Sassari: piste ciclabili da eliminare

SASSARI – L’elemento separatore di tipo discontinuo può essere costituito da fioriere o altri elementi di arredo urbano, posti in modo stabile e non facilmente amovibili, aventi forma e dimensioni tali da non creare pericolo per i ciclisti, di altezza almeno di 20 cm e comunque non superiore a 40 cm. All’interno dell’isola di traffico non possono essere installati né parapedonali, né paletti, né dispositivi di ritenuta stradale metallici. È quanto rivela il coordinamento comunale di Sardegna Unica, che porta all’attenzione dei media e dei sassaresi la situazione di irregolarità delle piste ciclabili realizzate (mancano ancora alcuni tratti da completare) dall’Amministrazione comunale.

«Oltre a rovinare e deturpare i viali e le vie della città, la pista ciclopedonale persevera nel danneggiare gli affari delle attività commerciali poste vicino al suo percorso. Queste ultime, già fortemente colpite dalla pesante crisi economica, hanno visto ridursi (dall’inizio dei lavori) il loro fatturato di un ulteriore 30 per cento. Tutto questo si poteva evitare», rimarca il coordinatore comunale di Sardegna Unica Alessio Paganini. «Quasi tutti i percorsi hanno qualcosa fuori norma, un esempio clamoroso sono i dissuasori di sosta posti in viale Italia».

Le Istruzioni tecniche per la progettazione delle piste ciclabili, predisposte nel 2014 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, una sorta di testo unico che raccoglie decreti e regolamenti ministeriali sulla circolazione stradale (dal Codice della Strada alle direttive ministeriali sulla progettazione delle infrastrutture viarie), sono infatti chiare. Secondo la normativa richiamata nel documento, i dissuasori installati in viale Italia non solo sono paletti ma superano abbondantemente i limiti di altezza consentiti dalle norme vigenti: infatti, sono alti circa 110 centimetri.

«Sardegna Unica non è mai stata contraria alla pista ciclabile ma ha sempre criticato la progettazione e il suo percorso. Basta seguire il tracciato per rendersi conto degli errori fatti e non stiamo parlando (come dice l’assessore Piu) di chiacchiere da bar», riprende Paganini. «Oggi critichiamo pesantemente anche la sua realizzazione, totalmente priva di controllo. Se gli errori commessi dalle imprese appaltatrici verranno dagli stessi ripresi e sistemati, questo vorrà dire che con un minimo di controllo in fase di realizzazione si sarebbe potuto finire prima i lavori, evitando di tediare ulteriormente i cittadini, già fortemente provati dal disagio dovuto alla loro realizzazione».

L’indice è puntato in particolare sul tratto di pista di viale Italia. «Restiamo contrari a questo percorso. Secondo noi non vi sono né lo spazio né la sicurezza per il passaggio della pista ciclabile. La presenza dei due ospedali cittadini e il passaggio della metropolitana di superficie (che ha ridotto in maniera significante la larghezza del viale) sono gli elementi chiave che ci dicono che il tracciato andava spostato. Assistiamo giornalmente a situazioni di pericolo dovuti al transito delle ambulanze, spesso il libero passaggio è bloccato da qualche furgone che scarica le merci per i numerosi negozi della via. Siamo talmente contrari al passaggio in viale Italia che, in caso di vittoria alle prossime elezioni comunali, valuteremo seriamente l’eliminazione su quel tratto di strada della pista ciclabile». Rimane ancora in stand by viale Dante. «Seguiamo con attenzione quanto sta accadendo. In questo caso, per il momento, non si capisce bene se sarà rovinata, oppure grazie alla mobilitazione popolare la Giunta Sanna finalmente arriverà alla conclusione di modificare il tracciato e venire incontro al volere del popolo che fino a ieri non veniva nemmeno preso in considerazione», conclude il coordinatore comunale di Sardegna Unica.

Nella foto Alessio Paganini

S.I.