Porto di Alghero come un bazar

ALGHERO – Al porto va sempre peggio. Oltre la decadenza strutturale dell’approdo, la mancanza dei servizi minimi, l’assenza di decoro, raccolta di rifiuti che fa acqua da tutte le parti, lo scalo continua ad essere terra di nessuno. O meglio, oltre che dei concessionari, dell’agenzia demaniale regionale che con i suoi referenti turritani fa il bello e cattivo tempo. Questo anche per una mancata presa di posizione dell’amministrazione comunale che, comunque, dà anch’essa le autorizzazioni. Non bastava la giostra che ogni anno occupa vasta parte di quell’area (nessuno è contro un vero e moderno luna-park, ma non in quella zona), adesso si aggiunge un bazaar.

Qualcuno l’ha definita fiera, ma è oggettivamente troppo. Si tratta di alcune bancarelle (dal dubbio gusto) posizionate non lontane dai pontili, dalle auto parcheggiate e dal mercato di primo pescato. Al netto del giudizio sull’esposizione, resta fuori dal normale e assurdo che un comune come Alghero possa permettersi ancora, nel 2016, di subire che uno dei luoghi di maggiore fruibilità abbia una gestione totalmente fuori controllo dal governo cittadino.

Cosi recitano le norme, ma la Politica esiste proprio per questo: cambiare le situazioni che vanno ad incidere negativamente sulla comunità locale. Anche perchè siamo al paradosso che per dare delle risposte sul grande progetto di riqualificazione del porto passano mesi, se non anni, mentre per posizionare tali manifestazioni ci vuole veramente poco. Questo, oltre la giostra vintage, fa il paio con l’altra anomalia dei “peruviani” che ogni estate (in barba ad ogni regolamento comunale) sparano pessima musica a tutto volume a pochi passi da yacht e abitazione.

Come detto, la Politica, dall’amministrazione Bruno fino alla massima assise regionali dove sono presenti, oltre l’ex-sindaco Tedde, anche esponenti di maggioranza che hanno raccolto anche diversi voti in zona, faccia sentire la sua voce per far terminare questa primitiva usanza che riporta Alghero indietro di secoli e soprattutto pare creare una situazione di disparità tra chi avanza delle proposte serie in loco e chi invece bussa a Sassari e si trova nel salotto della Riviera del Corallo, nostro malgrado.

Nella foto le bancarelle posizionate al porto

S.I.