Referendum: Signorsì di Pigliaru

CAGLIARI – “Leggo che il presidente della Regione ha dichiarato il suo “Sì” al referendum del 4 Dicembre. La cosa non mi stupisce per niente e credo che non sorprenda nessuno nella nostra isola. La posizione del presidente della Regione su determinate, delicate materie è nota da tempo. E’ sufficiente scorrere alcuni suoi scritti per comprendere la linea politica di chi oggi guida la Sardegna”. Cosi Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia che riporta “ecco alcuni brani tratti da un articolo scritto non molto tempo fa dall’allora professor Pigliaru e intitolato “Indipendenza o cessione di sovranità?”

“Il centro di questa tempesta è infatti la questione della sovranità dei singoli stati che formano l’unione. Per dirla un po’ brutalmente, il caos nasce dal fatto che la rinuncia alle monete nazionali (una perdita di sovranità nella politica monetaria da parte dei singoli Paesi) non è stata accompagnata da una parallela perdita di sovranità in altri ambiti come quelli della politica fiscale o della vigilanza sul sistema del credito”.
“Questa insufficiente “cessione di sovranità” nazionale a favore di un livello sovranazionale di governo impedisce oggi all’Europa di affrontare e di risolvere problemi tutto sommato limitati come quelli della Grecia e dei debiti sovrani accumulati dai singoli stati membri”.

“E soprattutto con un governo europeo a cui delegare la politica fiscale e il potere di decidere quando e come intervenire per affrontare le situazioni di crisi. Il tutto ottenuto attraverso uno scambio tra riduzione di sovranità “locale” e aumento della “copertura assicurativa” per tutti contro il rischio di crisi”
“E se la California non sogna l’indipendenza, perché dovrebbero sognarla la Sardegna o la Scozia?”.
Se questo è il punto di partenza del pensiero del presidente della Regione, la conclusione non poteva essere lontana da quella che lo vede schierato accanto ai sostenitori della riforma Renzi. Altro che norme transitorie, clausole di salvaguardia, intese, revisione dello Statuto! Il presidente della Regione vede nella perdita di sovranità e di autonomia non un pericolo, ma un auspicio sia per l’Italia verso l’Europa che per la Sardegna verso l’Italia. Ecco perché voterà Sì al referendum: perché è pienamente favorevole al progetto renziano di realizzare un centralismo irresponsabile, che porta a Roma e le funzioni e le risorse, ma non assume corrispondenti doveri nei confronti dei territori. Ed è altresì favorevole ad un’ulteriore cessione della sovranità nazionale”.

“Ecco perché il suo non è un Sì, ma un Signorsì. Se dovesse vincere il sì, la nostra Autonomia sarebbe sotto assedio: sia perché isolata in un contesto in cui si scatenerebbe l’offensiva del “perché a loro sì e a noi no” delle altre Regioni sia perché con la clausola di supremazia, una volta rivisto lo Statuto, lo Stato centrale potrebbe invadere le competenze regionali quando e come vuole, soprattutto per calare dall’alto ciò che viene rifiutato dalle nostre comunità. Peraltro, Renzi e Pigliaru non hanno certo aspettato le modifiche costituzionali per attuare questo modello: lo abbiamo visto sulla vertenza entrate, con la rinuncia da parte della giunta a tutti i ricorsi promossi da noi e perfino ai benefici di quelli già vinti. Se quindi la scelta di Pigliaru non sorprende, è invece sempre più sorprendente che coloro i quali parlano di autonomia, indipendenza, sovranità, quelli che predicano il motto “io sono più sardo di te” continuino a sostenerlo”.

Nella foto Ugo Cappellacci

S.I.