Panificatori in ginocchio, comprare prodotti sardi

CAGLIARI – Acquistare il pane fresco dai piccoli panifici sparsi nel territorio regionale significa sostenere le imprese più vulnerabili, scegliere la qualità, aiutare a combattere lo spopolamento nei comuni dell’interno. Non è solo una raccomandazione quella presentata nei giorni scorsi dalle principali sigle datoriali, ma è anche il grido d’allarme di un settore che vive da tempo una crisi e nonostante tutto, dimostrando enorme senso di responsabilità, durante il lock down non ha fatto mancare il suo sostegno e il suo servizio alla popolazione, a dispetto del timore del contagio.

L’Associazione Panificatori Nuoro e Cagliari, CNA Alimentare Sardegna, Confartigianato Sud Sardegna e Confcommercio Nuoro, con anche Laore, si sono riuniti nei giorni scorsi per discutere delle emergenze vecchie e nuove che riguardano il settore e che, a seguito della pandemia, si sono rese ancor più evidenti. L’abusivismo, che non solo non si è fermato durante il lock down, ma sembra al contrario essersi esasperato in questa fase; il calo drastico dei consumi negli ultimi anni che si è ulteriormente accentuato perché molti sardi, chiusi in casa, hanno colto l’occasione per fare il pane da sé; una concorrenza sleale dilagante, da parte di chi spaccia pane precotto e surgelato per fresco e lo vende come tale.

Nel frattempo il Tavolo del Pane di cui alla L.R. 4/2016, che ha sede presso l’Assessorato regionale Artigianato, anche a causa delle note ragioni, ha dovuto sospendere la sua operatività. La Regione, con grande disappunto delle imprese interessate, ha interrotto la fornitura del servizio relativo alla campagna di promozione e valorizzazione del pane fresco. Un’azione dovuta a problemi procedurali e amministrativi che ha colto con gran stupore i panificatori che hanno fatto una battaglia durata anni per la realizzazione di una serie di iniziative. Purtroppo molte delle iniziative programmate nei mesi scorsi e che riguardavano attività con il pubblico sono state annullate a causa del divieto di assembramenti che presumibilmente proseguirà ancora a lungo. Oggi si dirotta su altro, compresa una campagna di comunicazione che punti a far conoscere all’opinione pubblica il valore del pane di qualità in una dieta bilanciata e varia. E in questo è di fondamentale importanza l’operato di Laore.

I panifici sono il fulcro delle comunità, l’ultimo baluardo di una vita sociale ed economica nella condivisione, i custodi di tradizioni e saperi, persino espressione di identità e storia, visto che dal pane passa la cultura gastronomica di molti territori”, dichiara Gianfranco Porta, Presidente della categoria Panificatori di Confartigianato Imprese Sud Sardegna e dell’Associazione panificatori della provincia di Cagliari. “Quando chiude un panificio il comune perde un pezzo della propria economia e un luogo importante di socialità e condivisione”.

Gli fa eco Alessia Demurtas, titolare di panificio e rappresentante dei panificatori al Tavolo di cui alla L.R. 4/2016, per conto di CNA Sardegna: “Quanto sia importante, da tutti i punti di vista, la funzione di un panificio, si è reso ancor più evidente durante il blocco delle attività produttive dovuto alla pandemia: abbiamo lavorato, assieme ai nostri collaboratori, nonostante la paura dei contagi, con ogni disagio possibile, dovuto al fatto che il resto del mondo si fosse fermato. Tutti abbiamo però reso con convinzione il nostro servizio, nella consapevolezza che non potessimo fermarci perché quello che facciamo è fondamentale per la vita delle comunità”.

Giampietro Secchi, presidente dell’Associazione Panificatori della provincia di Nuoro e rappresentante di Confcommercio Nuoro, ribadisce la sua preoccupazione per le ultime notizie relative ai finanziamenti da parte dell’Assessorato Artigianato, nei confronti della categoria: “la Regione non deve far mancare il suo sostegno alle imprese del settore. Un sostegno che non è solo economico, con il finanziamento di iniziative di promozione e valorizzazione del pane fresco, ma anche operativo. E’ necessario attuare sino in fondo la l.r. 4/2016, riunire quanto prima i componenti del Tavolo, di cui alla relativa legge e proseguire nelle attività”.

Un sostegno però, da parte dell’apparato regionale è già garantito anche in questo momento particolare, da Laore Sardegna, per voce di Antonio Maccioni, direttore del Servizio Sviluppo della multifunzionalità e valorizzazione della biodiversità agricola, e dei numerosi esperti dell’ente che operano al suo interno. Maccioni ha ribadito la necessità di curare ulteriormente la qualità, possibilmente legando in modo indissolubilmente il prodotto tradizionale alla materia prima locale. Anche da questo punto di vista, Laore conferma impegno, apertura e servizi di supporto.