In Sardegna la Febbre del Nilo

CAGLIARI – Un caso di West Nile Disease (febbre del Nilo occidentale) è stato diagnosticato in Sardegna. La persona colpita è una donna, ora ricoverata e sottoposta a terapia con immunodepressori per problemi neuroinvasivi. La signora si è sentita male il 25 luglio scorso, ieri sera è arrivata la conferma di WND, questa mattina si è riunita l’Unità di crisi, convocata nella sede dell’assessorato della Sanità che ha individuato le azioni di rafforzamento delle misure di contrasto e prevenzione, decise sulla base di norme già esistenti. Si tratta del primo caso di Febbre del Nilo registrato in Sardegna negli ultimi sei anni: la malattia è virale ed endemica nell’Isola, non è contagiosa ed è trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzara che abbia, a sua volta, punto un uccello infetto.

Scheda sulla WND. West Nile Disease (WND) o Febbre del Nilo Occidentale è una zoonosi (malattia trasmissibile dagli animali all’uomo) causata da un virus (un Arbovirus appartenente alla famiglia Flaviviridae). Il serbatoio naturale è rappresentato dagli uccelli selvatici (cornacchie, rapaci, uccelli migratori, etc.). Il virus è trasmesso da un animale all’altro (ed eventualmente all’uomo) tramite le zanzare (Culicidi) e può infettare uccelli, equini (raramente altri mammiferi) e uomo. Il virus è mantenuto dal ciclo di trasmissione zanzare-uccelli-zanzare, mentre il cavallo e l’uomo sono considerati ospiti “a fondo cieco” che possono trasmettere la malattia solo con modalità eccezionali (ad esempio trasfusioni di sangue).

Sia nell’uomo che negli animali l’infezione è per lo più asintomatica; tuttavia, forme gravi, caratterizzate da sintomatologia nervosa, possono essere osservate in alcuni casi sia negli uccelli che nei cavalli che nell’uomo. Nell’uomo, la principale via di trasmissione del virus è rappresentata dalla puntura di zanzara. Nella maggior parte dei casi, le persone infette non manifestano alcuna sintomatologia, mentre una piccola percentuale dei soggetti infetti presenta sintomi aspecifici quali febbre, cefalea, dolori muscolari, reattività linfonodale e rash cutanei (West Nile Fever), con decorso generalmente favorevole e guarigione in pochi giorni. In una minima percentuale di individui (meno dell’1%), in particolare in persone anziane e in soggetti immunodepressi, il virus può provocare gravi forme neurologiche (encefalite, meningite) che possono avere talvolta decorso fatale. Tuttavia, i soggetti infetti – anche se in forma asintomatica – possono comunque trasmettere l’infezione tramite la donazione e la trasfusione di sangue. Al momento, non esiste un vaccino per l’uomo, mentre è disponibile un vaccino per la protezione dei cavalli.

Il virus della WND è presente in tutta l’area del Mediterraneo, inclusa la Sardegna, in cui sono in vigore una serie di misure di sorveglianza, sulle zanzare, sugli animali e sull’uomo. E’, infatti, importante conoscere con precisione la reale diffusione del virus al fine di identificare aree a rischio in cui intensificare le misure di controllo e prevenzione basate soprattutto sulla lotta agli insetti vettori, la vaccinazione nei cavalli, e, nell’uomo, la protezione individuale contro le punture di zanzare – anche con insetto-repellenti – e le misure di prevenzione relative al rischio correlato alle trasfusioni di sangue. Nelle aree a circolazione virale il sangue dei donatori è sottoposto a test di screening per WNV. È inoltre prevista la sospensione delle donazioni di sangue per tutte le persone che hanno soggiornato almeno 24 ore nelle zone a rischio.

Che cosa fare per prevenire il virus?
Il modo più semplice e migliore per evitare il virus della Febbre del Nilo è prevenire le punture di zanzara. Come?
– Quando si è all’aperto, si possono utilizzare repellenti per insetti.
– Installare le zanzariere alle finestre e alle porte per tenere fuori le zanzare.
– Svuotare l’acqua stagnante dai vasi di fiori, secchi, copertoni e barili.
– Cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali in modo che non ristagni.
– Mantenere le piscine per bambini vuote, coprendole quando non vengono usate.
– Trattare regolarmente (ogni 15 giorni circa) i tombini e i pozzetti di sgrondo delle acque piovane, le zone di scolo e ristagno con prodotti larvicidi.
– Verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite.
– Coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese.
– Eliminare da stabili e abitazioni, coprendole con reti, eventuali covatoi dove possono annidarsi volatili infetti (come i piccioni).