Posidonia: opportunità, non problema

ALGHERO – “Siamo ormai prossimi alla nuova stagione turistica che coincide con il periodo estivo, e ad Alghero si ripresenta in maniera ciclica quella lista di problemi che affliggono la nostra città e diventano evidenti quando ci si ritrova ad un passo dall’accogliere chi verrà a visitare e a soggiornare nel nostro territorio: oggi affronterò la questione della Posidonia spiaggiata, più croce che delizia nonostante le innumerevoli possibilità che offre questa pianta acquatica ritenuta, a torto, un alga ed un rifiuto marino”. Cosi il capogruppo del Partito Democratico Mimmo Pirisi che su tema sta predisponendo, col collega Enrico Daga e il resto del Pd, una mozione per far smuovere le acque dall’atavica stagnazione sul tema che ha visto già registrare gli interventi tecnici di Manconi [Leggi] e soprattutto la seconda puntata di “Cosa succede in città” su Catalan Tv [Leggi].

“Per avere un’idea della versatilità di questo organismo basti pensare che un solo metro quadro di prateria marina di Posidonia produce con la fotosintesi fino a 14 litri di ossigeno al giorno utili per le altre specie marine e questo metro quadro, se sparisce, causa un danno quantificabile sino a 89.000 euro all’anno per la minore produzione di ossigeno e l’erosione dei litorali. Inoltre una volta spiaggiata e formatasi la cosiddetta banquette si crea una barriera che attenua l’impatto delle onde e previene l’erosione delle spiagge, oltre a definire un nuovo ecosistema. Ma ad Alghero una serie di interventi sbagliati e con un tempismo inappropriato come la rimozione della Posidonia con largo anticipo rispetto alla stagione estiva hanno lasciato i litorali sguarniti e non protetti dai moti ondosi. Non solo: la Posidionia offre molteplici usi come nell’edilizia come isolante per i tetti (cosa che ha una certa importanza in tempi di ecosostenibilità), e nelle costruzioni in generale per le sue caratteristiche atossiche, antimuffa, antiumidità e resistenza al fuoco; ancora da citare l’utilizzo come materiale da imballaggio e soprattutto nell’agricoltura e nella zootecnica come integratore alimentare per animali da allevamento, lettiera per bestiame e concime naturale per le piante al posto della torba. Infine risulta che questa pianta abbia come proprietà il bioassorbimento di metalli pesanti come il vanadio e il molibdeno”.

“La direttiva UE 92/94 tutela la Posidonia in quanto habitat e fonte di sussistenza per numerose specie e nicchie ecologiche, tuttavia il suo smaltimento è un problema che riguarda tutte le zone costiere, e ad Alghero ne sappiamo qualcosa: questo problema genererebbe una opportunità se non si ripetono gli errori che ci hanno contraddistinto in passato. Il D. L. “Conversione in legge del D.L. numero 2 del 25 gennaio 2012, recante misure straordinarie e urgenti in materia ambientale” riguarda proprio lo smaltimento dei rifiuti spiaggiati e contempla l’utilizzo di biomasse vegetali di origine marina per la produzione di energia e per il riuso agricolo, fatte salve le autorizzazioni regionali e nel rispetto delle condizioni ambientali ed igieniche. Altri tipi di smaltimento (come il conferimento nelle discariche RSU, tra l’altro sconsigliato dalla direttiva europea) rappresenterebbero uno spreco dispendioso di una risorsa naturale che potrebbe dare ben altri frutti. Inoltre da citare il decreto che prevede il compostaggio e riuso della Posidonia come fertilizzante naturale (D. Lgs. 29 aprile 2010 n. 75 “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell’articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88″)”.

“Ad Alghero, a differenza di altre realtà europee che hanno a che fare con la Posidonia, si ha sempre l’impressione che si agisca (quando si agisce, ovviamente) in maniera raffazzonata e senza un minimo di progettazione e programmazione, in questi giorni si stanno facendo degli esperimento sullo stoccaggio in loco provando a realizzare dalla stessa rotoballe o presse rettangolari da utilizzare sempre in loco come barriera invernale al posto dei cannetti ( tutte ipotesi da verificare a costi minimi ma che comunque non risolvono il problema ). Paesi come Malta, Spagna o Svezia sfruttano la pianta acquatica in processi di riuso e trattamento in vari settori come quello energetico o edilizio; uno studio tedesco ne ha inoltre rilevato la sua tossicità e ipoallergenicità. Se non vogliamo perseverare nei nostri errori da provinciali dovremmo iniziare a considerare la Posidonia non come scarto ingombrante e trattarlo da tale, ma come un piccolo petrolio a nostra disposizione, una delle tante ricchezze che detiene Alghero ma che vengono dimenticate o bistrattate per una certa chiusura mentale ed una colpevole disattenzione”.

Nella foto Mimmo Pirisi

S.I.