L’anti-politica in salsa catalana

ALGHERO – Qualcuno è convinto che sia sufficiente un po’ di propaganda attraverso media, social e “porta a porta” con messaggi e telefonate ad amici e non per modificare i reali accadimenti. Ma c’è poco da fare ogni azione volta a distorcere la realtà si scontra con i fatti che, entrando nel merito, riguardo l’igiene urbana vedono Alghero sporca come non è mai stata. E questo, ribadiamo, in un’estate che registra un crollo delle presenze e degli arrivi per i noti problemi. Tradotto: se solo ci fossero stati i turisti di qualche anno fa, la Riviera del Corallo avrebbe superato in drammaticità ambientale anche la peggiore cartolina di Napoli.

Ma, purtroppo, non siamo molto lontani. E nonostante passaggi di testimone in seno all’assessorato, comunicati, “rogna-watching” la condizione generale è pessima. E non sarà certo la “nouvelle vague” di conservatorismo che sfocia in “assessori sceriffi“, dirigenti, funzionari e personale trasformati (loro malgrado) in cani da guardia a migliorare il servizio: alla base ci sta il mancato assegnamento del muovo appalto. Passaggio atteso da almeno 4 anni che vede le amministrazioni di sinistra-centro (prima Lubrano e adesso Bruno) rinviare mese dopo mese, anche per i noti problemi legati a ricorsi, indagini della magistratura e altri problemi, l’avvio del nuovo servizio di igiene urbana. E gli effetti nefasti sono sotto gli occhi di tutti. In ogni strada, quartiere, zona del comune catalano si registrano problemi e disservizi amplificati dalla divulgazione delle immagini tramite i social e segnalazione ai media.

Inutile sbraitare ad agosto, fuori tempo massimo, trasformando algheresi e turisti in sporcaccioni. Come diciamo da tempo, non saranno di certo Tedde, Sechi, Lubrano, Baldino, Bruno e così via a cambiare le abitudini dell’umanità. Questo non vuole dire che non bisogna usare il pugno duro, ma, come sta avvenendo anche in altri settori, queste politiche repressive sono la condanna di una località turistica che invece dovrebbe essere conscia di avere delle crescenti problematiche soprattutto nella stagione estiva e attuare per tempo una programmazione utile a tamponare, se non addirittura a cancellare, le emergenze. Ma questo significa fare politica, invece da qualche anno è evidente che Alghero sia finita dentro un vortice di pseudo-antipolitica, che, come un virus, ha colpito tutte le forze politiche in campo e quasi tutti i protagonisti locali. Ed il risultato di tale agire è evidente a tutti e potrebbe relegare la Riviera del Corallo in un cantuccio del panorama sardo in particolare dell’offerta turistica (che comprende anche decoro, igiene e verde) rispetto ad altre mete e zone dell’Isola che oramai hanno “messo la freccia” e hanno superato Alghero a destra a sinistra.

Nella foto (scattata lunedi 8 agosto 2016 alle 21.38) un cassonetto stracolmo e circondato da rifiuti maleodoranti all’ingresso del porto proprio dove transitano centinaia di algheresi e turisti

S.I.