Latte italiano: storico traguardo

CAGLIARI – Adesso è ufficiale: il latte e i suoi derivati avranno l’etichetta con l’indicazione obbligatoria dell’origine. Ieri a mezzanotte sono scaduti, infatti, senza obiezioni, i tre mesi (dalla presentazione della notifica del Governo italiano alla Ue) previsti dal regolamento 1169/2011 quale termine per rispondere agli Stati membri che ritengono necessario adottare una nuova normativa in materia di informazioni sugli alimenti.

La notizia arriva dal Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio dove la Coldiretti oggi ha presentato in anteprima le confezioni di latte, burro e mozzarella con le nuove etichette per aiutare i consumatori a scegliere. “E’ una giornata storica per gli allevatori e per i consumatori – commenta da Cernobbio il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu dove sta partecipando al Forum insieme al direttore Luca Saba – che adesso saranno tutelati dalle etichette trasparenti che ci diranno dove è stato munto e trasformato il latte. Un risultato fondamentale per la Sardegna dove mungiamo il 67% del latte ovino, il 45% di quello caprino e oltre 200milioni di litri di latte vaccino. Abbiamo l’arma che ci serviva per tutelarci dai falsi formaggi made in Italy e Sardinia, compresi quelli rumeni”.

Coldiretti Sardegna, che ha partecipato a tante manifestazioni per sollecitare l’etichetta trasparente soprattutto con gli allevatori dell’oristanese, era presente anche a Milano, quando il 31 maggio scorso, durante la Giornata nazionale del latte Italiano promosso dalla Coldiretti, il premier Matteo Renzi annunciò la firma del decreto interministeriale che sarebbe stato di li a poco notificato all’Unione europea.

Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con 3 cartoni su 4 di latte a lunga conservazione venduti in Italia che sono stranieri; cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero. “Ma nessuno poteva saperlo fino a oggi – dice il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – non essendo obbligatorio riportarlo in etichetta”.

“Oggi fermiamo l’inganno del falso latte e derivati made in Italy, un problema che incide tantissimo sulle nostre produzioni lattiero casearie. E noi sardi siamo tra quelli a beneficiarne maggiormente essendo leader in campo ovino e caprino in quantità e qualità: la Sardegna è la Regione che già oggi può certificare il latte come proveniente da allevamenti che rispettano il benessere animale. Siamo la Regione che ha investito per prima e maggiormente su questo aspetto e che vanta un sistema di controlli come quello dell’Aras, tra i più sicuri e collaudati. Inoltre tutela dall’omologazione l’identità dei nostri 17 diversi tipi di formaggi tradizionali tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza ovine, caprine e bovine che alleviamo.

“Adesso attendiamo il via libera per l’etichetta di origine per il grano” conclude Saba ricordando l’annuncio del prossimo decreto dato da Renzi il mese scorso a Firenze durante l’olio day della Coldiretti”.

L’ entrata in vigore dell’etichetta di origine per latte e derivati è fissata 60 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e quindi auspicabilmente dal primo gennaio 2017 come è stato previsto per un testo analogo in Francia.

ECCO COME SI DECLINERA’ IL PROVVEDIMENTO

Riguarda l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere indicata in etichetta con:

a) “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;

b) “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato”

c) “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”;

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta – precisa la Coldiretti – con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte: nome del paese”. Se invece le operazioni indicate avvengono nei territori di più paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi UE” per l’operazione di trasformazione. Infine se le operazioni avvengono nel territorio di più paesi situati al di fuori dell’Unione Europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi non UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi non UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi non UE” per l’operazione di trasformazione.