Alghero sempre più isolata

ALGHERO – Ancora una volta la politica locale, in particolare chi amministra, pare lontano dalle grandi questioni regionali. Tematiche legate a doppio filo al presente e futuro alla sopravvivenza del territorio che, però, paiono non trovare interesse negli organismi rappresentativi. Un distaccamento sempre più marcato negli ultimi anni che, del resto, riflette anche una preoccupante e generale rassegnazione da parte della cittadinanza. Ciò, oggettivamente, si riflette sulla massima assise cittadina. Luogo che pare sempre più lontano dalle dinamiche che muovono i processi locali e regionali. In particolare questi ultimi. Se, infatti, su temi fondamentali come aeroporto, porto, sistema ricettivo, promozione turistica, impresa e lavoro, regna un assordante silenzio, (qualcosa, ma molto poco rispetto il necessario, si sta facendo sulla sanità), anche sulla questione che sta tenendo banco da settimane tutta l’Isola, la Riviera catalana pare essere troppo distante.

In Regione si discute di una di un documento tra più importanti di sempre: la riforma degli enti locali. Dopo la cancellazione delle province, si è creato un vuoto. La fretta di ottemperare alla spinta referendaria del popolo ha prodotto una situazione di caos amministrativo diffuso con servizi scoperti e, soprattutto, diffuse diatribe tra i vari territori che reclamano la loro autonomia e il loro riconoscimento di status metropolitano. E’ il caso di Sassari. O meglio del Nord-Ovest Sardegna. Su questo si sta registrando una lotta senza esclusione di colpi con Pigliaru che ha anche (seriamente) minacciato le dimissioni. Olbia non vuole essere marginalizzata. Il centro Sardegna alza la testa e chiede attenzione. Insomma un passaggio cruciale per il futuro dell’Isola. Eppure, la politica catalana, come detto, pare ovattata. Oltremodo distaccata dagli eventi e ancora una volta fuori dai giochi. Non è da oggi che Alghero si trova isolata, ma ultimamente pare che questa lontananza sia quasi bene accetta o comunque sia caretterizzata da una diffusa, come detto, rassegnazione. Un fatto estremamente grave e che, com’è evidente, squalifica e ridimensiona il territorio nei suoi eventuali auspici e spinte verso l’alto.

Mai, come in questo periodo, veniamo dipinti come coloro che vanno col cappello in mano ad elemosinare qualcosa dal potente di turno. Sempre più supini e proni. Mentre, proprio in questo momento, Alghero potrebbe, anzi dovrebbe, stare al fianco di Sassari e del sindaco Sanna per chiedere che il capoluogo turritano diventi “città metropolitana”. Un investitura per niente formale, ma di vitale importanza per il futuro del territorio. Finanziamenti e servizi che questa parte della Sardegna potrebbe vedere ulteriormente tagliati a favore del meridione dell’Isola. Area che da anni, insieme alla Gallura, hanno messo la freccia. E non si sta parlando, come può apparire a qualcuno esclusivamente di investimenti privati, comunque fondamentali, ma, ad esempio, di sanità. Inutile anelare ad un nuovo ospedale quando i comuni di riferimento si spopolano e hanno natalità zero. Questo come riflesso della mancanza di certezze per il futuro legate all’assenza di posti di lavoro e l’impossibilità di creare sviluppo. Uno scenario dove regna assordante il silenzio della classe politica, del consiglio comunale, del Sindaco, soprattutto. Perchè non basta ottenere (forse) le briciole che possono arrivare da Cagliari, Alghero merita, e anzi, deve pretendere altro per il vero bene comune e salvezza della comunità.

Nella foto il Presidente della Regione Pigliaru e il sindaco Mario Bruno

S.I.