Sanità, da Pigliaru riforma-mostro

SASSARI – “In questi giorni inizia in Consiglio Regionale l’iter legislativo di istituzione dell’Azienda Sanitaria
Unica Regionale con la relativa discussione. Dopo tutti questi anni in cui il deficit della Sanità Sarda è aumentato a livelli impressionanti, tanto da raggiungere la quota di bilancio di circa 3 miliardi di euro, era naturale che si dovesse intervenire su una riorganizzazione e un ridimensionamento del numero dell’asl ma falciare tutto come ha fatto questa giunta andava al di la della mia immaginazione“. Cosi Alessandro Nasone segretario provinciale di Nursin Up e consigliere comunale sulla riorganizzazione sanitaria della Giunta Pigliaru.

“Dalla lettura del testo in discussione tutto viene costruito partendo dall’alto, si parla solo di
organizzazione apicale e non della base, di accentramento e non di riorganizzazione territoriale. La
Giunta era partita bene attraverso la riorganizzazione ospedaliera e territoriale, che ha prodotto si
molti contrasti con i territori, ha colpito anche Alghero, sacrificata con altri territori per ben altri
motivi, che sono ben lontano dalla specificità sanitaria, ma almeno si è iniziato a parlare di
riorganizzazione,
con il merito anche di portare all’attenzione dei sardi le Problematiche sanitarie .
Il Fatto che la rete ospedaliera abbia trovato un opposizione ferma e decisa nei territori sardi e non
solo ad Alghero, sembra però che abbia portato la giunta e il consiglio regionale ad accelerare
l’accorpamento rimandando l’organizzazione ad un futuro atto aziendale”.

Nella Legge non si parla di Territorio e di come dovrà organizzarsi, rimanda tutto al super manager
che poi farà calare dall’alto le decisioni e lì veramente i territori non avranno granché voce in
capitolo. Sono più che mai convinto che il contenimento della spesa si attua con l’apertura di
ambulatori medici h 24 e ambulatori infermieristici su tutto il territorio sardo; devono essere messe
le risorse umane li dove c’è ne bisogno , sotto casa, evitando cosi l’intasamento degli ospedali che
diventerebbero veramente luoghi di cura per acuti. Non si parla dei vecchi ospedali territoriali e
periferici, cosa diventeranno ? non si sa ; sarebbe opportuno portare a termine la loro
trasformazione in casa della salute con reparti a gestione infermieristica e con ambulatori
polispecialistici H12 dove i medici possano fare intramoenia controllata e in spazi adeguati al di
fuori del loro orario di servizio.”

“Un Contenimento della spesa si attua anche attraverso la riforma delle professioni sanitarie e mediche, cosa che invece la giunta ( nonostante possa farlo visto che siamo una regione a statuto speciale ) ha ignorato e nonostante l’Assessorato alla Sanità da due anni ha nel cassetto un progetto di legge che riformava tutta la professione infermieristica calandola anche sul territorio, oltre naturalmente ad avere in consiglio regionale altri progetti di legge sull’infermiere di famiglia che neanche hanno iniziato l’iter in commissione. Non si parla di spesa farmaceutica e dei presidi, di piano di edilizia sanitaria e efficentamento energetico degli ospedali .. ma solo di accentramento e centrale unica di committente, sperando che i tempi vengano sensibilmente ridotti visto che oggi per espletare una gara regionale su qualsiasi tipo di dispositivo o farmaco ci vogliono almeno 20 mesi, con gravi ripercussioni sull’operatività dei reparti e degli operatori sanitari”.

“Una legge mostro che parla solo di come sarà la sanità nei suoi vertici ma che non parla assolutamente di come si debbano soddisfare i bisogni di salute dei cittadini. In questa fase, forse sarebbe stato più giusto portare a termine la riorganizzazione ospedaliera e territoriale e poi accorpare le Asl in tre macroareee e due Aou ma certamente non accentrare tutto in un unica testa. Ma sopratutto non sarebbe stato più utile, prima di tutto ciò, aggiornare al 2016 il Piano Sanitario Regionale, vecchio di 10 anni?”

Nella foto Alessandro Nasone

S.I.