Parchi, Porto Conte e Asinara si rafforza legame

ALGHERO – Nuova tappa nel percorso di collaborazione tra l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte – Ente gestore del Parco di Porto Conte e dell’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana – ed il ParcoNazionale dell’Asinara. Ieri mattina a Porto Torres incontro nella sede dell’area protetta marina e terrestre dell’Asinara,  alla presenza della Commissaria governativa Gabriela Scanu, del direttore Vittorio Gazale e, per l’Ente Parco di Porto Conte, del Presidente Raimondo Tilloca e del direttore Mariani Mariani. Dando seguito ad una serie di progetti comuni già avviati, le due aree protette del Nord-Ovest della Sardegna hanno posto le basi per una più ampia ed articolata collaborazione in un’ottica di area vasta metropolitana centrata sull’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio ambientale anche ai fini di un nuovo modello di sviluppo  turistico sostenibile.

Tra i temi trattati durante la mattinata di lavori grande spazio è stato riservato al potenziamento delle azioni congiunte riguardanti la “tutela e la conservazione”. A tal proposito una particolare attenzione è stata riservata alla definizione di un progetto internazionale di collaborazione da avviare in tempi brevissimi sul “falco pescatore”, alla luce della recente nidificazione avvenuta all’interno del Parco di Porto Conte. Grazie anche alle passate iniziative di collaborazione fra i due Parchi, sono stati recepiti e discussi i risultati emersi nel corso del recentissimo seminario svoltosi a Casa Gioiosa a cui hanno partecipato i massimi esperti del settore (dal presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, nonché presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, all’ornitologo Jean Marie Dominici del Parco regionale della Corsica, a Fernando Spina riferimento apicale dell’ISPRA per quanto riguarda l’avifauna migratrice). Altro tema condiviso da potenziare con azioni convergenti quello del Marchio di qualità ambientale che già oggi vede come protagoniste circa 100 imprese del territorio del Nord-Ovest della Sardegna beneficiarie del Marchio, equamente distribuite fra i due Parchi. Entro questo quadro si è concordato che il Marchio di qualità debba rappresentare il filo conduttore di un progetto comune che i due Parchi porteranno alla attenzione della Provincia di Sassari per la partecipazione ad un bando regionale sull’innovazione nel settore del turismo sostenibile in scadenza il prossimo 31 ottobre. Si è, inoltre, affrontato l’argomento dell’ “educazione ambientale” a supporto dell’attività scolastica in questo delicato momento fortemente condizionato dal COVID-19.

Entrambi i Parchi hanno un Centro di educazione ambientale certificato dalla Regione Sardegna (CEAS) e gli stessi CEAS potrebbero  svolgere un ruolo nella produzione di contenuti didattici e nella somministrazione degli stessi in remoto anche alla luce delle recenti novità che hanno introdotto nel mondo della scuola al livello nazionale il tema della educazione ambientale come parte integrante dei programmi scolastici. Sulla possibile ed auspicabile “svolta green” dei territori, i due Parchi hanno condiviso una comune strategia di azione per il potenziamento della sperimentazione e applicazione di soluzioni innovative di produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di diventare due aree completamente autonome senza emissioni di carbonio. Con attenzione al moto ondoso quale fonte di produzione energetica, data la potenzialità del Nord-Ovest della Sardegna quale più importante sito, per condizioni meteo-climatiche, al livello euro-mediterraneo.

“Il nostro obiettivo – hanno sottolineato Gabriela Scanu e Raimondo Tilloca – è quello di definire in maniera più puntuale e con accordi di lavoro molto operativi la nostra collaborazione in un’ottica di aria vasta metropolitana, mettendo a fattore comune le nostre competenze e strutture,  anche al fine di cogliere al meglio le opportunità che ci verranno offerte dal prossimo ciclo della programmazione europea (2021-2027) ed anche per formulare un nostro contributo progettuale per l’attuazione del “Recovery Fund”. Insomma un lavoro comune che dovrà continuare a produrre sempre più frutti, grazie alla volontà di ragionare sempre più come un unico territorio”.