“Punta Giglio al Comune, Coop in Assemblea”

ALGHERO – Amministrare significa scegliere, non lasciar fare.  Meglio una concessione che assicuri la riqualificazione, la salvaguardia e la fruizione pubblica di un bene ridotto a rudere – tra l’altro, non nella disponibilità comunale – a giovani sotto i 40 anni, attraverso un bando pubblico aperto a tutti, algheresi compresi, che lasciare un immobile abbandonato e pericoloso o tanto meno venduto dallo Stato per fare cassa. Ora però Giunta Regionale e Demanio dello Stato hanno la possibilità di perfezionare il passaggio della postazione antiaerea di Punta Giglio alla Regione, sulla base di quanto deliberato dalla Commissione paritetica Stato-Regione nel marzo del 2018, ai sensi dell’articolo 14 dello Statuto di Autonoma della Sardegna. La Giunta Solinas proceda altrettanto sollecitamente al trasferimento della proprietà dalla Regione al Comune di Alghero. Mario Bruno, allora consigliere regionale, aveva già chiesto alla Regione fin dal 2013, con una interpellanza alla Giunta Cappellacci, che ricordava i passi burocratici fatti dalla Giunta Soru per il trasferimento in proprietà degli immobili dell’ex postazione antiaerea “Batteria S.R. 413” dal demanio pubblico alla Regione, di sbloccare l’iter per il successivo passaggio al Comune di Alghero, in quanto “gli edifici dell’area di Punta Giglio sono una grande risorsa per lo sviluppo del Parco regionale di Porto Conte”  (vedi interpellanza Bruno). Solo nel 2018 però Stato e Regione (Giunta Pigliaru) arrivarono a una definizione in sede di commissione paritetica. Una opportunità data dallo Stato al Comune nel 2017, nonostante fosse stato chiesto con forza il ricorso all’art. 14, fu la possibilità di riqualificare il bene, ridotto di fatto a rudere, come per gran parte dei beni dello Stato in questo territorio, senza aggiungere neanche un metro in più di cubatura, per un progetto “in linea con i principi di tutela e salvaguardia ambientale” nell’ambito di “Valore Paese – Cammini e Percorsi”, con partner come ANCI, Ministero dei Beni Culturali, Legambiente, Touring Club, Fondazione con il Sud, Cittadinanza Attiva. Un partenariato qualificato che dava all’amministrazione comunale – insieme agli enti a vario titolo a ciò deputati – ampie garanzie sul rispetto dei vincoli di interesse storico-artistico e paesaggistico e degli strumenti vigenti in materia di tutela del valore culturale e identitario del bene, di piena fruizione e di salvaguardia del contesto naturale in cui il bene è inserito. Bene che il Demanio poteva anche vendere, come è avvenuto per esempio a Fertilia: un terreno di più di 6mila metri quadri fronte mare, tutto intorno a piazzale San Marco, sul lungomare Rovigno, a soli 32mila e 913 euro – il prezzo pagato da una società di Alghero alla società Ligestra Due srl di Roma per conto dello Stato proprio in quei mesi del 2017 – sul quale la Giunta Bruno è dovuta intervenire con atto ricognitorio propedeutico all’esproprio per pubblica utilità. Anche in quel caso, il Sindaco Bruno aveva chiesto con fermezza il trasferimento a prezzo simbolico del bene, richiamando l’articolo 14 dello Statuto della Regione Sardegna, per impedire alienazioni ai privati. Ma lo Stato non ne tenne conto. Fece cassa. Nel silenzio generale. Per Punta Giglio, una buona opportunità per impedire di far cassa, visto il silenzio della Regione e dello Stato sul trasferimento del bene, era la collaborazione proposta dal Demanio, nell’ottica di una difesa e valorizzazione ambientale che – con l’apporto di capitali privati – rigenerasse un bene in un’area pregiatissima che è e rimane pubblica, da mantenere nella fruizione piena di tutti. Qui si ferma il ruolo svolto dalla Giunta Bruno, essendo come sempre tutto l’iter di gara, le autorizzazioni, le concessioni e i contratti in mano agli enti preposti e ai dirigenti degli stessi enti, in piena autonomia e responsabilità, secondo la legge. Da Consiglieri Comunali abbiamo svolto, svolgiamo e svolgeremo tutta l’azione di controllo e di vigilanza che merita, insieme agli enti e alle istituzioni preposte, affinché ci sia il rispetto della legge, di tutte le prescrizioni e sempre la libera fruizione del compendio. Lo faremo anche con periodici sopralluoghi a Punta Giglio e nelle sedi istituzionali, a cominciare dal Parco di Porto Conte, inserito nel Comitato Tecnico Operativo del Progetto e a cui chiederemo conto di ogni passaggio. Chiediamo al Parco, con nota ufficiale a parte, che nell’assemblea del 7 aprile venga convocata la cooperativa che ha avuto in concessione il bene dal Demanio dello Stato per illustrare alla Città e ai suoi rappresentanti, in seduta aperta, il progetto che si sta realizzando perché vi sia contezza dell’intervento e cognizione di causa nel prendere le dovute posizioni pubbliche nelle sedi proprie e nel dibattito cittadino”.

Mario Bruno, Raimondo Cacciotto, Ornella Piras, Gabriella Esposito, Pietro Sartore e Mimmo Pirisi