“Apre la terapia intensiva Covid, ma l’Ospedale rischia la paralisi”

ALGHERO – “Se si darà seguito al trasferimento di 4 rianimatori dal reparto di Anestesia alla Terapia Intensiva COVID, si bloccherà gran parte dell’operatività chirurgica degli ospedali algheresi che rischiano una nuova paralisi. Non è possibile infatti con soli 7 anestesisti garantire gli interventi chirurgici al Civile e al Marino (chirurgia generale, ortopedia, oculistica, ostetricia)”. Cosi l’ex-sindaco e consigliere comunale Mario Bruno che spiega “nelle prime ondate Covid veniva garantita ad Alghero solo l’emergenza (cioè urgenze tempo correlate) ed i cesarei: una situazione che rischia di ripetersi per un provvedimento emergenziale fuori da ogni logica di equità e programmazione”.
“La decisione di riaprire l’Unità di Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile di Alghero, mai accreditata e solo per l’emergenza Covid, assunta con nota congiunta dei Direttori Generali di Aou e Asl di Sassari è improvvisata e rischia di essere perfino dannosa. Stona con la chiusura da mesi della Terapia Intensiva dell’Azienda Universitaria sassarese, nata proprio per i pazienti Covid, nella stecca bianca di Viale San Pietro, inaugurata in pompa magna lo scorso gennaio alla presenza del Presidente della Regione e del Presidente del Consiglio Regionale. 1300 metri quadri, 30 posti letto per pazienti Covid, con le più moderne infrastrutture. Diventerà l’unica terapia intensiva dell’Aou di Sassari, avevano detto. E invece l’Aou, in piena fase emergenziale,  manda quattro medici ad Alghero, di cui due specializzandi, la Asl ne requisisce 4 ad anestesia di Alghero, e quel reparto del Civile che doveva ospitare una terapia intensiva polispecialistica, cardiologica e postoperatoria, il cui accreditamento mai avvenuto avrebbe dato ad Alghero il DEA di primo livello,  resta reparto di terapia intensiva Covid per pazienti di mezza Sardegna”.
“La Aou congiuntamente alla ASL la coordinerà, mettendo piede anche all’Ospedale Civile di Alghero. Ironia della sorte, quella di Sassari nata per i pazienti Covid diventerà, finiti i lavori, reparto di rianimazione per tutti. Insomma, non solo l’Ospedale Marino è stato smantellato nella sua conformazione storica di ospedale traumatologico e riabilitativo, per dotarlo di altri 45 posti letto covid e 110 in prospettiva, affidando la direzione al reparto malattie infettive dell’AOU, ma ora anche il Civile deve fare spazio e se è vero che occorre dare risposte emergenziali, è altrettanto vero che queste devono essere bilanciate nei territori, senza smantellare ospedali e ridurre drasticamente gli interventi nelle altre discipline.”.