusto e atteso rinnovamento dei vertici politici, vuole risposte. Concrete e reali. Investimenti, sviluppo e lavoro. Soprattutto in Sardegna e ancora di più nel Nord-Ovest, ex provincia, proprio della possibile prossima segretaria Lai. Qui si seguito le parole postate sui social a firma di Dolores Lai in cui si avanza la sua proposta per guidare il Partito Democratico in Sardegna.

“So che vi sembrerà strano, forse in molti non mi crederanno e altri ancora immagineranno le più fantasiose dietrologie.
Niente di tutto questo, cari amici e care compagne.
Qualora nella direzione di sabato, come da molti auspicato, si deciderà di andare verso l’elezione di un nuovo segretario – attraverso l’assemblea o con primarie aperte – ho fin da ora deciso di propormi quale candidata alla segreteria regionale del PD.
L’ho deciso senza consultarmi con nessuno, senza alcuna telefonata esplorativa ma soltanto perché, per la prima volta da quando faccio politica, sento nel mio profondo la necessità di ribellarmi e reagire alla troppo pesante sconfitta del mio partito.
Milito nel Pd da sempre e nei Ds mi ero iscritta che avevo appena vent’anni. Nei successivi vent’anni ho militato con molta passione e impegno, ampiamente ripagata da soddisfazioni personali e politiche. Ho ricoperto incarichi istituzionali e amministrativi, fatto errori più o meno gravi ma anche cose giuste.
Ho combattuto nei congressi, nelle battaglie elettorali, ho fatto parte di correnti, di aree più o meno vaste e più o meno sensate.
Non ho niente di cui pentirmi e nessuno da rinnegare, anzi sono molti quelli che devo ringraziare per gli insegnamenti ricevuti e l’esperienza condivisa, ma non possono più essere questi i modi e i metodi della politica.
Il voto ci consegna un Paese ancora più diviso dove la distanza tra nord e sud in questi anni invece che attenuarsi si è addirittura accentuata e, in ogni caso, nord e sud non ci vedono come interlocutori credibili.
SASSARI – Resto convinta che il PD, il centro sinistra, sia ancora la soluzione alle fratture economiche e sociali del nostro tempo e durante la difficile campagna elettorale ho avuto un’unica consolazione: vedere che siamo ancora un partito radicato nel territorio, forse l’unico vero partito che può essere capace di rispondere e di riorganizzarsi.
Voglio riprendere quel filo interrotto con i sardi, con i nostri militanti prima di tutto perché non sopporto più il distacco sempre più marcato tra il partito democratico e la Sardegna.
Non voglio più fare una campagna elettorale senza poter regalare un sogno, una speranza ai tanti sardi senza più possibilità e ai troppi giovani senza opportunità.
Forse abbiamo smesso di essere un partito che ha una visione, che ha un progetto, un partito che prova a costruire e trasmettere fiducia e speranza.
Anche per questo in Sardegna la sconfitta è stata più dura ma serve rialzarsi in fretta per assumerci la responsabilità di fare e di guidare le scelte del nostro domani, soprattutto quelle del nostro partito.
Io, infatti, il 4 Marzo ho perso ma non mi sento vinta e non voglio partecipare alla caccia al colpevole: per questo dico subito che il PD ha perso per colpa anche mia.
Voglio però combattere la rassegnazione che ho visto nei volti di tanti e di tante e voglio far rivivere a tutti noi quel senso di comunità che abbiamo smarrito.
Ho fretta di riprendere il mio cammino di sarda e di democratica, con umiltà e passione, con sacrificio e un po’ di sfrontatezza ma soprattutto perché mi piace l’idea di camminare con voi per far riprendere a correre la Sardegna”.

Nella foto Dolores Lai e Gianfranco Ganau

S.I.