ALGHERO – Se la maestria dei professionisti dell’Ente De Carolis e la bellezza dei Carmina Burana non possono essere messi in discussione, ben più discutibile è la scelta politica dietro l’evento del 1 luglio previsto presso la banchina Dogana.
A seguito della verifica di alcuni autti, abbiamo fondati motivi per ritenere che la scelta di portare lo spettacolo alla banchina Dogana, con un contributo pubblico di 60.000 euro (30.000 dal Comune, 30.000 dalla Fondazione), sia stato l’esito di una decisione dell’assessore Daga e della sua cerchia, senza alcuna condivisione dell’assessorato competente che, ancora una volta, si trova ostaggio del segretario PD. Non è la prima volta che accade.
Già in passato, Daga ha dimostrato un forte attaccamento alla banchina Dogana, sotto i bastioni Magellano, luoghi a lui cari per svariati motivi, polemizzando pubblicamente contro la scelta dell’amministrazione Conoci di spostare il concertone di Capodanno presso il Piazzale della Pace, più sicuro, più ampio, più adatto.
Ora ci risiamo. Con l’alibi della “grande musica”, si torna a spendere risorse su un’area logisticamente complessa e costosissima da allestire e presidiare, mentre in Piazza de lo Quarter, che la Fondazione sta già attrezzando per la stagione estiva, ci sarebbero ben 700 posti disponibili.
Il contributo concesso è alto, specie per una singola serata, che peraltro non è nemmeno una produzione esclusiva: lo stesso spettacolo andrà in scena a Sassari due giorni prima, con l’evidente rischio di comprometterne la riuscita. Sassari, nel frattempo sta ricostruendo un circuito culturale e musicale che in passato passava da Alghero, e oggi ci fa concorrenza diretta, insieme a Olbia e ad altri centri che programmano con visione.
Bene la lirica quindi, certo. Ma non è una novità. Anche il centrodestra, negli ultimi due anni, ha portato in città produzioni prestigiose grazie alla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, con costi ben più contenuti e senza scelte personalistiche.
Qui invece si spaccia per “patto culturale” quello che appare a tutti gli effetti come un’operazione costruita per alimentare un’egemonia personale, che oggi si esercita dentro e fuori le proprie deleghe, fin dentro la Fondazione Alghero.
Altro che trasparenza, altro che visione: se questa è la cultura “che osa”, ci chiediamo a vantaggio di chi”.
Pino Cardi
Coordinatore cittadino – Fratelli d’Italia Alghero