Posidonia? Foglie secche e rifiuti

ALGHERO – “La situazione della Posidonia spiaggiata che interesse i litorali delle coste della Sardegna, ed in particolare quelli nella città di Alghero, sta diventando esplosiva e ingestibile per una serie di incongruenze ed errori interpretativi da parte dei comuni, come lo è stato quasi sicuramente quello di Alghero ( sta arrivando a conclusione l’indagine della Procura della Repubblica di Sassari) e da parte della Regione Sardegna stessa nell’emanare disposizioni a volte non troppo chiare”. Cosi Tore Piana del Centro Studi Agricol e Paolo Ninniri Presidente Copagri riguardo il grave problema divenuto tema caldissimo delle spiagge rispetto gli interventi di pulizia dalle alghe e altro materiale. 

“Chiediamo con forza che si metta fine a questo stillicidio di interpretazione delle norme, Chiediamo che la  Regione Sardegna, si attivi con il Ministero dell’Ambiente per la richiesta della deroga al DL 152 per classificare sottoprodotto da utilizzare in Agricoltura, come nei secoli è sempre stato e non rifiuto come oggi viene classificata la posidonia spiaggiata,  affermano Tore Piana e Paolo Ninniri.  incredibilmente assistiamo a i più disparati pareri ambientali che affermano che la posidonia spiaggiata è un freno alla erosione, confondendo sicuramente le praterie marine di posidonia oceanica con la posidonia spiaggiata, che altro non è che foglie secche, paragonabili alle fogli rinsecchite che cascano dagli alberi in terra ferma. Rendendo molto più complicata la gestione della pulizia delle spiagge nel periodo balneare e arrecando un considerevole restrizione nelle già complicate norme dettate dalla Legge Nazionale n’152 sui rifiuti, emanata dal Parlamento Italiano su proposta del Ministero dell’Ambiente.

“Come si sa tutto parte della Legge DL 152/2006 che classifica la Posidonia Spiaggiata come rifiuto, attribuendogli un codice CER. Pertanto i comuni e la Regione nella pulizia delle spiagge in preparazione della stagione balneare, a seguito delle direttive emanate dalla Regione, prelevano la posidonia come rifiuto dai litorali e la depositano momentaneamente in siti adiacenti ai litorali, per poi riposizionare le stesse quantità lungo i litorali stessi, operazione questa che tutte le amministrazioni costiere stanno attuando. Alghero in via eccezionale, avendo individuato un deposito temporaneo, adiacente all’area portuale, anziché a fine stagione riposizionare la posidonia spiaggiata nelle quantità prelevate annualmente, pare abbia lasciato accumulare per più anni la stessa,  all’interno del deposito, configurandone una vera e propria discarica abusiva. Oggi al contrario, pare che da quella discarica si stia ridistribuendo posidonia spiaggiata, mista a altri rifiuti, accumulata da più anni, sull’arenile di San Giovanni, del quale questi due organismi richiedono accertamenti e rassicurazioni, da parte delle autorità competenti”.

“Ma l’azione del Centro Studi Agricoli e della Copagri del Nord Sardegna, affermano Tore Piana e Paolo Ninniri, è quella di risolvere definitivamente il problema della Posidonia Spiaggiata, declassificandola da Rifiuto a sottoprodotto ammendante, riutilizzabile in agricoltura. In questo contesto bene ha fatto il comune di Alghero a bandire una manifestazione di interesse pubblico, mirata alla mera indagine se il prodotto, oggi rifiuto, abbia interesse da parte degli agricoltori. Sulla base di questi dati Il Centro studi Agricoli e La Copagri Nord Sardegna, hanno chiesto ed ottenuto due incontri a Roma presso il Ministero dell’Ambiente, per richiedere la riclassificazione da Rifiuto a sottoprodotto, spiace constatare che ne la Regione Sardegna ne il Comune di Alghero alla data odierna abbiano preso contatti con il Ministero unico Ente abilitato ad riclassificare la posidonia spiaggiata da rifiuto a sottoprodotto, per poterlo usare così a scopi agricoli. Noi come Centro Studi abbiamo interessato i nostri migliori esperti e le nostre strutture nazionali per risolvere definitivamente il problema, che sta arrecando danni di immagine al Turismo, Prima industria della Sardegna”, concludono Piana e Ninniri.

Nella foto l’area dello stock di San Giovanni che deve essere eliminata

S.I.