Sardegna, zero figli: creare lavoro

ALGHERO – Nonostante si leggano proclami su presunti obiettivi centrati da chi sta chiudendo il mandato a guida della Regione, quasi tutti gli indicati sono negativi con punte drammatiche quali l’allarme denatalità. Inutile abbaiare alla Luna quando non creandosi occasioni per creare sviluppo e lavoro, i sardi sono costretti ad emigrare e comunque non riescono a porre le basi per fare delle famiglie con più figli.

In Sardegna si registrano quattromila nati in meno dal 2010 e la Società italiana di pediatria lancia l’allarme. “La denatalità nella nostra regione è un problema serio da affrontare bene e presto. In Sardegna nei primi otto mesi del 2018 è stato registrato un pericoloso avvicinamento alla soglia dei diecimila nati: nel 2010 sono stati oltre tredicimila. Fermiamoci a riflettere con urgenza”, afferma dice Rossella Mura, presidente della Sip regionale.

 “Un’inesorabile discesa ci ha fatto precipitare dai 13538 nati del 2010 ai 10142 del 2017. Dal 2010 mediamente ogni anno – spiega Mura – abbiamo avuto 485 nascite in meno rispetto all’anno precedente. I dati dei nati vivi Istat nei primi otto mesi dell’anno scorso mostrano come sia probabile che nel 2018 si scenda al di sotto della soglia psicologica diecimila nati per anno”. La politica, ma anche le rappresentanze sociali e dei settori produttivi, devono mettersi in testa che non si possono più rinviare importanti investimenti pubblici e privati e misti per rilanciare l’economia e sopratutto indirizzare tutte gli sforzi ed energie affinchè si creino condizione per nuovi posti di lavoro. Se non si cambia subito rotta, il punto di non ritorno è dietro l’angolo ovvero una Sardegna sempre più povera e vuota (basta vedere i tagli nei servizi sanitari come pediatria) e questo nonostante le straordinarie potenzialità che ha l’Isola.

S.I.