Ricorsi entrate: codardia di Pigliaru

CAGLIARI – “La Regione è costretta ad appigliarsi ai ricorsi degli altri per rivendicare i soldi dovuti dallo Stato. Se gli effetti non fossero tragici, ci sarebbe perfino da ridere perché questo accade a causa della codardia politica di una Giunta che, appena insediata, ha ritirato tutti i ricorsi già presentati da noi e ha perfino rinunciato agli effetti di quelli già vinti, firmando gli accordi patacca proposti da Renzi”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, commenta le parole della Giunta regionale riguardo alle risorse sottratte alle Province.

“Sono ridicoli – prosegue l’esponente azzurro- i proclami del centro-sinistra sull’apertura di nuove vertenze entrate: la nuova battaglia è necessaria perché loro hanno firmato una resa disonorevole, regalando a Renzi il salvadanaio dei sardi, visto che ogni trattativa condotta dall’assessore Paci si è conclusa con un travaso di risorse dalla Regione allo Stato. Ed è inutile che si inventino finte agenzie sarde delle entrate che, così come sono state proposte, rappresentano solo un inutile e dispendioso strumento di riscossione per conto del Governo. Se, come dicono, sono convinti che il contenzioso con lo Stato non serva a nulla e non bisogna aspettare i pronunciamenti della Consulta, perché aspettare e fare poi riferimento a una sentenza della Corte Costituzionale (la n. 205 del 21 luglio 2016) su un ricorso della Regione Veneto per reclamare un elementare diritto dei sardi? Perché non hanno inserito nella legge di approvazione del bilancio regionale 2015 e 2016 le somme sottratte dallo Stato alle Province, come sarebbe stato loro dovere? Contrariamente a quanto pensano loro, i ricorsi servono e sono determinanti (specie se si deve trattare con controparti che non esita a sacrificarti per territori più forti e più politicamente protetti)”.

“Ma, se servono, perché non impugnare direttamente le sconcezze normative dello Stato con tutta la forza e le maggiori prerogative riconosciute dalla Costituzione alla Sardegna senza aspettare le deboli motivazioni che può tirare in ballo una Regione a statuto ordinario come il Veneto? La verità è che non sono capaci o non vogliono opporsi né per via politica né per le vie giurisdizionali, né tantomeno per via amministrativa. Questa vicenda né è una triste conferma. Anziché fare i finti crociati che incitano alla battaglia per poi disertarla miseramente, stiano più attenti, cerchino di comprendere il significato delle norme e quando necessario facciano quel che devono fare: non esitino ad impugnarle. La difesa delle prerogative statutarie non è un optional, ma – ha concluso Cappellacci- è il primo dei doveri”.

Nella foto Ugo Cappellacci

S.I.