Secal, Bruno-Marchese del Grillo

ALGHERO – Chi dice che Bruno e la sua Giunta non stiano realizzando i PROPRI obiettivi fa un’affermazione palesemente falsa. Prendiamo ad esempio la vicenda Secal. La volontà esplicita (nei fatti) di Bruno & company era, (sotto la la schermatura dell’inefficienza rispetto ai compiti da svolgere), quello di far fuori l’ex amministratore Marino, reo di non essere di nomina bruniana e, forse per questo, con fastidiosa determinazione, insistentemente e soprattutto pubblicamente ostinato a richiedere al suo datore di lavoro (leggasi Comune di Alghero) i mezzi e le risorse necessarie per svolgere al meglio della sua efficacia il complesso nodo della riscossione dei tributi, compreso il coattivo.
Marino sostituito con altro amministratore. Obiettivo perseguito.
Seconda mission di Sindaco & soci era, sempre nei fatti, quella di far fuori gli operatori-lavoratori, anche loro colpevoli soprattutto di non essere di nomina bruniana e quindi non rientranti nell’area protetta (da lui).
Quattro di loro in scadenza di contratto e non più rinnovati all’ultima scadenza: secondo obiettivo raggiunto. Il Sindaco afferma in un post su Facebook (suo organo ufficiale di divulgazione del Verbo) che l’amministratore Cau gli dice che è la legge a non consentire quei rinnovi e lui non può certo andare contro la legge. Giusto: ma allora bisognerebbe spiegare perché il Giudice del lavoro (che – lui di sicuro! – non può andare contro la legge) ha dato ragione al primo dei quattro lavoratori ricorrenti andato a giudizio, decretandone l’assunzione effettiva (cosa che probabilmente, e sperabilmente, avverrà anche per gli altri ricorrenti la cui posizione lavorativa e contrattuale è assolutamente uguale a quella del primo di loro andato a sentenza). E ci preme sottolineare, inoltre, la condizione di precariato subita dai succitati lavoratori, sottoposti per svariati anni a contratti interinali e che solo sotto l’intervento dell’amministratore unico Marino hanno potuto firmare il primo contratto a tempo determinato, a seguito di selezione ad evidenza pubblica. Soluzione adottata non solo in previsione di una stabilizzazione futura ma anche per razionalizzare il costo del personale. Aspettiamo quindi un post del Sindaco ed un'”opinione” dell’assessore Tanchis al riguardo. Giusto per capire. Per capire perché – secondo loro – in questo caso la legge non dovrebbe essere uguale per tutti.
E per capire, in un paese dove la disoccupazione divora i nostri giovani e condanna all’indigenza le nostre famiglie, come si possa, con cinismo, leggerezza ed arroganza, togliere il lavoro (quando per fortuna ancora qualcuno ce l’ha) a padri e madri di famiglia, per la cui professionalizzazione oltretutto l’amministrazione ha speso nel tempo soldi e risorse.
Terza mission di Bruno e compagni (?!), ma in realtà la prima: esternalizzazione del servizio di riscossione dei tributi comunali.
Le conseguenze immediate del fatto in termini di occupazione le abbiamo viste e le stiamo vedendo subito, in questi giorni.
Le conseguenze sul piano dell’efficacia e dell’economicità di sistema non sarà l’amministrazione in carica a raccontarcele, perché le vedremo tra qualche anno, quando sperabilmente non saranno gli uomini di oggi, né quelli di ieri, quelli che ci amministreranno.
Per quanto ci riguarda, come Riformatori sardi di Alghero, vogliamo ribadire ancora una volta la nostra contrarietà rispetto al merito di tutta l’operazione. Che nasce dalle oggettive criticità della Secal che però sono figlie legittime di diverse funzioni essenziali – e previste dalla legge – mai poste in essere; da un’orga­nizzazione da sempre finalizzata pratica­mente alla sola risc­ossione dei tributi versati volontariame­nte dai cittadini; dall’assorbimento di perso­nale da altri settori con altre e non sp­ecifiche competenze, ed altro ancora. Cr­iticità a cui si sar­ebbe dovuto (e potut­o) rispondere dotando la Secal degli opp­ortuni, e legislativ­amente previsti, str­umenti e risorse uma­ne e finanziarie. La verità è che non si è voluto mettere la Secal nelle condizi­oni di aprire l’Uffi­cio coattivo. Bastino due esempi per com­prendere: il Comune, pur a fronte di rip­etute richieste, non ha mai fornito alla Secal l’accesso ad alcune banche dati fondamentali.
Perché?
Il Comune, pur a se­guito di specifiche richieste motivate, non ha mai fornito alla Secal i fondi ag­giuntivi necessari per affidare, lì dove necessario, ad avvo­cati le pratiche di riscossione.
Perché?
Se tutto questo fosse stato fatto e si fosse, cioè, realmente potenziata la Secal così come oggi si dice di voler fare esternalizzandone i servizi, essa avrebbe potuto sicuramente dotarsi di quegli appositi uffici e di quel personale qualificato e appositamente formato che le avrebbero consentito di impiantare e gestire al meglio, oltre che l’ordinario anche il contenzioso e la riscossione coattiva. E allora sí che per queste vie sarebbero potute realmente entrare nelle casse comunali importanti risorse sia per migliorare il pubblico servizio che per incrementare e non diminuire i livelli occupazionali in città. Qui sarebbe stata, nei fatti e non nelle ipotesi, la vera convenienza, economi­ca e sociale, da valutare con attenzione scegliendo tra un reale potenziamento dell’esistente con la messa in moto di tutte le sue funzioni esplicabili per le­gge, e l’affidamento ad una entità di ri­scossione esterna di cui l’unica certezza oggi individuabile è rappresentata dai costi.
Ma tant’è: l’unica convenienza a cui guarda Bruno é quella politica; quella sua; quella del Marchese Del Grillo: “io sono io e voi non siete un c….!”
Bravo: bravissimo, Sindaco Bruno.”

Giuseppe Sotgiu
Riformatori Sardi