“Fondi PNRR al termine, la Giunta Todde sostenga i ricercatori”

ALGHERO – “Tra poche settimane molte linee del PNRR entreranno nella loro fase finale. Dietro i numeri e le rendicontazioni si nasconde però un problema serio: decine e decine di ricercatrici e ricercatori sardi, formati con fondi europei, rischiano di uscire dal sistema universitario e della ricerca, senza che esista una misura regionale di continuità.

In questi anni la Sardegna ha investito, grazie al PNRR, in laboratori, tecnologie e capitale umano nei settori più strategici: digitale, salute, agritech, transizione  ecologica. Parliamo di personale altamente qualificato, selezionato su base competitiva, che ha lavorato nei progetti degli atenei di Sassari e di Cagliari e nei centri di innovazione  dell’isola.

Molti di loro hanno contratti in scadenza tra dicembre 2025 e febbraio 2026: se non si interviene, l’investimento rischia di dissolversi. È un paradosso: il PNRR nasceva per lasciare un’eredità, non per produrre “progetti  meteora”. Formare ricercatori e poi perderli significa sprecare risorse pubbliche e ridurre la capacità della Sardegna di innovare.

Per questo serve ora un impegno politico chiaro: la Regione inserisca nella prossima Legge Finanziaria un fondo di transizione post-PNRR, che permetta agli  atenei  di prorogare temporaneamente i contratti e di accompagnare  i ricercatori  verso  nuovi  bandi  nazionali  ed  europei.

È una misura di buon senso: costerebbe poco, ma eviterebbe di disperdere anni di lavoro e competenze di alto livello. Non chiediamo nuovi progetti: chiediamo di non buttare via il capitale umano che abbiamo formato. La Regione ha il dovere di garantire continuità a chi rappresenta il motore della conoscenza e dell’innovazione in Sardegna.

Altre regioni si sono già mosse in questa direzione con fondi analoghi. La Sardegna non può restare ferma: i nostri rappresentanti in Consiglio regionale devono attivarsi subito per introdurre questa misura in finanziaria e tutelare i ricercatori sardi.

Accanto ai ricercatori ci sono tecnologi, tecnici e personale di supporto che ne sostengono il lavoro quotidiano, ma il cuore dell’innovazione restano loro: le donne  e  gli  uomini  della  ricerca,  formati  con  anni  di  studio,  precariato  e dedizione. A loro dobbiamo rispetto, continuità e prospettive reali. Difendere i ricercatori significa difendere il futuro stesso della nostra isola. È una battaglia di civiltà e di responsabilità verso la conoscenza”

Alberto Bamonti consigliere comunale Gruppo Noi Riformiamo Alghero