Piano agro ancora molto lontano

ALGHERO – “Non perderemo neppure un euro del nuovo PSR!”, questo è stato il fin troppo ottimistico mantra rifilato dalla nostra Amministrazione comunale fin dallo scorso mese di marzo. Eppure, se non fosse stato per il fortuito slittamento della data di presentazione delle domande, di giovedi scorso, 15 settembre, tutti gli imprenditori agricoli della Sardegna avrebbero iniziato ad inoltrare agli uffici competenti le proposte di finanziamento.
In effetti non proprio tutti: Alghero esclusa, s’intende!

E questo, in buona sostanza, avrebbe significato la rapida, inesorabile e costante erosione delle risorse a valere sulle misure relative all’ammodernamento delle aziende agricole e insediamento dei giovani agricoltori.
Una clessidra monetaria dove ogni euro speso è un euro perso per Alghero e i suoi imprenditori agricoli.
Ma, per nostra fortuna, non è stato così: evidenti lacune dei bandi stessi ne hanno suggerito l’immediata sospensione e la proroga a data da destinarsi ma, comunque, non successiva al 21 ottobre p.v. (almeno stando alle dichiarazioni dell’Assessorato). Tale slittamento, tuttavia, non dovrebbe rappresentare motivo di giubilo per l’amministrazione algherese impegnata nella redazione del Piano di valorizzazione delle aree di bonifica o, come ormai i più intendono, nel “PUC dell’agro”. Come più volte ricordato, la cantierabilità degli interventi oggetto di finanziamento rende necessario avviare le pratiche per la partecipazione dei bandi ben prima della loro apertura. Per Alghero, verosimilmente, questi tempi saranno oltremodo incrementati per via degli evidenti vincoli paesaggistici.

E’ evidente, quindi che, calcolatrice alla mano, se anche il “PUC dell’Agro” venisse approvato oggi, difficilmente un imprenditore agricolo algherese potrebbe accedere, nell’immediato, a gran parte dei finanziamenti. Ma, ahimè, il Piano di valorizzazione non verrà approvato né oggi né nei prossimi giorni. Le notizie diffuse mezzo stampa dall’Amministrazione cittadina, infatti, evidenziano che si è appena intrapresa la fase di scoping (analisi preliminare) della valutazione ambientale con la consegna degli elaborati da parte del Comune di Alghero agli Enti portatori di interesse. Come dire che se non si è in alto mare, quantomeno ci si trova ben lontani dalla costa. A margine di questi, che considero dati di fatto, mi permetto alcune considerazioni da tecnico e cittadino di Alghero. Probabilmente si sono commesse “leggerezze” in passato: parlo della semplicità con cui l’allora Governatore Soru, con il beneplacito di tutto il PD (attuale e meno attuale), sia riuscito a vincolare funzionalmente gran parte dell’agro algherese; parlo della semplicità con cui sono stati approvati dei vincoli così restrittivi da rendere difficile, dieci anni dopo, lo scioglimento di quelle maglie volute proprio dal PPR; parlo del modo in cui, così grossolanamente, si sia sottovalutata la portata del PSR a tal punto, persino oggi, da non ricorrere a tutte le risorse disponibili, in termini di tempo e capitale umano, per evitare di perdere il sostegno economico a favore delle aziende agricole. Non mi pare, tuttavia, un buon motivo per continuare a perseverare in questo errore di fondo.

Siamo, oramai, al giro di boa e questa Amministrazione dovrebbe, inevitabilmente, decidere che destino offrire al proprio territorio, al di là della mera espletazione dei compitini da fare a casa suggeriti dalle strutture regionali. È diventata non più procrastinabile la definizione delle potenzialità del nostro agro e della direzione che ad esso si vorrà far assumere. Non è concepibile, oggi, pensare che tutta la nostra economia agricola si possa basare su poche (seppur, per fortuna, importanti) realtà imprenditoriali, relegando, di fatto, le attitudini produttive dei nostri agricoltori a mere elucubrazioni oniriche. Non è superfluo ricordare come il benessere economico, la tutela del paesaggio, il miglioramento dell’ambiente di vita, il richiamo turistico derivino, in buona parte, da una ragionata politica agricola. La stessa che oggi pare non trasparire dagli atti pubblici e dalla snervante lentezza con cui si interviene sugli iter procedurali. Siamo in periodo di vendemmia e, per ogni buon viticoltore, è giunto il momento di cogliere i frutti del suo duro lavoro. Per quelli meno bravi, il tempo per osservare con invidia il campo del vicino, sbraitare levando i pugni al cielo o millantare circa prossimi, ed improbabili, futuri raccolti.

Dott. Ferdinando Manconi
Agronomo e Pianificatore Territoriale